"Difatti io dico sempre: spero di non morire sotto Berlusconi. Non per la mia età, perché potrei andarmene anche domani, ma per il fatto di avere un po’ di speranza sulla vita e sull’umanità. Direi che Berlusconi non è un uomo che dà speranza. Eppure, c’è una poesia di Garcia Lorca che di New York dice: 'Voglio che un bimbo negro annunci ai bianchi dell’oro l’avvento del regno della spiga.' Perché a volte, vede, guardandosi intorno, si dice questo mondo economico dove tutto è virtuale, anche l’economia è virtuale... E allora a un certo punto diciamo: ci vorrebbe una grande crisi per ridimensionare questa cosa. Però, purtroppo, la grande crisi prende sempre di mezzo la povera gente... Ma piuttosto che una guerra, è meglio una grande crisi per stravolgere un po' questo mondo, per metterlo sulla strada giusta, per far capire che non è più la borsa che deve governare."
Quand'ero piccola, come molti altri ho imparato la poesia "Che dice la pioggerellina di marzo?". Non ricordo di averla studiata a scuola, a me l'insegnava mia mamma, infatti qualche verso è differente da quelli che trovo nei sussidiari. Ecco, l'altro giorno si parlava di questa poesia, chiedendoci se si trattasse di un'anonima filastrocca sopravvissuta al secolo o se invece avesse un autore famoso, qualche insospettabile Pascoli o Rodari (dopo "Per fare un tavolo..", chi può dirlo?). Non conoscevo Angiolo Silvio Novaro, che ho scoperto da vari siti internet esserne l'autore, ma dopo aver scovato il mio uomo in 2 minuti grazie a google e wikipedia mi è presa l'ennesima nostangia per il più lento fruscio della carta. Fino a qualche anno fa, per sciogliere il mio dubbio sarei dovuta andare in biblioteca, girare nella penombra fresca degli scaffali, perdermi affascinata tra i libri più antichi e più alti oppure chiedere al ragazzo nell'ingresso di aiutarmi. O mi sarei arrampicata nel ripostiglio per cercare la valigia coi miei vecchi libri di scuola, e lì abbarbicata avrei frugato, sfogliato, sorriso alla ricomparsa di vecchi ricordi, a uno scarabocchio, tossito per la polvere, impegnato parte del mio tempo. Credo che impegnare parte del proprio tempo per ottenere qualcosa significhi trovarne anche molte altre. Anche per un obiettivo piccolo, scoprire che il raggiungerlo ha un prezzo, una certa fatica, non si ferma lì. Le vecchie ricerche scolastiche, ricordo, si facevano con mille libri aperti sul tavolo, schemi per riassumere tutti gli elementi trovati, titoli e cartine geografiche da ricalcare sulla carta velina al posto di siti internet e stampanti. Si imparava a vivere anche imparando a cercare.
"Il mare che spesso ci minaccia talvolta è anche misericordioso. Ingiustamente l'avevo maledetto."
W. Shakespeare -La Tempesta
Il mare che a volte ci minaccia, serve a farci capire. Se sappiamo guardarlo negli occhi - non dico come Achab, basterebbe un pesce. (Talvolta capita che serva, dice Shakespeare. Dice anche Brezsny.) Talvolta inciampi in un momento di crisi, un momento di paura, di piccolo dolore, un momento che stride come un cluster (sui tasti in fondo al pianoforte). E qualche volta, ma solo qualche volta, capita che questo incespicare ti permetta di vedere cose che passavano avanti. Sì che è stato un momento in salita. Sì che un poco le ginocchia me le sono sbucciate. Ma poi ho riguardato momenti passati che suonavano armonici e piani, momenti-cerotto, momenti poi insipidi, inutili, rinchiusi, turistici, comodi, bambini. Ho ripensato a quello che credevo fossero, a quello che ora so che non erano. E a quello che so che erano. Momenti di verbi. Momenti sottili, sguaiati, mediocri. Momenti seduti. Ho ripensato al mio viaggiatore che sbaglia e scivola e poi ci mette la faccia, senza mentire, senza perdere tempo; che ha le spalle forti senza palestra, e mi sono proprio sentita fortunata, forse anche un po' brava.
(Canzone del giorno: Respect the wind - Van Halen)
Mi stavo preoccupando. Cose tipo: ieri ho fatto tutte le ricariche che potevo al Tomtom, quella Vodafone e l'Edicard e tutta beata quando sono tornata a casa la Vodafone mi ha scritto: Oh!! Brao mona, fai fai le ricariche agli altri che tu non c'hai manco un euro nel cellulare, te n'eri accorta? O cose tipo: io che dico al Babu che se George Clooney bussasse alla mia porta con un Martini e un mazzo di fiori... io non ci starei. Ma mica perché avrei paura di farmi scoprire (che essendo George, secondo lui il Tomtom capirebbe). Perché non m'interessa!!! Insomma, For-Heaven's-Sake, mi stavo giustamente preoccupando!!! Allora ho postato nel gruppo fb dedicato al Salottino un sacco di vecchi video del Salottino, bravi vecchi video alcolici e casinari che mi riportano ad essere la ragazza seria di un tempo, mica questa qui che per un orso marinaio risponde "no party" al povero George, ma scherziamo! E chell'è! Questa mattina, poi, per completare il tutto, ho trovato (l'ho proprio trovata, dal momento che me l'avevano nascosta negli stivali) la mia calza autoreggente rossa della befana... ma la cosa migliore è il biglietto. E come disse sempre il Babu quando raccontavo delle befane che mi organizzavano da piccola, "Capisci perché è venuta su così?"
Titolo: Befana per bambine adulte (c'era pure la foto di una modella seminuda con una calza in mano disegnata sopra, devo dire che all'inizio avevo pensato male...)
La befana la xe vegnùa co' un pacchetto pa' a putea a ga dito che la xe bea e siccome che a gà alta a glicemia a ghe assa anca a ea na sciantina de porcaria da magnare con cautela pa' no fare la porsela. Serca ancora perché a gà sconto na calseta impienà de momoni, sta disgrassià! Serca a calsa col reggicalse parché no'a te sbrissia co te te pieghi par fare a dispettosa coa gatea, poareta ea! Che a xe l'ultima restà che a se assa cocoeare da una ragassa un po' passà ma a sentire el primario, molto speciale! Auguri tanti par el finale che torne Mirko a sopportarte che te ghea moi de magnar nutella par rifarte dea mancansa col sùcaro! Ciao! El Befanòn Nicola e to mama in combinassiòn!
"Devo studiare la politica e la guerra in modo che i miei figli abbiano la possibilità di studiare la matematica, la filosofia, la navigazione, il commercio e l'agricoltura, per poter fornire ai loro figli la possibilità di studiare la pittura, la poesia, la musica"
E di sicuro ci sarà tempo Per il fumo giallo che scivola lungo la strada Strofinando la schiena contro i vetri; Ci sarà tempo, ci sarà tempo Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri; Ci sarà tempo per uccidere e creare, E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto; Tempo per te e tempo per me E tempo anche per cento indecisioni, E per cento visioni e revisioni, Prima di prendere un tè col pane abbrustolito.
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.