Oceans...
my glass mask   
giovedì 24 settembre 2009
Letterina al mio amico Buddha sulla reincarnazione
Caro Buddha,
come stai? Non ti spaventare se ti scrivo, ma mi piacerebbe avere qualche informazione sulla mia esistenza futura, nel caso in cui ne meritassi una. Qualche garanzia, diciamo.
Non importa se sarò una persona o una rana o un orsacchiotto di pelouche, ma nella mia prossima vita potrei per esempio non avere più una famiglia da fumetto, non una che dà tranquillamente vita a degli episodi che potresti trovare in una striscia dello Shockdown per favore?
Potrei non avere degli amici che quando sono depressa vanno da quello che fa finta di niente a quella che mi vuole mandare da uno bravo? E potrei anche, se ti avanza tempo, eliminare quello che cerca di chiamarmi Vrì, diminutivo di Vrigurgito?
Come terzo punto è possibile non avere dei colleghi che mi salutano mentre vado via, poi ci ripensano e mi rincorrono per venire a dirmi che mi stanno bene quegli occhiali da sole, poi ritornano indietro e si schiantano contro la porta automatica (evidentemente meno automatica di quanto ci aspettassimo)?
Quando avrai risolto questo, potrei non trovare una palestra in cui l'élite dei fustacchioni mi prende in simpatia e così essendo io finita sotto la loro ala protettiva mi pedinano quando corro fuori, vengono a controllare che non cada quando corro sul tapis roulant, si precipitano in quattro ad evitarmi i pesi più grossi e in otto ad evitare che io parli con i nuovi arrivati? E neanche quelli che fra loro m'invitano a cene succulente, visto che già le mie cosce stanno lievitando con tutta questa nutella che fa le veci del Tomtom?
Potresti, per favore, non farmi più incontrare Tomtom che rispondano ai miei crepacuore con discorsi ragionevoli?
Vorrei infine, se mi è concesso, che nella prossima vita il mio ragazzo non avesse un satellitare che non satellita e, quando per vedere se mi arrivano messaggi me ne manda uno di prova, visto con quanta frequenza riusciamo a sentirci non me lo mandasse con scritto "PROVA".
Grazie Bud.
Sapevo di poter contare su di te, fratello!

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mercoledì 23 settembre 2009
Foul
Non ho mai avuto nostalgia di qualcosa che avesse a che fare con il 17 maggio. Non ha senso. Come può mancarti un foul anziché l'homerun?
E' questo il punto: non ha senso. Io ho sempre saputo "che senso avesse", anche tra i grovigli più ostili e intricati. Non mi sono mai persa di vista, ho sempre saputo cosa mi succedeva.
Non adesso.
E' un crollo? E' un momento? Perchè mi sento così, è l'università, il matrimonio, il Tomtom? E' tutto? Diventerò una specie di maratoneta misantropa? A dire il vero ho cercato di non rimanere molto sola, perché è allora che arrivano tutti i pensieri, la tristezza, il dolore; arrivano insieme: solidi, pesanti, imprevisti. Non è che voglia "stare" con le persone. E' che mi tengo impegnata.
E' per lo stesso motivo che ieri sono uscita. Troppo sola... al lavoro, in casa, nel pomeriggio. Questo lasciava pericolosamente spazio al mio cervello. Allora mi sono giocata l'unica carta che in questi giorni mi tiene a bada: correre. Gli spazi chiusi non mi bastavano, volevo adattarmi alle diverse consistenze del terreno, la ghiaia sotto ai piedi, l'asfalto duro, l'erba disseminata di bottiglie da schivare; volevo sbuffare e salire e deviare, volevo i cani che ti abbaiano dai cancelli, il papà che penetra nel giardino della scuola di nascosto per insegnare ai bimbi a giocare a basket. Volevo contare le foglie, sentire gli odori di pino e di case e di scarpata, guardare i portici e le cortecce.
Per un po' ha funzionato. Ho anche appoggiato male un piede, la gamba tirava e tra il male e la fatica ero felice: un altro aspetto pratico cui dedicare i miei pensieri.
Non è durato. Non so cosa sia. Cos'è che mi sta rubando le lucine, mi costringe a evitare il Tomtom, a non rispondere alle sue telefonate perchè non capisca che ci sto male, perché non si senta in colpa? Cosa sta inzuppando i miei castelli migliori nelle malebolge?
Non ho mai avuto nostalgia di qualcosa che avesse a che fare con il 17 maggio. E' un sintomo nuovo.
Il 17 maggio ero a casa di Marta e sua madre mi aveva chiesto di frugare nella sua borsa per scovare un agenda, un indirizzo, ma quando l'ho aperta ho trovato subito quella busta bianca, semplice, chiusa. C'era scritto "per Novella".
La vita, allora, andava così. Regali. Era riuscita lo stesso a lasciare qualcosa per me. In qualche modo, il mondo cercava ancora di restare al suo posto.
Era la mia casa base, Marta; il mio regalo, il mio cappotto. La mia telefonata di emergenza.
Vorrei che tu lo fossi.. Invece continuo a correre, a schivare e sperare e aspettare, e a guardare le luci da sola. Succede che un ricordo mi fa mancare il fiato mentre corro, che incespico mentre una lama mi taglia la gola tutto il tempo e non posso nemmeno spiegartelo, perché ti ferirei.
Tutto questo, è una specie di maledettissimo foul.

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lunedì 21 settembre 2009
Distopia di un coniglio pasquale

E' che i matrimoni e le feste comandate hanno smesso di mettermi di buonumore.
Sembra una surreale distopia sentirlo da una che praticamente è un coniglio pasquale, o una pallina dell'albero di Natale, sembra Orwell. Però quando si accendono le lucine io ormai sono sempre da sola a guardarle; quando tutti si tengono per mano io non ho mai la mia mano da stringere.
E non è come essere da soli e basta, non mi creerebbe questi grovigli. E non è niente passare un Natale o un compleanno da sola, però quando hai la consapevolezza di doverli passare tutti da sola è un tipo di pensiero piuttosto diverso. Quando vedi due pazzi che si impegnano in qualcosa e hanno l'aria felice, e in fondo qualche certezza ti piacerebbe averla.. ma come puoi?

Sarà anche nostalgia per il mio cugino preferito, sarà un percorso che ho iniziato quando ho deciso di non festeggiare la mia laurea perché mi era mancata la persona che avrebbe dovuto scrivere il papiro e prendermi in giro e stringermi il braccio; non metto certo in dubbio le mie intenzioni o i miei sentimenti per il Tomtom con questo.
E' che ci sono momenti in cui le sue scelte mi pesano e mi fanno soffrire più che in altri. Periodi in cui mi sento in colpa perché penso che dovrei rispondergli al telefono o alle mail ma non ci riesco perché forse, se gli rispondessi senza riuscire a mascherare come mi sento, lo ferirei di più.

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domenica 20 settembre 2009
Domani è un altro giorno
19 settembre 2009: la sveglia all'alba è, secondo la regola del perfetto invitato, parte integrante del ruolo per chi si offre di organizzare quasi più cose della testimone di nozze.
Intendiamoci: non si è trattato solo di non volere nemmeno un minuto libero da dedicare ai miei tristi e cupi pensieri di questi giorni; principalmente si sposava il mio cugino preferito e dal momento che, somigliandoci così tanto, sono anch'io profondamente innamorata della sua dolce metà, volevo fargli sapere che lo perdono anche se ha sposato lei e non me come si era discusso quando ero una quinquenne.
Iniziamo alla grande, con un ragno che al rinfresco passeggia sulla spalla di mio fratello ed io che mi metto ad urlare per via del ragno e il cane che si mette ad abbaiare per via di me che urlo, e siccome i ragni portano notoriamente fortuna una delle testimoni della sposa arriva in ritardo a cerimonia iniziata, mentre l'altra -in versione marge simpson per l'occasione- sistemandole il velo tenta anche di allietare ripetutamente gli astanti con una delicata panoramica della sua biancheria intima.
Lo scambio degli anelli ha un che di bizzarro nel momento in cui viene accompagnato dal Gabriel's Oboe (dopo che mi era andata male con House a X Factor, qui contavo davvero sul clamoroso ingresso di Jeremy Irons con aria spirituale e barba del 1986). Del resto anche l'eucaristia si fa piuttosto topica con l'Ave Maria di Gounoud che, dopo aver riempito la sala e la volta celeste di note soavi e volti commossi, va delicatamente a spegnersi lasciando il posto alla voce della verità del paggetto in terza fila:
"Adesso si mangia??"
Il viaggio verso la villa per quella specie di eterno aperitivo-buffet-pranzo-cena-dessert-spuntino di mezzanotte che ci attende senza soluzione di continuità è, nelle mie povere romantiche velleità, l'unico momento di traballante tregua che mi attende: già pregusto la sobria volvo blu elettrico di mio fratello non più ricolma di palloncini bianchi a forma di cuore quando mi ritrovo rapita da un croupier neo-single in porsche decappottabile nera e camicia ricamata a mano che direttamente da Montecarlo mi trascina con sè per le vie più ignote e improbabili del triveneto, allungando a dismisura il tempo di percorrenza solo per potermi affascinare con i racconti delle sue costose prodezze.
(In effetti sono indecisa se il mio punto preferito è quello in cui il vento che voleva farmi eroicamente assaporare ha completamente sconvolto la mia preziosa acconciatura o quello in cui senza saperlo ha scelto di percorrere tutte le stradine che portano dritte dritte a casa del Tomtom come alternativa alle vie principali e mi ha chiesto come mai mi fossi distratta)
Dall'arrivo in poi, per contrastare i soliti pensieri prepotentemente riproposti grazie alle vie scelte dal mio amabile croupier (perfino quel romantico Ecocentro che tanto me lo ricorda) sono ovunque: i miei giochi riscuotono un'approvazione unanime seconda solo a quella per il vestito della sposa, mio cugino mi ama sempre più man mano che gli scherzi avanzano, il mio tavolo (tavolo "Curry") è il più divertente di tutti, forse anche grazie al consumo di alcolici indubbiamente superiore a quello di tutti gli altri tavoli messi insieme (non ci siamo fatti mancare nemmeno la sciabolata finale!)
Io, chiaramente, sono seduta fra il croupier (promosso per l'occasione a "mio marito" dai miei fantasiosi compagni di tavolo proprio mentre racconta delle sue ultime 11 multe per eccesso di velocità) e lo sciabolatore folle, che si assume il volenteroso compito di riempirmi di prosecco e zucchero filato lungo la via. Mi intrattiene inoltre, fra un discorso e l'altro, chiedendomi del Tomtom -a quel matrimonio, grazie zia, erano così in tanti a sapere dell'esistenza del Tomtom e ad affibbiargli ogni volta un lavoro diverso che devo dire che la mia strategia di non pensarci si è rivelata un trionfo senza precedenti- concludendo dopo un quarto d'ora di ammirati "sei troppo brava" e "ma come fai" e "dev'essere dura sapere che non puoi averlo vicino quando ne hai bisogno", con un candido "E quanto sta via di solito? Due o tre settimane?"
Nel Gioco della Sagacia si è cimentata anche un'altra parente che, lavorando all'e.r., esordisce con "Ho saputo che il tuo fidanzato è un medico, ma allora stai con uno dei nostri??" mentre cerca di affibbiarmi più o meno tutti i miei ped uno alla volta.
La giornata lascia il posto alla serata, i gruppi alle coppiette e la frenesia alla nostalgia, perciò mentre combatto l'idea di mio cugino che non è più mio, l'idea che a tutti i giochi per le coppie io anche questa volta non parteciperò in coppia e un terrificante mal di schiena (dopo una certa età e un certo numero di colpi di frusta pare non sia più consigliabile denudarsi sfacciatamente sotto la pioggia o portare dei tacchi che superino di così tanto i 10 centimetri), arriva quella simpaticona di mia zia che per portare un po' d'allegria mi fa notare che, avessi avuto con me il Tomtom, non mi sarei nemmeno accorta del mal di schiena.
Preziosa la donna, un po' come quando oggi, mentre stavo ancora afterhourando per aiutarli, ci ha tenuto a farmi notare che "Ma toh, guarda che occhiaie!"
Ma toh.

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venerdì 18 settembre 2009
Crollo

Anche se sono infantili, classici, sgraziati e poco credibili (o forse proprio per questo?) dovrebbero vietare per legge i film pieni di lucine e persone che tornano. Almeno quando una ha il crollo da nostalgia, e sa che dovrà tenersela per altri 5 mesi e soprattutto sa che alla fine di quei 5 mesi non sarà finita per niente.


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giovedì 17 settembre 2009
X factor 3, seconda puntata

A me dispiace che siano andati a casa i Billy Joel per far posto alle elfe. Specie dopo che hanno dato della grezza alla Mara e dopo aver cantato Teardrop. Per tutto il tempo dell'esibizione ho sperato che Tommassini avesse avuto un momento di teresina durante le prove decidendo di far entrare un ballerino incazzato e zoppicante, avrebbe guadagnato ottomila punti.



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martedì 15 settembre 2009
Deuteronomio
E' successo in modo imbarazzante a dire il vero, perché mi stavo lavando i denti mentre dalla porta socchiusa del bagno arrivavano le voci del tg al piano di sotto.

(sul serio, uno pensa ad avere diritto a un po' di rispetto nella vita, che certe notizie ti riservino almeno la cortesia di trovarti pronto; non che ti squilli il telefono per cambiare la tua esistenza per sempre mentre stavi afferrando di nascosto una fetta unta di prosciutto con le dita)


Sentivo la giornalista dire "attore", "cancro", "anni 90" e poi qualcosa che finiva per "éisi", e ho pensato: questa la so.
Ora, io non sono quel tipo che soffre al funerale di Diana o si commuove con Fiorello per Mike Bongiorno. Non sbavo dietro agli attori, non penso che Brad Pitt sia affascinante. Ho avuto i miei indegni isterismi (come dimenticare i Take That e, per coerenza, subito dopo i Pearl Jam?) ma dopo più di dieci anni di astinenza ritengo di aver recuperato la mia dignità personale, anche perché a voler insistere ho già gratis un Tomtom che viene da Krypton ed è stato morso da piccolo da un ragno radioattivo.
Non era neanche uno dei miei miti adolescenziali, Patrick Swayze.

Però io sono quel tipo che può scoppiare a piangere leggendo il Don Chisciotte, quando un contadino lo trova tutto quebrantado dopo la sua fallimentare, patetica prima uscita cavalleresca, e per riportarlo a casa aspetta che si faccia buio in modo che gli altri compaesani non se ne accorgano. Posso scoppiare a piangere perché un signore di una certa età arranca e inciampa di fianco a me.
Non è Patrick Swayze il problema: è l'averlo visto crollare giorno dopo giorno, provarci e crollare di nuovo sotto le fragilità invincibili, negare, crederci e perdere. E' quella inesorabile sconfitta pezzo per pezzo.. ne ho conosciuti altri morti come lui, certo me li ricorda;
in un certo senso tutti moriamo come lui, e mi ha ricordato anche questo.
Era solo del dentifricio che colava - e non avevo mai visto un dentifricio fare tanta schiuma: penso sappia che ci sono affezionata, l'ho comprato per andare in vacanza col Tomtom prima che ripartisse. Adesso lo uso solo io, di tanto in tanto. Ma è un dentifricio.
Ci vorrebbe un Deuteronomio che lo impedisca: 10 leggi che bandiscano da questi momenti il dentifricio e il prosciutto; dovremmo poterci correre incontro anche noi come Bodhi, dovremmo poter correre e amare e sporcarci fino alla fine, e all'ultimo fermarci in un posto come questo.

"Se vuoi il massimo, devi essere pronto a pagare il massimo. Deve essere bello morire facendo quello che ami."
Bodhi (Patrick Swayze) - Point Break

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Gratitudine
Domenica sera Licia mi ha detto qualcosa sul fatto che io sarei, esteticamente, "sempre impeccabile" (il che è quasi commovente per una che ha passato la vita a cercare di convincere il mondo che i suoi capelli sono una forma di vita indipendente e le macchie vogliono conquistare il mondo, per esempio).
Perciò sono molto grata a braghy per aver eroicamente salvato questa mia nuova, incomprensibile reputazione impedendo che ieri l'intera palestra godesse di una vivace panoramica di certe mie grazie posteriori.

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domenica 13 settembre 2009
Testimoni
Mi hanno fatto notare che recentemente la mia ironia è diventata un sarcasmo un po' caustico e si è sparsa in ogni post pubblicato, perciò risulta evidente che i miei neuroni stanno cedendo.
Per quel fatto dell'esame che ci sto mettendo più di un anno a registrare, per esempio.
O per la follia che aleggia in questi giorni al lavoro, gente che balla nell'ufficio con me, signore delle pulizie in sala operatoria, signori della neuro che vengono a farsi una passeggiata nel nostro corridoio e giù per l'uscita di sicurezza mettendo in allarme mezzo ospedale.
O perché il mio masochismo m'impone di continuare a informarmi in modo ossessivo e masochistico (ho già detto che sono masochista?) sulla situazione politica italiana. Secondo l'exex io sono quel tipo di persona che "si sarebbe fottuta la mela molto prima di Eva" (sic!), e secondo me non avrei nemmeno chiesto aiuto a quell'imbelle, a meno che la mela non fosse stata sul ramo alto. Chissà, magari Eva era bassa pure lei.
O anche perchè sto con un Tomtom.

Allora mi hanno chiesto perché ho stima di quelle due, ma mentre spiegavo il lavoro che fa il Tomom mi sono resa conto che avevo tradito la sua identità segreta e accidenti, ho dovuto eliminare i testimoni.

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Tradizioni Barnum al n.15
Il fatto è che la mater ed io abbiamo questa piccola, gloriosa tradizione per cui lo shopping autunnale deve per forza essere inaugurato con un episodio, chiamiamolo caratteristico. Quei piccoli incidenti che capitano, per esempio, al circo Barnum. O mettendo insieme la materia e l'antimateria.
Per esempio, 2 anni fa. Negozio di scarpe. La parte centrale, quella sotto gli occhi di tutti, è una lunga, lunghissima fila di stivali destri ad altezza occhi: ogni foggia è giustamente presente, dal tacco a spillo al camoscio al viola alle borchie. Lei, anima tenera, s'invaghisce del primo della fila -mai, mai invaghirsi del primo della fila- che è lo stivale floscio -mai, mai invaghirsi dello stivale floscio: Signore libera nos a malo!
Succede, ovviamente, che non resce più a rimetterlo a posto; non sta in piedi.
Succede, ovviamente, che io rompo la regola n.5 dello shopping "mai aiutare una donna in difficolta, perché se le cose cadono lo stesso lei scapperà e diventerà colpa tua" (viene subito dopo l'infallibile regola n.4 "se un'altra donna mira a quello su cui sei dubbiosa e sta aspettando che lo lasci giù per provarlo, significa che è un capo fantastico e ti sta addosso come nient'altro in vita tua e lo terrai a qualunque prezzo!"). Rimetto lo stivale al suo posto. Non sta al suo posto. Ci riprovo. Non sta al suo posto.
Vigliaccamente, la mater inizia a scostarsi da me con passetti laterali. Io valuto la lunghissima fila (mai vista una così lunga) che attraversa l'intero negozio, e un'impercettibile gocciolina di sudore imperla la mia fronte.

Decido di riprovarci con più convinzione, cambio leggermente l'angolazione del tacco.. e il miracolo: sta in piedi!
Lo rimiro per 2 secondi con aria soddisfatta ed è solo quando gli volto le spalle che sento il TLAC.
Ora, tutti i cultori dei vari Jack, Freddie e Jason non sono altro che dei fottuti principianti, perché non hanno la minima idea di quanto sinistro, esiziale e terrificante possa suonare un TLAC quando NON stai giocando a domino.
E' come il Doomsday. L'Armageddon.
Mi giro a guardare la mater ed è solo allora che sentiamo il secondo TLAC.
Ci stiamo ancora guardando quando arriva il terzo.
E il quarto.
Al quinto abbiamo smesso di obiettare che forse è solo il suono della pioggia. Al sesto ci ripariamo in zona borse.
Al trentunesimo, be', eravamo già fuori per sempre da quel negozio.

(Quest'anno, in proporzione, siamo state molto più discrete: cosa vuoi che sia srotolare un poco di stoffa in uno di quei paradisi per sarti per vederla meglio, e nel momento in cui si decide di non prenderla lasciarla andare e scoprire che... be', che non esiste nessuna, ma proprio nessuna possibilità di fermarla prima che quel tubo di 200 metri di stoffa si srotoli completamente, lasciandoti lì come quei cagnolini biondi della carta igienica.)

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Giochi intelligenti... (6)
Più che intelligenti, io li definirei eleganti.
Una a questo stato di cose non può più permettersi neanche di avere mal di pancia e restarsene a casa un venerdì sera a guardare americanate alla tv. Perchè non importa quanto innocente sia, che persona incolpevole e limpida e disarmata, non importa nemmeno se trabocca di senso etico tanto da impegnarsi a non toccare una goccia (amata, cremosa goccia) di nutella: ad un certo punto si renderà conto che quello che le sta passando sotto gli occhi in rete è molto, molto più terrificante di quel terrorista macellaio che vuole far fuori un ospedale pieno di pazienti politically correct alla tv.
E sia chiaro, non sto mica parlando di quelle strisce di Pluto che sono gli editoriali del Times e del Paìs di quei giorni (che suvvia, so' ragaaazzi e noi si ha tanto un brav'uomo). E nemmeno, per ora, del nuovo capitolo-Fiammetta che inizia a somigliare in modo inquietante a una certa serie televisiva degli anni passati (tutte queste assonanze, nome compreso, vi sembrano davvero casuali?).
I miei raccapriccianti episodi partono da una Marcuzzi-SallyAlbright che, trovandosi al ristorante con un'amica noiosa, per passare il tempo che fa? Decide, un po' come tutte noi ma con immensa credibilità artistica, di regalare un pompino a quel wurstel che dal piatto le faceva gli occhi dolci.
(Prima considerazione: amore, siamo lontani anni luce da Sally)
(Seconda considerazione: chissà come mai l'hanno relegata in seconda serata, con queste finezze e questi colpi di genio?)
(Terza considerazione: mi secca ammettere che questo è stato il punto più aulico dell'intera esperienza serale).
Per esempio, mi ero persa (e ho prontamente ritrovato) la genialata de La Stampa che, a proposito di qualcuno dei recenti innumerevoli sviluppi di Puttanopoli, ha titolato "Berlusconi già cerca Casini". Della serie: a noi l'ebreo cieco ci fa un baffo.
Intanto Sorella Gelmini continua a fingere di portare gli occhiali e farsi prestare da Monna Carfagna bottoni da aggiungere alle camicie, nella speranza che nessuno si ricordi, quando parla di meritocrazia, che è un argomento che lei conosce davvero a fondo dato che al momento di sostenere l'esame di stato si trasferì un attimo a Reggio Calabria.
(perché il sole sviluppa le capacità neuronali, cos'avete capito?)
Ma il Cruscolino D'oro della serata va senz'altro all'ineffabile Noemi Letizia, colei che così deliziosamente "vorrebbe che non si dicess.. che non si direbbero più tutte quelle cose sbagliate"

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sabato 12 settembre 2009
When Harry met Sally - 2

...Il motivo di solito è la consolazione, visto che a stare con un Tomtom la realtà è molto più "provo a dire qualcosa di vagamente romantico e per la prima volta ce l'ho quasi fatta e gli astanti trattengono il respiro e il tifo sale alle stelle-- e poi quel PICCOLO PARTICOLARE che distrugge clamorosamente tutto con le ultime tre parole."
O, per dirla di nuovo come Harry, è molto più:

Harry: You take someone to the airport, it’s clearly the beginning of a relationship. That’s why I’ve never taken anyone to the airport at the beginning of a relationship. Because eventually things move on and you don’t take someone to the airport, and I never wanted anyone to say, ‘How come you never take me to the airport any more?’
Sally:
It's amazing. You look like a normal person but actually you are the angel of death.


Io amo questi due. Sono andata a rivedermeli perché mi mancavano proprio, dopo la serata di ieri (i dettagli in seguito.)

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When Harry met Sally

Harry Burns: I love that you get cold when it's 71 degrees out. I love that it takes you an hour and a half to order a sandwich. I love that you get a little crinkle above your nose when you're looking at me like I'm nuts. I love that after I spend the day with you, I can still smell your perfume on my clothes. And I love that you are the last person I want to talk to before I go to sleep at night. And it's not because I'm lonely, and it's not because it's New Year's Eve. I came here tonight because when you realize you want to spend the rest of your life with somebody, you want the rest of your life to start as soon as possible.




(C'è un motivo per tutto ciò)

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giovedì 10 settembre 2009
Comunque...

Queste due hanno tutta la mia stima.

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"1, 2, 3, 4, 5 10 100 passi"

Da quando lì a Jumanji sono arrivati in regalo il gin, la sambuca e una gentile collaboratrice, il Tomtom latita.
Così io corro di nuovo.


(però, in memoria dei vecchi tempi, ho messo qualcosa di bianco)

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mercoledì 9 settembre 2009
Certezze, bubbole e numeri primi
Insomma, già una deve fare i conti con questa frescaccia di mike che doveva essere immortale, ce l'avevano assicurato da bambini, come babbo natale, mastro lindo e capitan findus e invece che fregatura, rivoglio i miei soldi, la mia infanzia, i miei libri di epica, questo all'improvviso si permette pure di trapassare destabilizzando tutto l'assioma, e magari il suo ectoplasma è lì che se la ride giocando a briscola nel mondo dei più con quella canaglia del lavapavimenti pelato e con il vestivamo alla marinara gradasso mentre qui è tutto un amaro filosofeggiare che nella vita non importa quanto ti impegni, quanto ci credi, quante certezze pensi di esserti faticosamente costruita, arriverà sempre un mike che rende l'anima a spazzartele via.

(pertanto, donne, è inutile scaricarsi tutte le puntate di 90210 nella speranza di un ripescaggio di Dylan dagli anni novanta)

Già è il Nove del Nove del Nove, l'unico onomastico che avrò in tutta la mia vita e c'è questa inenarrabile coincidenza per cui potrei andare a Nove dove abita il mio ragazzo per brindare insieme se non fosse che il mio ragazzo adesso e per i prossimi sei mesi sarà (come al solito) a bighellonare a Jumanji, nell'altro emisfero, probabilmente rapito da qualche pianta carnivora femmina sbucata dalla giungla.

(ho detto il mio ragazzo, non svenite se ho chiamato così il Tomtom. dopo 2 anni ogni tanto mi capita. per sbaglio però, e poi ha iniziato lui!)

Poi succede che mia mamma apre erroneamente questo borsone con tanti di quei peluches strappati brutalmente alle mie carezzevoli e sollecite cure in passato e io inizio a tirarli fuori e coccolarmeli e lei tenta di ficcarli di nuovo dentro, e io cerco di salvarli dal soffocamento e lei li afferra implacabile, e io me li tengo tutti in braccio, vicini al cuore, facendogli scudo con il mio corpo e chiamandoli per nome uno per uno con tono vibrante...
...finché mi rendo conto che sto tenendo in braccio, un regalo a testa, tutta la mia cronologia sentimentale da Pivato in poi.

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Non dirmelo tu
La parte più dura è quando hai bisogno di lui, del suo sostegno o anche solo della sua presenza perché sei giù, perché è un brutto periodo, perché ti è successo qualcosa e vorresti raccontarglielo, sentirti bene solo ascoltando la sua voce, ma sai che non potrà esserci.
Avrà qualcuno da aiutare, un'emergenza da risolvere, quel maledetto mantello da mettersi addosso. E tu puoi solo continuare a camminare lungo la strada di ogni mattina cercando di scrivere con gli occhi sull'asfalto tutte quelle parole che non ti sta dicendo.
E' dura anche quando il ragazzo che cammina di fronte a te si ferma, sembra voglia allacciarsi la scarpa e invece raccoglie un fiore di scarpata, per offrirtelo. Ti spiega che sta andando a fare delle cose ma se hai il tempo di un caffè, o di dirgli il tuo nome, le cose aspetteranno.
E tu lo guardi e pensi: non dirmelo tu.

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lunedì 7 settembre 2009
Monca

Una all'inizio non ci pensa. E' solo contenta di rivederli, di fare due chiacchiere come al solito di fronte a un aperitivo.
Non pensa a quanto deprimente possa essere incontrare fratelli, sorelle e amici del Tomtom dove li incontravi assieme al Tomtom, e quando il fratello ti fa notare che "E' strano trovarti qui così, ti manca un pezzo!", rendersi conto che è vero.

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sabato 5 settembre 2009
Impressioni di settembre

Quante gocce di rugiada intorno a me
cerco il sole, ma non c'è.

Dorme ancora la campagna, forse no

è sveglia, mi guarda.. non so.
Già l'odor di terra, odor di grano
sale adagio verso me
e la vita nel mio petto batte piano..

respiro la nebbia, penso a te.
Quanto verde tutto intorno, e ancor più in là

sembra quasi un mare d'erba

e leggero il mio pensiero vola e va
ho quasi paura che si perda...

Un cavallo tende il collo verso il prato

resta fermo come me.
Faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito

respiro la nebbia, penso a te.

No! Cosa sono adesso non lo so..

sono un uomo, un uomo in cerca di se stesso.

No! Cosa sono adesso non lo so..

sono solo, solo il suono del mio passo.

E intanto il sole tra la nebbia filtra già

il giorno come sempre sarà...

P.F.M.

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La vittoria delle cosce!

I'm sorry, Kate. A quanto pare ce l'abbiamo fatta.
Dopo anni di crudeli studi (è piacevole questa consapevolezza di dove finiscano le nostre tasse) sul fatto che un uomo di fronte a una bella donna in 7 minuti perde una consistente quantità delle sue risorse cerebrali, prima fra tutte la memoria ("ma no cara: è che mi ero dimenticato di avere una moglie!"), scopriamo che le cosce tornite fanno bene al cuore!

Restiamo ora in attesa dell'Alzheimer evitato dai fianchi larghi, della glicemia combattuta dalle zampe di gallina e perché no, un bel sederotto protegge di sicuro le funzionalità renali!

Un ottimo metodo per consolarsi in tempi di Miss Italia... che poi, diciamoci la verità: tutta questa bellezza io nelle sgambettanti sbarbine nostrane mica ce la vedo (prima di accusarmi di mera invidia femminile fare un salto qui e poi confrontarlo con qui oppure qui e infine astenersi, per cortesia).
Certo, il rischio per noi sane mortali è, dopo aver accalappiato qualche strano esemplare nel pieno delle sue facoltà mentali, che sul più bello ci passi di fianco Kate Moss e lui finisca per chiamarci così.

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posted by sand @ 10:08:00   0 comments
venerdì 4 settembre 2009
Giochi intelligenti... (6)

..a proposito...

A:
a cosa giochiamo oggi?

B: allo scout. metti quella maglietta nera.
A:
e poi?

B:
vai a parlare coi puffi, stronzo!


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posted by sand @ 11:36:00   0 comments
Amabili vecchietti

Avete presente la pubblicità in cui il tizio si offre di aiutare l’amabile vecchina in difficoltà e finisce per trasportare il peso del mondo sulle proprie spalle?
Questo è il mio grande segreto: come direbbe Oscar Wilde, so resistere a tutto tranne che agli amabili vecchietti. In pratica ho l’animo da giovane balill… ops, volevo dire boy scout; li confondo sempre, chissà perché.
Io sono quella che non vuole superare l’amabile vecchietto zoppicante per non farlo sentire ancora più vecchietto e più zoppicante, e per questo rischia di perdere il treno e deve conseguentemente lanciarsi alla sua rincorsa in puro stile Indy Jones. (dico “Indy” perché in fondo è un po’ amico di tutti noi, come Topo Gigio o Bruno Pizzul. O come mio papà che s’imbatte in una puntata di beautiful e commenta “Allora, come sta la Taylor?” )

Ecco perché oggi, viste due amabili suorette in evidente difficoltà con tutte le loro borse sulle scale della stazione, mi sono offerta di aiutarle; ed ecco perché hanno pensato bene di tenersi le borse e lasciarmi allegramente la valigia grande quanto una panda 4x4 e, ritengo, altrettanto pesante.

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posted by sand @ 11:28:00   0 comments
mercoledì 2 settembre 2009
Giochi intelligenti... (5)

A: a cosa giochiamo oggi?
B:
al metallaro. metti quella maglietta nera.

A: e poi?
B: burp.

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posted by sand @ 17:40:00   0 comments
Giochi intelligenti... (4)

A: a cosa giochiamo oggi?
B: all'emo. metti quella maglietta nera.
A: e poi?
B: tagliala lungo la linea tratteggiata finché non sanguina.

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posted by sand @ 17:25:00   0 comments
Giochi intelligenti... (3)
I giochini intelligenti hanno avuto un grande successo nel mio cervello, perciò tutto sommato sono una valida alternativa, di tanto in tanto, ai cruciverba senza schema, da provare nei momenti di indolenza.
E pensare che tutto era nato da una seria riflessione come:


Gli alternativi non dovrebbero fare rivendicazioni.
Io vivo di notte, io me ne fotto, io vado contro la massa.
(disse infilandosi le all-star)
Gli alternativi dovrebbero leggere Adorno.
Gli alternativi non esistono.

(o al limite, secondo Nonciclopedia, ascoltano musica che deve ancora essere creata)

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posted by sand @ 16:15:00   0 comments
Giochi intelligenti... (2)

La vendetta.

A:
a cosa giochiamo oggi?

B: al fighetto. metti quella maglietta nera.
A: e poi?
B: come sarebbe a dire, "poi"?

(no, di questa non è mai esistita una versione più lunga. che altro c'è in un fighetto?)

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posted by sand @ 16:11:00   0 comments
Giochi intelligenti... (1)

A: a cosa giochiamo oggi?
B: all'alternativo. metti quella maglietta nera.
A: e poi?
B: falle un buco e dì che è stata una cicca.


(esisteva una versione più lunga di questo dialogo. poi rileggendo la battuta successiva, in cui A chiedeva "tutto qui?", mi sono resa conto che la risposta giusta era un .)

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posted by sand @ 14:33:00   0 comments
Tentativi

N, in palestra.

V:
Ciao!

N: Ciao!
V: Cosa leggi?
N:
[solleva la copertina]
V:
Ah...no.
N:
"No"?
V:
No, no.
N:
Nel senso che non lo conosci?
V:
Una volta ho provato a leggere un libro.

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posted by sand @ 09:47:00   0 comments
About Me

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Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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