Oceans...
my glass mask   
domenica 21 settembre 2008
Prima di morire mi faccio la tessera

Ho scoperto di essere stata 4 anni insieme ad una persona che non sa chi sia Peppino Prisco.
Voglio dire, questo è troppo; potevo sospettare che non fosse il paio mio quando ho scoperto la sua juventitudine. Ma d'altra parte ognuno nasce coi suoi handicap. Poteva averne di più gravi. Per esempio, essere juventino, berlusconiano e produttore di caffé.
E poi noi interisti siamo storicamente accomodanti.

A parte su Facchetti, sul 26 aprile '98 e su Peppino Prisco.

Si sa che siamo simpatici, ironici, brillanti. Senza l'ironia ci saremmo tutti estinti per suicidio.
Interisti sono Ale e Franz, Fiorello, Elio. Sono Gino e Michele, don Mazzi, Mina, Michele Serra. Sono tutti i Rossi in blocco: Paolo, Vasco e Valentino. Sono Severgnini e Riotta, Gino Strada e Vecchioni.
E interista era quella pellaccia di Peppino Prisco, vicepresidente. Principe del Foro, Presidente dell'Ordine degli avvocati, uno dei 3 superstiti su 53 ufficiali della Campagna di Russia. Come dire: per tifare Inter ci vogliono le palle.

E ci voleva pure l'ironia insuperabile di quest'uomo qui.

"Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta ad uno juventino, mi conto le dita."
"La gioia più grande? Scontata. Il Milan in B. E per ben due volte: una... a pagamento e una... gratis."
"L'interista più simpatico? Giacinto Facchetti. Fece un gol al Napoli in mezzo alla nebbia e venne a cercarmi a bordo campo per abbracciarmi. Ci mise tre minuti per trovarmi."
"Il miglior acquisto dell'Inter è stato l'abbandono al calcio di Franco Baresi."
"Prima di intervenire nel dibattito, vorrei che vi alzaste in piedi, per un momento molto serio: c'è una commemorazione da fare;(e mentre tutti si alzano in piedi preoccupati) ecco, quello che volevo dirvi è... Chi non salta è rossonero!" (davanti a oltre 300 persone riunite il lunedì successivo a Milan-Inter 0-3, campionato '97/98)
A Luisa Corna, collegata a Controcampo: "Ah è lei? Non l'avevo quasi riconosciuta con tutti quei vestiti addosso..".
"Un pronostico per Juventus-Milan di questa sera? Spero perdano entrambe."
"Se lo scudetto non potesse andare all'Inter, farei certo il tifo per l'altra squadra di Milano: la Scarioni, nella quale ho giocato anch'io."
"Tutti i miei figli sono interisti. Una volta mi hanno chiesto se mio figlio Luigi avesse tifato per il Milan. Ho risposto: Lui ha gli occhi azzurri ed è chiaro di capelli, mentre io ero scuro e ho gli occhi neri. Se Luigi avesse tifato Milan, avrei chiesto la prova del sangue. Perché a quel punto non mi sarei fidato neanche di mia moglie."
"Io sono contro ogni forma di razzismo, ma mia figlia in sposa a un giocatore del Milan non la darei mai."
"I festini a luci rosse dei giocatori dell'Inter? Non ne so niente, quando escono non mi chiamano mai."
"Prima di morire mi faccio la tessera del Milan, così sparisce uno di loro."

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posted by sand @ 17:59:00   0 comments
Felpa blu

Le cose non vanno mai, mai come pensi.

Questa esplosione di originalità letteraria è dovuta al fatto che bisognerebbe proprio (dovrei) che qualcuno (io) avesse il buonsenso di smettere di arrovellarcisi sopra. Arrovellarcisi è difficile da pronunciare di domenica mattina se sei sveglia dalle sei. Odio gli orologi biologici.
Giornate che saltano agilmente dall'allegria tipica dell'ape maia con tutta la rustica combriccola al panico da altare (diverso dall'ansia da scadenze in quanto la strizza viene da un momento bello, solo reale e imminente - nome scient. runaway bride) e di nuovo a una gioia quasi stordita.

Il Tomtom aveva quella felpa blu.
Con tutta la buona fede esistente sulla faccia della terra, non pensavo avesse il tempo, o la forza, per ricordarselo.

Credo che tutte queste cose, ultimamente, si vedano sulla mia faccia. Più del solito, intendo. Penso di avere, non so, qualcosa. Qualcosa sul viso.
Venerdì camminavo di ritorno dall'e.r. ed era venerdì, era il venerdì da fine countdown e mi hanno salutata, così, forse per questo, tre persone che non conoscevo.
Un ragazzo, un prete, una bambina.


Canzone del giorno:
Home - Depeche Mode

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giovedì 18 settembre 2008
Dear Sawyer

Dicevamo, niente big bang.

Meno male. Sarei stata molto seccata di non sapere come finisce Lost.


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sabato 13 settembre 2008
Canto d'amore di J.Alfred Prufrock

E di sicuro ci sarà tempo
Per il fumo giallo che scivola lungo la strada
Strofinando la schiena contro i vetri;
Ci sarà tempo, ci sarà tempo
Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri;
Ci sarà tempo per uccidere e creare,
E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani
Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto;
Tempo per te e tempo per me
E tempo anche per cento indecisioni,
E per cento visioni e revisioni,
Prima di prendere un tè col pane abbrustolito.

T.S. Eliot


Canzone del giorno: So far away - Dire Straits

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Omini nella testa e bambini nella pancia
Qualcuno si chiederà com'è che questo tempaccio sia arrivato all'improvviso. C'è chi dice che sia perché il Tomtom è stato ripetutamente carino. Chi dice sia per via di McBesame che ha smesso di chiamarmi poetessa (è passato ad un "Ciao bella", ma ho concordato con il Babu che finché non passa al "biondina" va tutto bene). E c'è chi dice che sia per aver incollato le foto del tifone di Cuba su quella certa lettera.
Tutte queste correnti di pensiero prodotte dai vari omini presenti nella mia testa hanno però dovuto lasciare il posto all'ipotesi più probabile e razionale: ieri sono andata a fare quel controllo. Ed è scoppiato l'uragano.

JJ anche questa volta è stata molto gentile ed imperturbabile, e quando ho visto che ha provato per mezz'ora ad accendere il monitor dell'ecografia senza prima inserire la spina nella presa, ho capito che era fatta apposta per me!
Un po' meno, magari, quando ha cominciato a chiedermi "Sarebbe proprio un problema una gravidanza?" con aria maternamente dispiaciuta. Ma insomma, anche la sala d'attesa era divertente, con la ragazza con pancione che sceglieva il nome per il pargolo e dal cilindro estraeva idee fantastiche come Blu, Cleopatra, Henry.
La più simpatica però è sempre la mater che si mette a guardare le foto del mio utero ed esclama di colpo: "Ehi, ma qui c'è un bambino!".
Io la guardo, guardo il nipotino.

"Mamma, se quello fosse un bambino sarebbe UN TESCHIO!"

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mercoledì 10 settembre 2008
In caso di Big Bang
Se oggi fosse arrivato, credo che avrei perso molto più tempo a schiacciare foglie secche con le ruote della mia bici.
Se fosse arrivato, avrei salutato tutti quelli che mi sembravano simpatici per la strada e ascoltato solo belle canzoni e messo dei braccialetti tintinnanti e mi sarei seduta a guardare la notte.
Alla fine, hanno detto, niente big bang.
Non che mi ci fossi preparata, in mezzo a questo cancan di gente che si toglieva sfizi e metteva a posto le cose. Però, ecco, se ci avessi pensato credo che avrei voluto sentire il Tomtom.
Nessuna romanzesca dichiarazione, però se mi avessero detto "domani il mondo finirà" penso che avrei voluto parlare un po' con lui. Prenderlo in giro, dirgli: son qui che ti aspetto. Chiedergli se mangia, se dorme, se è stanco.

Poi mi sono ricordata anche di quel gioco che girava anni fa: cosa faresti se ti dicessero che hai un giorno di vita? Io rispondevo sempre il mare.
Ecco, oggi non ci sarà il big bang; probabilmente non chiamerà neanche il Tomtom e non sembra una giornata diversa dalle altre, però McBesame era in vacanza e ha telefonato e mi ha detto all'improvviso: "Aspetta, ti faccio sentire il mare."


Canzone del giorno: How do you say goodbye? - The Engineers

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lunedì 8 settembre 2008
Trolley fantasma, muscoli fosforescenti e pc conquistatori
Simpatica giornata, nonostante gli asini inglesi. Il pc del boss che impazziva e prendeva possesso del suo studio, per esempio.
Tutto è cominciato con un innocuo: Novella, deliziosa Novella (cotanto era il grido della sua anima), potresti tradurmi questo documento? Aspetta che te lo stampo...

E da quel momento e per i ventiquattro minuti successivi la stampante ha farcito l'intero studio con TUTTI i documenti contenuti nella cartella, in TRIPLICE copia, nonostante la tecnologia supersonica, gli annullamenti, le garbate imprecazioni del boss che è sempre molto charming anche quando si infervora, se ci sono io.
O cose tipo: riuscire a parlare con Amir contemporaneamente via telefono, skype, msn, sms, chat di fb con una frase di qua e una di là da ricomporre in stile puzzle.
O andarsene a spasso con una grande valigia vuota (c'era un motivo scientificamente provato per questo). Soprattutto quando in stazione incontri un propositivo galantuomo.

Cittadella - partenza.

"Il treno proveniente da Bassano del Grappa e diretto a Padova delle ore 8.23 arriverà al binario 4 anziché al binario 1"
UdV: signorina, aspetti, l'aiuto.
N: oh, ma no ma no.
UdV: ma ha un trolley così grande! glielo porto io!
N: non si preoccupi grazie, ce la faccio.
UdV: oh via, serviranno a qualcosa questi bei muscoli!
N: guardi che davv--
UdV: ma! è vuoto!!
N: che dice! sarà lei che ha troppi di quei bei muscoli...

Camposampiero - arrivo.

UdV: ...Mh? La stazione è diventata verde e gialla?
N: Valigie vuote, stazioni fosforescenti... è sicuro di sentirsi bene?

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Tenere allusioni mancate da parte di un orso inglese
Conversazione con la Salvietta sul Tomtom delle serie: ma se hai tempo per controllarti la posta, asino, anche se sei di corsa non riesci a scrivermi solo un "ciao qui tutto bene"?

S: è solo in etiopia. con le pulci. ed è british.
N: british un corno, non è mica un messaggio latino dire "ciao tutto bene"!
ti concedo che il ciao forse è troppo espansivo...
S: in effetti
XD
N: e anche il "tutto" è un po' sbilanciata come parola...
S: òmeni i xé!
N: ...facciamo "bene" e via!
S: XD
N: in effetti pensandoci la parola "bene" potrebbe sembrare una tenera allusione...
S: vedi.
N: ...capisco perché non mi ha scritto.
S: tutto torna!

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sabato 6 settembre 2008
Pescare con l'alta marea
Ieri mi sono svegliata, ho aperto gli occhi ed ho allungato il braccio alla mia destra per infilare gli occhiali.
E sono diventata cieca.
Dopo due lunghi, interminabili secondi, avendo realizzato che quelli erano gli occhiali da sole, mi sono messa a cercare a tastoni quelli da vista.
Quando una giornata inizia così bene, legge di Murphy dice che non può che migliorare (per la cronaca gli occhiali erano per terra, assieme al cuscino che ricordo essere precipitato ad un certo punto della notte sul mio ginocchio, e da lì rimbalzato sul pavimento; resta ancora da scoprire come mai un cuscino che dovrebbe stare sotto alla mia nuca sia piombato sul mio ginocchio).
Infatti quando ti svegli all'alba con un diluvio da piena tristezza autunnale, all'E.R. ti fanno letteralmente andare in crisi con 1000 cambi di piano consecutivi, gli esami s'infittiscono di odiosi ostacoli burocratici che ti fanno cascare le braccia, hai una nausea come neanche dopo il pranzo di Pasqua e non puoi nemmeno uscire a prendere aria per vedere le cose con più prospettiva e non farle così giganti, e in tutto questo il Tomtom ancora non si è schiodato dalla sua Etiopia e la zanzariera evidentemente non è il mantello che, assunta la sua identità segreta, lo porterà in volo accanto a te per 3 semplici minuti, beh...
...dov'ero rimasta?
Ah, sì.
E' simpatico.
Dopo cotanta simpatia legge di Murphy dice che è cosa buona e giusta proseguire incastrando il tacco nel treno proprio quando devi scendere. E rimanere sconsolata nella tua scatoletta che non vuole saperne di mettersi in moto. E non ricevere i soldi che aspettavi. E trovare un biglietto di un paio d'anni prima che accompagnava un mazzo di fiori che proprio non riesci a capire da chi arrivasse. E la Mosca che ti fa analisi psicologiche spicciole. E dall'E.R. continuano a chiamarti anche se sei a casa. E tua mamma ti porta un vecchio post-it in cui avevi scritto "Chiamare Marta" accanto allo scarabocchio di un dolce porcellino rosa.

Ero così sull'orlo di una crisi di nervi che è stata una meraviglia quel ragazzo che, senza saperlo, mi ha fatto trovare la frase perfetta per la mia acqua alla gola.
"Non si può pescare con la bassa marea".
Bentornata, prospettiva.

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giovedì 4 settembre 2008
Quindici
Quindici lune e qualche spicciolo ancora per immaginarti quando arrivi un po' in ritardo, con il fiato grosso, e mi sfiori la testa con le dita.
Quindici più o meno al tuo ritorno, e poi ci sarà tempo per scoprire di nuovo la facilità di quello che prima di te sembrava difficile, sembrava ruggine e lontano.
Ci sarà il tempo per un tuo sorriso che gli altri non vedono, per riposarti, per guardarti le spalle e restare in silenzio e parlarsi e fare l'amore. In fondo basta spostare qualche scatola dal pavimento per tornare a camminare. Ci sarà spazio per cercare di capire, per sentire i tuoi racconti e ridere quando ne dimenticherai qualcuno.
Ci sarà spazio per scovare una panchina e dei fuochi d'artificio, e parlare piano di un giorno di maggio dai contorni sfocati, di asfalto ruvido, di carne fredda nel piatto.

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posted by sand @ 22:38:00   0 comments
Qualcosa di agrodolce
Sembri sceso dal cielo e non te ne accorgi neanche, è straordinario il modo in cui mi rendi malleabile. Resto inerme impassabile davanti a quel che sei.. Capisco quel che sei ma non riesco a toccarti in profondità.

Ed io di te mi incanto, ma non riesco a toccarti a fondo. Ed io di te mi sfamo, ma non riesco a toccarti a fondo. Ed io di te mi incanto, ma non riesco a toccarti a fondo. Ed io di te mi sfamo, ed io oh oh oh.


Vorrei accarezzarmi l'anima così come fai tu con me, ricerchi un dolce equilibrio senza sapere di averlo trovato. Come sei fortemente labile ma sicuro d'aver già vinto.. e cosa sei?
Cosa sei? Cosa, cosa sei?

Ed io di te mi incanto...


Io sento i miei giorni sempre uguali, cosciente che l'attimo dopo cambierà. E sogno paesi dal cielo rugiada, il suono di tanghi argentini per strada. E sento la tua voce che mi guida verso il mare d'Irlanda e poi.. sulle spiagge dell'Africa.



Valentina Lupi

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mercoledì 3 settembre 2008
Murmur

Please be my peace, my rain, my shelter..


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posted by sand @ 22:26:00   0 comments
Esami, sonno, strani discorsi e strani amori
Esami. Sonno. Traduzioni sulle elezioni americane ed il confronto Obama/McCain. Compositions sulle elezioni americane ed il paragone storico Obama/Luther King.
Sonno.
Poi convinci Fra a marinare il lavoro per bere uno spritz, ti siedi al bar e ad un certo punto ti accorgi che sono tre ore che sei lì, tu con Fra e poi tu con Fra e Carlo e poi tu con Fra e Carlo e Josi. E ad un certo punto ti ricordi anche che non hai mangiato, e questo + alcuni spritz + la mancanza di sonno fa strani effetti ai tuoi discorsi (e anche a quelli di Fra e alle sue richieste sessuali).
Poi torni a lavorare e all'E.R. devi avere l'aria di una che ha appena fatto una maratona ed è stata investita da un trattore con rimorchio sulla linea del traguardo, perché sono tutti a chiederti "Ma quanto sei stanca?".
Che poi siccome lo sport ospedaliero in realtà non è né il ciclismo né il golf ma è farsi gli affari altrui, specie dei nuovi arrivati, devi sempre guardarti dai loro astuti tranelli per sapere chi vedi, dove vai, cosa leggi.
C'è la segretaria, che è tanto carina ma è la gazzetta online (che si differenzia da quella cartacea per la maggiore velocità di diffusione).
C'è il boss, che lo fa per amore dopo che la settimana scorsa sei precipitata fra le sue braccia perché camminavi assorta sulla salute del Tomtom e non hai visto che ti veniva incontro per parlarti, poi lui ha quest'abitudine di farlo a 1 millimetro di distanza dalla tua faccia... Così tu non ti sei fermata, lui non si è fermato... E Cupido fu!
E poi c'è McBesame che è tanto gentile ma te lo trovi dappertutto. Il che non è esattamente una scena disgustosa trattandosi di McBesame. Però fra mail, telefonate, messaggi e appostamenti in reparto sta facendo un lavoro certosino di scavo archeologico.

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posted by sand @ 11:49:00   5 comments
About Me

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Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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