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martedì 26 maggio 2009
Reveries

"Ne sono uscito indenne" è una frase che non ha nessun senso. Non esiste.
E' una specie di significante senza significato, non passi mai indenne attraverso le cose... Al massimo non te ne accorgi, però è così.

Sarà stato il ramandolo che ieri sera mi ha aiutata a focalizzare questo stato d'animo in mezzo ai mille altri che si litigano il mio possesso in questi giorni. Questi giorni in cui la maggior parte delle persone non capisce perché io non possa essere "semplicemente felice".

E' che non sono indenne.

Nel bene e nel male, non lo sono. A volte ti rimangono addosso cose buone. A volte no, ma non è per forza negativo, perchè ti rende consapevole di ciò che scegli: scegliere di rimanere dopo essertelo chiesto e magari aver anche incespicato, tentennato, sofferto, è diverso dal rimanere senza essertelo mai chiesto. Non voglio essere indenne. Ogni cosa che ti rimane addosso fa di te ciò che sei.
Però cos'è che ti spinge una sera sul tardi ad aprire l'acqua della doccia, spegnere tutte le luci, tenere solo una candela, alzare finché il volume te lo permette una spece di viaggio musicale di Gorecki e rimanere lì sotto a respirare acqua e farti schiaffeggiare la pelle finché non riesci a capire?
E' che un giorno pensi di fare una sauna come le altre volte e trovi un tizio mezzo ubriaco che una settimana dopo proverà a fare il furbo e invece finirai per affezionartici. Un giorno pensi sia uguale al precedente e invece ti rendi conto che sei riuscita a dire quel nome pensando solo alla ragazza che adesso lo porta e non a quella che lo portava prima. Un giorno pensi di non aver più voglia di sopportare certi compromessi e lasci andare. Un giorno capisci che quegli gnomi che stai per lasciare fanno così parte di te che nonostante il sollievo quello che porti è uno stupro, un lutto. E' che ascolti canzoni, conosci persone che ti rovesciano e ti regalano magie, fai pensieri e grovigli, sbucci le ginocchia, trovi una giornata piena di sole e non puoi raccontargliela e pensi che ti manca, inciampi su un'altra piena di sassi e ti chiedi se è giusto che ogni benedetta volta lui ti manchi.
Sul momento non puoi accorgerti che questo ti cambia, che veder passare un aereo e sentirti felice ti cambia, che ti cambia anche il bisogno vano che senti di aggrapparti se non c'è, il modo di guardarti del tuo gatto, la telefonata ricevuta al momento giusto, l'arrancare mentre parli di una pizza per accettare che ognuno vuol bene come può e non come ne avresti bisogno. Ti cambia anche la volta in cui hai riso con qualcuno e ti sei accorta che puoi ridere lo stesso. Quella in cui hai pensato che se avessi fatto la scelta facile ti saresti persa ciò che hai di bello.
Perciò, per favore, adesso che devo far coincidere tutto questo con quello che ero sei mesi prima di averlo, adesso che da un giorno all'altro devo riuscire a metterglielo in tasca sperando che lo accetti, provando, ringhiando, ascoltando, non datemi da bere le stronzate sull'essere semplicemente felice senza pensarci.
Io non sarò mai, mai, una persona indenne.

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posted by sand @ 10:41:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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