Oceans...
my glass mask   
sabato 30 maggio 2009
Sogni da Day After
Questa notte mi sono svegliata all'improvviso, con il cuore in gola, gridando dentro il mio cervello che oddio, mi ero addormentata invece di partire ed era tardi, non ero riuscita ad andare a prenderlo in stazione.

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giovedì 28 maggio 2009
Ultimo di countdown
E quando tornerai come sarà?
Rimetteremo insieme i pezzi? Sistemeremo tutto ancora una volta, come una specie di morbido puzzle? Mi fido di te, ciecamente, mi fido di come insieme possiamo sempre risolvere e amalgamare le cose, ma finché non torni, finché non ti vedo, ti sento, ti posso toccare, sentire quel modo di ridere, la rughetta sul collo, sfiorarti le dita ed il braccio, sono da sola coi miei grovigli giganti. Si fanno sempre più grandi quando non ci sei.
Perciò dimmi, come sarà?
Balleremo come quella volta? Ripartirai presto? Avrò solo 2 mesi di te in un anno intero?
Se non m'importasse, credi che mi tormenterei su queste domande? Credi che starei in ansia, ti chiederei di riaddomesticarmi? Se non m'importasse così tanto avrei tutto questo bisogno di correre, questi casini nell'affezionarmi a qualcuno?
Perciò tu torna, ok? Non farmi domande da lì, non chiedermi che sia come se non fossi mai partito.
Davvero. Se non m'importasse, pensi che rimarrei qui ad aspettare sei mesi alla volta?

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mercoledì 27 maggio 2009
Tilt

E' un inverno che va via da noi...
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?

(Come foglie)


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martedì 26 maggio 2009
Reveries

"Ne sono uscito indenne" è una frase che non ha nessun senso. Non esiste.
E' una specie di significante senza significato, non passi mai indenne attraverso le cose... Al massimo non te ne accorgi, però è così.

Sarà stato il ramandolo che ieri sera mi ha aiutata a focalizzare questo stato d'animo in mezzo ai mille altri che si litigano il mio possesso in questi giorni. Questi giorni in cui la maggior parte delle persone non capisce perché io non possa essere "semplicemente felice".

E' che non sono indenne.

Nel bene e nel male, non lo sono. A volte ti rimangono addosso cose buone. A volte no, ma non è per forza negativo, perchè ti rende consapevole di ciò che scegli: scegliere di rimanere dopo essertelo chiesto e magari aver anche incespicato, tentennato, sofferto, è diverso dal rimanere senza essertelo mai chiesto. Non voglio essere indenne. Ogni cosa che ti rimane addosso fa di te ciò che sei.
Però cos'è che ti spinge una sera sul tardi ad aprire l'acqua della doccia, spegnere tutte le luci, tenere solo una candela, alzare finché il volume te lo permette una spece di viaggio musicale di Gorecki e rimanere lì sotto a respirare acqua e farti schiaffeggiare la pelle finché non riesci a capire?
E' che un giorno pensi di fare una sauna come le altre volte e trovi un tizio mezzo ubriaco che una settimana dopo proverà a fare il furbo e invece finirai per affezionartici. Un giorno pensi sia uguale al precedente e invece ti rendi conto che sei riuscita a dire quel nome pensando solo alla ragazza che adesso lo porta e non a quella che lo portava prima. Un giorno pensi di non aver più voglia di sopportare certi compromessi e lasci andare. Un giorno capisci che quegli gnomi che stai per lasciare fanno così parte di te che nonostante il sollievo quello che porti è uno stupro, un lutto. E' che ascolti canzoni, conosci persone che ti rovesciano e ti regalano magie, fai pensieri e grovigli, sbucci le ginocchia, trovi una giornata piena di sole e non puoi raccontargliela e pensi che ti manca, inciampi su un'altra piena di sassi e ti chiedi se è giusto che ogni benedetta volta lui ti manchi.
Sul momento non puoi accorgerti che questo ti cambia, che veder passare un aereo e sentirti felice ti cambia, che ti cambia anche il bisogno vano che senti di aggrapparti se non c'è, il modo di guardarti del tuo gatto, la telefonata ricevuta al momento giusto, l'arrancare mentre parli di una pizza per accettare che ognuno vuol bene come può e non come ne avresti bisogno. Ti cambia anche la volta in cui hai riso con qualcuno e ti sei accorta che puoi ridere lo stesso. Quella in cui hai pensato che se avessi fatto la scelta facile ti saresti persa ciò che hai di bello.
Perciò, per favore, adesso che devo far coincidere tutto questo con quello che ero sei mesi prima di averlo, adesso che da un giorno all'altro devo riuscire a metterglielo in tasca sperando che lo accetti, provando, ringhiando, ascoltando, non datemi da bere le stronzate sull'essere semplicemente felice senza pensarci.
Io non sarò mai, mai, una persona indenne.

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domenica 24 maggio 2009
Sogni quasi ricorrenti
Non posso dire che sia un sogno ricorrente perché non lo è: c'è un elemento che si ripete, ogni volta in circostanze diverse.
Sogno spesso che qualcosa che è successo qualche anno fa (mica difficile capire cosa) in realtà non sia successo. A volte lo scopro in un modo, a volte in un altro. A volte è per un motivo, a volte per un altro.
E' questa mescolanza di realtà e sogno che non mi permette di capire se sto vivendo o sognando, mentre succede, e poi al risveglio ho bisogno di alcuni minuti per rimettermi in sesto dai dubbi e dalla confusione, e per capire quale sia la realtà delle cose, l'una o l'altra.
Non è mai particolarmente bello il momento in cui lo capisco, comunque.

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sabato 23 maggio 2009
Epica, commovente palestra
Bene, ora che ho epicamente espresso la mia sincera gioia per quanto riguarda il mio notorio preferito della combriccola, posso anche ricordare che ieri nel luogo di perdizione:
- Vaniglia mi ha tranquillamente chiesto se poteva tastarmi il sedere per sentire quanto fosse sodo
- 31 mi ha assicurato che sapeva che lo stavo aspettando, perché ho sorriso vedendolo
- l'Eby ha cominciato a chiamarmi Novi di sua spontanea, e rischiosa, iniziativa, mentre il suo amato compagno di (grossi) pesi Bana gli abbassava i pantaloni per mostrarmi il florilegio delle mutande
- Pausa mi ha informata per la terza volta che facevo bene un certo esercizio - se n'è anche reso conto, povera anima, e ha aggiunto mestamente: "...sì, devo avertelo già detto però."
- Vladimir, colui che imperterrita continuo a chiamare Flavio perché la prima volta ho capito così, mi ha detto che lui capisce queste cose e mi legge negli occhi che io sono una brava ragazza
- Leo si è sbracciato così forte per salutarmi mentre entrava che è quasi caduto sbilanciandosi
- Alroberto ha cercato di prendersi una mia (erronea) taccata su uno stinco incrociandomi sulle scale e facendomi prendere uno spavento
- Un tizio a me sconosciuto (ma poi di solito scopro che loro mi conoscono, sarà che il giallo è più visibile) dall'altro lato della stanza (diciamo 30 m) ha liberato di corsa una macchina perché "ti stavo studiando e ho capito che fra poco l'avresti usata"
- Il mio ex bambino preferito, che l'ultima volta aveva quasi il ciuccio, è diventato un diciottenne alto forte e principesco (vecchia, sono vecchia!)
- Ho dovuto fare gli occhi da cucciolo spaurito a mezza palestra perché tutti gli attrezzi erano in alto e io non arrivandoci ho fatto bassamente leva sui loro testosteroidati istinti da supereroe

Ma la scena che mi ha realmente entusiasmata è stata quella in cui una ragazza, con tono ammirato, ha osservato quanti pesi io sollevassi con le braccia, domandandomi se facevo palestra da tanti anni. L'ha detto a me che non aprivo nemmeno le bottigliette dell'acqua da sola, ed è stato quasi commovente.

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venerdì 22 maggio 2009
Correre, per magia
Qualcuno doveva aver capito che avevo bisogno di una magia.
E' arrivata. Ho corso, ed è arrivata: senza che me lo aspettassi, con uno sguardo diverso e poi una frase, più o meno la stessa con cui era iniziato tutto. Come una magia.
Bentornato.

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Continuare a correre
Alcune volte è strano pensare come ti coinvolgono persone che in fondo non conosci. E' strano finché non ti accorgi che non è questione di conoscere ma di riconoscere, e come fai a lasciar andare qualcuno che hai riconosciuto?
So che non siamo amici.
So di averti usato anche come un rifugio, quando mi chiedevo cosa sarebbe stato di me e il Tomtom se faceva più parte delle mie giornate una persona come te di lui, e so che ad avermi mandata in panico è stato il crollo di questa buona scusa quando sei sparito anche tu.
So che ieri ho avuto la mia occasione per chiudere la questione, e l'ho persa.
Ma se correrò di nuovo fino a stramazzare sulle gambe, mi spiegherai perché?

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giovedì 21 maggio 2009
Run

Correre correre correre, restare senza accorgersene per tre ore in palestra e non fare altro che correre.

Poi ti guardi indietro, all'improvviso ti rendi conto di quanta strada ti sei lasciata alle spalle e inizi a chiederti da cosa stai scappando.
Forse lo sai. Forse non è nemmeno una cosa sola.

Però non puoi scappare. Magari ancora un po', per sentirti meglio, ma poi dovrai fermarti e guardarti allo specchio: gli equilibri umani sono così incerti e fragili che basta una mossa sbagliata, a volte, per riempire di crepe qualcosa che sembrava fissato col cemento. Devi stare attenta. Una crepa e poi un'altra, e all'improvviso scopri un estraneo.

Perciò, non posso scappare.
Non voglio.
Ci sono cose per cui smetti di correre e torni a guardarti in faccia, ci sono cose per cui vale la pena chiudere il libro e spegnere la musica e prendere a pugni questa paura, quest'irrequietezza, l'indocilità, le staccionate, la ghiaia, i ponti attraversati dai lupi, la mia corsa all'oro, posso chiamare in molti modi tutto ciò che mi ha resa quella che sono. Lasciarli andare adesso, per darsi, semplicemente, da fare.
E poi oggi ho già perso la mia grande occasione per chiedere a qualcuno perché. C'era, era per me: quando l'ho vista l'ho riconosciuta, e non sono tante le volte in cui ho sentito di riconoscere.
Le occasioni arrivano - mai morbide, ma arrivano. Sono io che solo perché aveva le spine mi sono voltata dall'altra parte e ho continuato a correre.

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mercoledì 20 maggio 2009
C'era una volta
C'era una volta N,
che trovando un giorno una bella gonna in un armadio esclamò: "Ma toh, come mai non la usavo l'anno scorso che è così pratica?". Siccome era una ragazza giusta N riparò al torto e la indossò, e per i seguenti 15 minuti fu molto felice. Poi giunse il momento di salire in macchina, e siccome era una ragazza aperta improvvisamente capì perché le geishe non guidano.

Ma N era una ragazza furba, quasi ninja, e imparò presto che sollevando le gonne ad una discreta ed elegante altezza ascellare poteva sentirsi meno impacciata nei movimenti: siccome era proprio una ragazza sveglia, imparò ancora più presto che la cosa poteva risultare estremamente gradita a tutta la squadra di operai della Valsugana di fianco a cui l'aveva destinata a fermarsi il simpatico semaforo.
Ma N era una ragazza moderna e li salutò con un sorriso, ed era forse per questa sua naturale ritrosia che Vaniglia le disse che non voleva che in palestra lei, ragazza graziosa, parlasse ad altri che a lui. Se questo non bastasse a dimostrare che del di lei carattere aveva compreso perfettamente ogni cosa, siccome N era una ragazza laboriosa, le aveva anche chiesto che gli preparasse con le sue mani una gustosa cenetta.
(...Eppure qualcosa, per sbaglio, doveva pur averlo inquadrato se con lei continuava imperterrito a fingere di non essere stato un tronista)
Poi N, che era una ragazza affezionata, tornò alla sua amata casetta ove potè finalmente spogliarsi di tutti gli orpelli (poiché era una ragazza semplice) e rilassarsi, rilassarsi così tanto che quando volle inoltrare al Tomtom una mail di IfP con relativo -ironico- commento, visto che era una ragazza sincera il suo rilassato subconscio ninja pensò bene di inoltrare la mail su IfP a IfP.
Ma N, che non si perde mai d'animo, neanche quando i coinqui impazziscono improvvisamente e offensivamente, si sente lo stesso una ragazza fortunata...
...Perché nessuno l'ha mai chiamata con quel soprannome che finalmente non è più la sola a considerare (specie per un adulto) "francamente imbarazzante".

E se ci ha provato, non è più vivo per raccontarlo.

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Sogni d'oro, no, da 20 centesimi
Ieri ho trovato 20 cent e li ho raccolti perché volevo che fossero di buon auspicio.
Non è che abbiano funzionato subito. Il ragnetto. Vaniglia che si allunga. Il raffreddore. Braghy. Perdere le chiavi.
Però poi ho ricevuto una mail e ho fatto un buon lavoro e ho parlato con due persone che mi piacciono e ho pensato che per una persona che ti delude ne trovi due che ti piacciono. Così la sera mi sono addormentata ascoltando una compilation così bella che sì, per forza, andrà bene.



(iniziava così:
Bowie - Absolute beginners
Pink Floyd - Time
Morrissey - I'm throwing my hands around Paris
Led Zeppelin - All of my love
Depeche Mode - Halo
Cream - White room
T. Chapman - Fast car
Paolo Fresu + Uri Caine @ Umbria Jazz
Noemi - La costruzione di un amore
Chopin - Nocturne for violin and piano)

good night.

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lunedì 18 maggio 2009
Memento

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domenica 17 maggio 2009
Prima che fosse 17

E così è tornato il 17 maggio, e per la terza volta non ci sei.
Il mio tentativo di fingere di nulla ha funzionato solo in parte, ho letto tre libri diversi e guardato due telefilm divertenti e scherzato sul nuovo scudetto e dormito e avuto la febbre e ascoltato canzoni e guardato foto non mie. Ma ha funzionato solo in parte.

Perché se avessi potuto scegliere una persona da avere accanto in un momento come questo, una persona su cui contare lo sai che saresti stata tu; me lo ricordo, in quella domenica mattina, il tuo modo di stringermi il braccio. Continuerò a sentirlo.

E così, ora che vivo un momento come questo, che faccio finta di nulla e mi faccio venire la febbre, ora che mi guardo intorno e mi rendo conto che chi poteva pensarci non aveva voglia di pensarci e lo sto facendo da sola, be', lo so che non puoi perché il momento è su di te, ma vorrei che ci fossi.



(E ricordo, prima che fosse 17:

"Poi una sera nasconderemo le vecchie fotografie, e le estati che ci innamoravano… Ci sarai, o saremo perdute in un nuovo inizio? Forse mangerò sola, ma non prenderò qualcuno al posto tuo: affitterò un carillon, e mi tornerai in mente quando riderò.")

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sabato 16 maggio 2009
Attrazione
- Ma insomma, c'è qualcosa che ti piace, a te? - esclamò spazientito, impappinandosi con la grammatica.
- I rami degli alberi! - rispose lei illuminandosi. - Quelli lunghi e nodosi, che al vento scricchiolano. E poi le palestre di danza.
- Le palestre di danza?
- Sì, perché c'è così tanto spazio libero per poterci respirare! E hanno le finestre grandi, e le assi di legno.
- Cosa c'è di tanto speciale nel legno?
- Le cose che scricchiolano hanno sempre qualcosa da raccontare.
Le fissò quelle unghie troppo lunghe e troppo rosse pure nella penombra. Quella ragazza aveva sempre qualcosa di troppo, di fuori luogo.
- Allora che ci fai in un posto come questo?
Lei si strinse nelle spalle.
- Non so danzare - disse, e cercò nervosamente qualcosa nella borsa.

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mercoledì 13 maggio 2009
La settimana giusta
Parto dalla fine perché la saggia vecchina rompiballe da cui sono posseduta dice che non puoi mai avere "entrambe" le cose. Puoi provarci, puoi avere qualcosa di relativo ma alla fine è sempre una questione di scelte: o l'una o l'altra. O un uomo o l'altro. O i dolci o la linea. O il mare o la montagna. O le foreste o i fogli di carta.
Così, di solito, o scegli le persone e perdi il mondo, oppure scegli il mondo e perdi le persone, e forse non me n'ero mai accorta così chiaramente ma ieri mi sono resa davvero conto che se incosciamente speravo in qualcosa di diverso speravo male. Lui la sua scelta l'ha già fatta ed è chiaro quale sia, l'unica che resta da fare è la mia, se questo mi va bene oppure no.
Questi pensieri sono arrivati in un momento poco clemente.
Ieri ero particolarmente depressa per aver assassinato un passerotto, e non è tanto l'averlo preso sotto, è che andavo in stazione e non potevo fermarmi, così sono tornata a vedere al ritorno alle 14 ed era ancora lì, tutto rotto; l'ho portato a casa facendo cose stupide tipo cinguettare per tutto il tragitto perché non si agitasse o dargli da bere piano piano perché con il collo storto non ci riusciva da solo, e non era neanche colpa mia visto che si è tuffato lui contro il mio paraurti perciò sembrerà doppiamente ridicolo andare in crisi per questo, ma io pensavo che un attimo prima volava contento e ignaro coi fratellini e un attimo dopo rimbalzava con uno stock sinistro che avrebbe cambiato tutto, ed era lì a guardarmi con quegli occhioni e soffriva, ed era così piccolo e indifeso e io non potevo farci nulla, e visto che per me un pensiero non è mai solo un pensiero ma un collegamento a mille altre cose pensate o successe, al 17 maggio, ai grovigli, alla mail, questa non era la settimana giusta per far succedere incidenti o per sentirmi una che non sa difendere le cose che ha, mannaggia... non era proprio la settimana giusta...

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venerdì 8 maggio 2009
Uomini e Donne
Vaniglia.
Quello che non amava la società moderna.
(credibilissimo)
Ho scoperto che l'anno scorso ha partecipato a Uomini e Donne.
Dovrei eliminarlo prima che si sappia, ci ha provato con me un tronista, roba da rovinare una reputazione costruita con il sudore degli anni.
Che poi mi sono documentata sul sito e ho scoperto che lì non sono tutti tronisti, c'è una gerarchia: ci sono i tronisti e... i non tronisti!
E' l'inizio della conoscenza...

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Eventi rivelatori
Uno può dire: rompere le cuffiette dell'mp3 non è un evento rivelatore.
Uno, non io. Perché a parte quel periodo di transizione fra la vita e la morte in cui cominciano a trasformare tutti i suoni in strani stridori metallici molto simili a quelli che il cinema ci ha fatto conoscere, da e.t. a signs, come metodi di comunicazione alieni e perciò uno si convince di avere fra le mani (o fra i timpani) il destino del mondo,
a parte questo,
- sto riguardando Roswell, si capisce -
Il fatto è che non ci sono disturbi, o suoni che scompaiono, io la musica la sento perfettamente, sono le voci che non ci sono più: la rottura delle cuffiette ha provocato un interessante effetto karaoke nel mio mp3 che mi permette di ascoltare le canzoni da un altro punto di vista (di ascolto).
Fa molto ggiovane musicista moderno questa cosa che io giro ascoltando le basi, "senti però questo giro di basso!", oppure "ma non mi ero accorta che in questo punto facesse questo la batteria", o anche "ma non è una voce è un violino!", sto inserendomi nelle canzoni.
Beh, a parte il lato ggiovane della questione,
mi piace!

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mercoledì 6 maggio 2009
Tempo africano
Manca un mese. Siamo finalmente in maggio e all'eroico, atteso, emozionante, temuto, sospirato, lontano, sofferto, centellinato, vagheggiato ritorno del Tomtom manca un mese.

..Solo che è da circa un mese che manca un mese. Curioso dettaglio.

(Un po' come io e il Babu che, negli anni, restiamo "amici da dieci anni" e forse è per questo che ci manteniamo giovani)
Spiegazione scientifica: io ero arrivata a meno un mese circa 7-10 giorni prima della data che l'inflessibile Tomtom mi ha poi dichiarato come corretta.
Nel frattempo a McBesame che mi chiedeva quanto mancasse io avevo entusiasticamente replicato: Un mese!
Poi mi è stato detto che potevo ormai contare meno trenta perché era giunta la data corretta. Così quando McBesame mi ha richiesto quanto mancasse, io ho gioiosamente risposto: Un mese!
Dopodiché mi sono resa conto che sì, potevo anche contare da quella data un mese ma allo scadere sarebbe partito dal Darfur per andare prima a Bruxelles e poi a Roma, e solo dopo svariati meeting di nuovo da me.
Ecco perché alla mia risposta di oggi McBesame mi ha guardata come si guarda il vicino di casa che viene a chiederti un po' di zucchero col colino e mi ha detto: Ma come, ancora un mese?



(..Oppure, come dice la Salvietta, è per via della concezione africana del tempo)

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Approcci schiaccianti - 35
[5 minuti dopo]

V: ma tu come fai ad avere una pelle così?
N: ehm... MB quanto ti manca? andiamo in sauna?
V: no sai, è incredibile... e poi gli anni, come li porti... anch'io li porto bene però fumo; sai ne ho 37.
N: 37?? non si direbbe, no!
V: sì eh ma tu di più, è proprio natura. poi questa pelle...
Babu: NOVELLA ho finito ANDIAMO IN SAUNA?
[musica di mezzogiorno di fuoco, balle di fieno che rotolano tutto intorno a noi, sguardi assassini fra i due]
N: va bene, arrivo subito.
V: chi è quello?
N: eh?
V: io sono geloso.
N: di Alessio? WAHAHAHAHAH!!! ok, io vado.
V: io ci sono tutta la settimana comunque, ci vediamo domani?
N: no.
V: ci accordiamo per la prossima settimana?
N: MB allora, vieni in sauna??
MB: ma non ho il costume!
N: tu non ti preoccupare e vieni in sauna!!!

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posted by sand @ 11:11:00   0 comments
Approcci schiaccianti - 34
[5 minuti dopo]

V: sì ma poi magari quando torna il tuo fidanzato tu lo molli e noi due ci innamoriamo...
[ma tutti io così??]
N: come no... Andrew quanto ti manca? Andiamo in sauna?

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posted by sand @ 11:08:00   0 comments
Approcci schiaccianti - 33
[5 minuti dopo]

V: ehi ma che fai, con chi parlavi?
N: ...
V: ?
N: mi stava raccontando che esiste una vasca con il mio nome!
V: ah, è quella in cui faremo il bagno noi due?
N: ...
V: ?
N: corri vah, sparisci dalla mia vista!

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posted by sand @ 11:03:00   0 comments
Approcci schiaccianti - 32
[5 minuti dopo]

V: però dai, vediamoci!
N: dopo le minacce? stai scherzando?
V: minacce?
N: se mi dici certe cose io mi tengo alla larga...
V: Novella ma dai, che cavolo dici! Io lo so! Chiaro che mi piaci molto, se no non ti chiederei di vederci, ma io rispetto la tua situazione!
N: Mh-mh... Babu quanto ti manca? Andiamo in sauna?

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posted by sand @ 10:57:00   0 comments
Approcci schiaccianti - 31
...e lui 5 minuti dopo è tornato.
Posandomi la mano in modo zexy e provocante sulla schiena, motivo sufficiente per farlo morire se non avessi avuto 25 kg sulle braccia ad impedirmelo.
Comunque l'ha messa dov'ero proprio sudata, ben gli sta!

V: Ma forse è meglio così... tu mi piaci troppo e non so dove mi sarei fermato se ci fossimo visti...
N: Allora è sicuramente meglio così! ^___________^

[e ogni volta penso: bene, è andata, si è arreso]
posted by sand @ 10:37:00   0 comments
Approcci schiaccianti - 30
A Treviso hanno arrestato uno stalker ventinovenne, e queste sono consolazioni quando a te ne capita uno nuovo. E' tornato alla carica quel C. protagonista di approcci schiaccianti come questo oppure questo, ma da oggi lo chiamerò col suo vero nome, cioè quello prodotto dal mio cervello mesi fa: Vaniglia.
Pensavo di averla scampata non vedendolo più e poi me lo ritrovo davanti a tradimento a lanciare scherzosi improperi perché non rispondo mai alle sue numerose telefonate (per ora tralasciamo come abbia avuto il mio numero, in quanto capitolo doloroso e ferita non rimarginata).
Insomma, ho cercato ripetutamente di buttarla sul ridere dimenticando gli insegnamenti del saggio Trap "non dire gatto..." (nonché i proverbi Thai del saggio McBesame, "l'amore è come un cono gelato con 5 palline al cioccolato sopra. Difficile volerlo mangiare senza farsi venire i baffi marroni - hai bisogno di una ceretta cara..." e "L'amore è come una pizza cipolla, salamino e peperoncino. Mangiala pure con passione, ma non chiamarmi di notte perchè hai sete che io ho sonno"). Sarà che è quel tipo d'uomo bellissimo e favoloso a cui le donne cadono ai piedi con lo schiocco di dita di Fonzie e non vedo sinceramente perché debba (o deva, come dice la Parietti quando vuole dimostrare di saper usare il congiuntivo) fissarsi con me.
Ma l'ho sottovalutato, mi sono sentita in salvo... e...

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About Me

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Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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