Oceans...
my glass mask   
venerdì 29 febbraio 2008
Felicity mode
Cos'è il Felicity mode, o Felicity style? E' quella modalità per cui scegli di fare le cose che contano davvero, e tutto quello che fai te lo prendi a cuore, ci metti tutta te stessa, perché ci credi. Come faceva Felicity, appunto. Non è un noioso "selezionare", è un "impegnarsi" con qualche sana punta di carpe diem. Un gioioso ed idealista prendere a testate la vita.
E' quella parte di me che cerco di recuperare appieno. Anche quando McStalky manda sms carini e in confronto a Danny sembra Casper. Anche attraverso cose stupide.
Passando una giornata come quella di oggi, in bilico perfetto tra lo studio (di quelli che hai voglia di spaccare il mondo e capire tutto e sapere tutto e concentrarti su quel corso come non hai mai fatto in vita tua) e le pure cavolate, le bolle di sapone. McLibri e McBubble. Di cui fanno ovviamente parte a pieno titolo i McChicos.

Partiamo da un presupposto: i McNomi non hanno niente a che fare con una certa catena internazionale che produce hamburger e inquietanti pagliacci. I McNomi sono parte integrante di Novella e di ciò che le ruota attorno, bisogna guadagnarselo, un McNome. Non è uno dei tanti soprannomi che affollano il mio cervello, un McNome è qualcosa di più, una specie di promozione all'interno della mia vita, o meglio del McBrain (che è diverso). I McNomi però, pur ruotando strettamente attorno a me (e quindi non solo di passaggio), non entrano mai all'interno del cerchio che essi stessi formano. Voglio dire che difficilmente avrà un McNome qualcuno che mi è effettivamente amico. O nemico. Potrà succedere per motivazioni particolari, ma non sarà l'essenza del McNome. Salvietta è Salvietta, al massimo Torsolo, ha un soprannome ma non ha un Mc. Lo stesso Zeno è ormai troppo "Zeno" per essere Mc, anche se ne sarebbe decisamente degno.


Ecco che oggi ho gioiosamente trovato un sacco di McCandidati, ed è questo che, stupidamente, mi porta più vicina al mio Felicity style.

C'è il Colonnato, che meriterebbe decisamente un nome migliore data la sua avvenenza fisica, ma l'unica volta che l'ho visto era appoggiato ad una colonna del Maldura e così...
C'è McBike, un forte candidato meno carino (meno carino anche del suo McFriend, che Ale preferiva) ma dallo sguardo intelligente e dal piglio che conquista, è uno di quelli che "se la prendono", nel senso positivo del termine, nel senso-Felicity. Tanto che dopo che l'avevamo perso di vista alla fine di una specie di comizio cui ha partecipato, Ale l'ha rivisto girare per una viuzza ed io gli sono corsa dietro per mezza Padova, e quando scrivo corsa intendo proprio che mi sono messa a correre... Però l'ho perso. Maledetta McBici!
C'è McSinger, che è un uomo difficile da descrivere ma il modo in cui si è semplicemente messo a cantare (e a sorridere) in mezzo alla strada, da posato che era (l'aspetto più o meno di un simpatico contabile), mi ha regalato una voglia di sorridere che mi torna addosso ogni volta che ci penso.
C'è McFasci, che si è meritato questo nome per l'assonanza con McNazi, dopo un discorso-su-sgabello (contrastato dal beloved McBike) culminato più o meno con un "Siccome sono razzista, non stuprerei mai una negra!!!"

Perez non ha ancora un Mc, perché non ne abbiamo trovato uno adatto. Lui sarebbe già promosso. Lo apprezzo come prof da anni, ha una capacità ed una disponibilità verso gli studenti, pur non facendo mai l'amicone, che valgono da sole un piedistallo. E poi è Mr.Charming, con quel modo di scostare la giacca mettendosi la mano in tasca quando spiega, con quel fascino alla Banderas e la voce che a tratti diventa quella di Gianni Morandi... Quindi, sì. Sarò la sua concubina.

Canzone del giorno: It's a beautiful thing - Ocean Colour Scene

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giovedì 28 febbraio 2008
Rispetto 2
Detto questo, mi sono messa a pensare al rispetto, per via di alcuni discorsi fatti (o meglio, sfiorati)..
Insomma, senza mai prescindere da una certa indispensabile dose di sensibilità nel relazionarsi con le persone, davvero è rispetto trattare qualcuno che va verso i 30 da bambino, nascondergli la verità, doverla mistificare per anni, anche se è normale, se è giusta, perché "non ci stia male", e dover misurare costantemente ogni parola, anche le battute più innocenti? Davvero il rispetto è questo e non una sincerità che dimostri di tener conto dell'intelligenza di quella persona? E non sto parlando di una sincerità fine a se stessa, per ferire. Solo un mettere le cose in chiaro con qualcuno cui tieni, perché se lo tratti da bamboccio tutto il tempo non ci credo, che tu ci tenga davvero. E' un pelouche.
E' rispetto opprimere qualcuno costantemente, ogni volta che lo vedi, facendo pesare un passato che potrebbe essere un ricordo piacevole, un riferimento buono (anche per il presente), un pensiero cui affezionarsi, e rendendolo invece causa di disagio, di distacco, di fuga, senza nemmeno chiedersi se una simile reazione è causata proprio da questo? E' rispetto imporsi ad una persona, volerla obbligare a mantenere le cose come prima quando sono così evidentemente diverse da prima?

Canzone del giorno: Take it with me - Tom Waits

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Rispetto 1
Sono partita da quell'ignominia che è la recente dichiarazione del signor B. su Biagi, quella per cui lui non l'ha mai cacciato dalla Rai con l'editto bulgaro ma anzi ha tentato in tutti i modi di farlo restare, solo che Biagi proprio se n'è voluto andare per arraffare la liquidazione... e Riotta (che un tempo, prima che diventasse direttore del tg1, credevo un giornalista) mentre lo ascolta si spezza la schiena pur di non ribattere.
Sono finita, non so come, ad un vecchio filmato in cui Cuffaro attacca in diretta Falcone con una meschinità che non oso descrivere; guardandolo teorizzavo sulla mancanza di rispetto, ma in quell'occasione siamo talmente lontani dal concetto che non è neanche da nominare, nel senso che per certi abissi non puoi neanche scomodare una parola del genere, nemmeno se si tratta di denunciarne la carenza.
Ecco, io credo una cosa: ci sono poche cose, e persone, che nel mondo meritano un rispetto assoluto, totale. E ne soffro, io che sono così idealista in modo anche stupido, che mi getterei nel fuoco pur di trovarne.
Però, e non mi perdo in spiegazioni, non toccate Giovanni Falcone. Non sfioratelo neppure.

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mercoledì 27 febbraio 2008
More than the world itself
Il coinqui mi ha parlato dei miei primi journals su dA.. Mi sono messa a rileggerli. Mi ha fatto piacere ritrovarne alcuni, e mi è venuta voglia di riproporli qui... non tutti, ovviamente. Due o tre. Rigorosamente in ordine di arrivo, quindi non c'è da preoccuparsi per il tenore di questo, gli altri sono decisamente divertenti.

Journal Entry: Sat Sep 23, 2006, 12:01 AM
Every time I watch a film or I dream, everytime when in a film or a dream someone dies, there is a lapse of time, maybe a short lapse of time, while it's you that is dying.
It doesn't matter. I cannot rescue you.
How many people die in that way every year? How many boys or girls have died since May, 17?
Many... too many, perhaps. Millions of people die in the world. How many are they everyday? I don't know. How much can your death matter for the world?
Nothing.
But for some of us, for me, it matters more than the world itself.

Canzone del giorno: I wanna be sedated - The Ramones

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martedì 26 febbraio 2008
McGuaio

..Ho appena distrutto una delle librerie della mia stanza...

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Neverending Nebbia
Risolta la questione governativa per cui effettivamente Patafix non è Idefix, e nemmeno un altro personaggio da Asterix il Gallico ma davvero solo una pasta, posso dedicarmi ad argomenti più superficiali.
Qualche notte fa ho guardato fuori dalla finestra, sarà stata l'una, l'una e mezza, e non si vedeva nulla ad un metro di distanza.. un metro, ma che dico un metro, ad un palmo! C'era proprio il muro di nulla, cercavo di vedere qualcosa ma il mio giardino non esisteva più, inghiottito in un'assenza che poteva venire direttamente dalla Storia Infinita. La parte affascinante era che proprio per questo, pur trovandosi sotto il mio naso, avrebbe potuto essere a centinaia di km in realtà. E allo stesso modo mi sono messa a pensare alle persone lontane da me, quelle a cui voglio bene, che paradossalmente avrebbero potuto essere lì sotto, proprio lì sotto. Quasi a distanza di sussurro.
McM, che è riuscito a chiamarmi ieri per cinque minuti, dice -pazzo- che ama guidare con la nebbia, con la neve, con la pioggia. A me sono sempre piaciute, in effetti.. non in macchina però, parlo di prima, di quando non guidavo. Adoravo il periodo in cui alzavi il naso come un cuccioletto selvatico per annusare la neve che stava per arrivare, per sentire l'aria che si fermava. Quante discussioni con mio papà, che invece avrebbe imprecato volentieri, dovendo andare al lavoro. Era qualcosa di magico! Faceva parte del mio lato pollyanna anche più del sole (non dei riflessi però). E poi, quand'è stato che ha cominciato a diventare una seccatura anche per me?
Non è solo questione di dover andare a lavorare, è uno stato d'animo differente, un modo diverso di vivere e di interpretare quello che ti succede.. Per fortuna non è completamente così. Ieri sera sono tornata a casa con la nebbia e mi piaceva, mi sentivo bene, sarei andata avanti. E ancora, se piove mi perdo a volte a guardare più le goccioline che si spiaccicano sul vetro che la strada oltre il vetro stesso.. ok, forse questo non dovevo dirlo. Poi, quando sento che ho proprio bisogno di salvarmi, posso imbacuccarmi completamente ed uscire a piedi. Quella è tutta un'altra storia. E' il tempo che si ferma per permetterti di essere ancora solo quello che sei, e non quello che devi essere, quello che hai bisogno di essere o quello che ti chiedono di essere.
Probabilmente ieri sera ho pensato più al lato "adulto", nel senso negativo del termine, contagiata nell'umore da una sciocchezza che mi è capitata al pc.
E' strano come basti un episodio insignificante, comprensibile anche, per farti rimanere male e tirarti giù dal tuo arcobaleno.. no, va bene, ho imparato a conoscermi ormai e non è strano affatto. Sono io.
Così oggi sono tornata a prendere la mia goccia di cristallo, e non c'è il sole che la possa attraversare per farmi sentire Pollyanna, però anche averla davanti non è male.

Ho dimenticato di fare gli aggiornamenti: McStalky era passato di botto a 10-0 contro il mio bodyghost (che ultimamente è portato per l'ammutinamento, lo sento irrequieto): ha fatto un paio di balzi con il suicidio virtuale e anche con la convinzione che se io gli permettessi di parlarmi torneremmo insieme e tutto funzionerebbe come una favola
(...). Fortunatamente Danny si è un attimo riscosso, ha segnato cinque goal in un colpo solo quando l'ha fatto sparire (per la seconda volta; non sarà l'ultima ovviamente) nel modo in cui è sparito.
Oggi sono andata all'ultimo appuntamento dal dentista. Era così dispiaciuto che mi ha detto che mi richiama lui tra sei mesi per farmi tornare, e siccome devo passare a pagarlo ha spalancato le braccia e mi ha assicurato che quando voglio lui è là. Che affettuoso.

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domenica 24 febbraio 2008
La mia Specola
Bene, ho appena provato questo test ed il risultato è stato devastante. Non sono riuscita in nessun modo, dico nessuno, a vederla girare in senso antiorario. Non socchiudendo gli occhi, chiudendoli, girandomi, fissandola... niente. Io non voglio essere così priva di senso pratico! Ci provo sul serio.. forse è il senso pratico a non volere me.
A proposito di non-senso pratico, ho nostalgia della Specola. Ci ripensavo in questi giorni, perché il 20 febbraio è passato velocemente, leggero quasi, con la scusa dell'esame.. ma essendo il mio cervello qualcosa di altamente groviglioso non è che questo mi abbia fatto piacere, anzi. Mi sono sentita in colpa. La sindrome del sopravvissuto.
Sindrome, fra l'altro, che mi ha fatto rispondere brutalmente a McStalky che ieri era passato alla fase-suicidio. Mi dispiace. Però la sua sul "voler morire" è stata una frase davvero, davvero idiota. Perchè quattro giorni fa ho festeggiato da sola il compleanno di una persona che era per me una sorella. Ecco, quello è morire. E lui è un idiota.
Imperdonabile idiota. Mi ci vorrebbe un po' di Specola. Camminare un po', rimanere in silenzio a guardare l'acqua, scrivere. Leggere qualcosa. Me li ricordo, i libri che ho letto lì in quei giorni. In quelle ore. Mi ricordo tutto quello che ho pensato, quello che ho visto. Mi ricordo perfino le persone, e sono passati quasi due anni.
Mi piacerebbe avere qualcuno da voler portare lì, cui voler far sentire quello che ho sentito io, senza bisogno di raccontarlo.. di quelle persone con cui senti di stare bene anche in silenzio, un silenzio di qualità molto diversa da tutti gli altri che potrai mai avere. Ce ne sono pochi, di silenzi così. E quando li trovi, sai che ti ci puoi abbandonare. Ecco, io vorrei conoscere domani qualcuno che mi regali quel suo silenzio, perché io gli possa regalare quella mia specola.

Canzone del giorno: Everything - Alanis Morissette

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venerdì 22 febbraio 2008
Grazie a Zeno...
30 e lode! *___________*

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giovedì 21 febbraio 2008
Piccole cose disarmanti
McStalky mi manda gli auguri per domani. Poi finge di sbagliare destinatario e mi manda un altro messaggio in cui vuole chiaramente farmi sapere gli affari suoi. McM, in compenso, è da due giorni che prova a chiamarmi, da quell'angolo di mondo in cui s'è andato a ficcare, e ogni volta pensa bene di digitare il mio nome su quei tastini appena io scendo per andare a cena.
Qualcosa è cambiato. E' la prima volta, in tutti questi anni, in cui non faccio la doccia serale appena prima di un esame. Va beh, l'ho fatta stamattina. Il punto è che ho sempre avuto bisogno di quella doccia lunga e calda, mi serviva a tranquillizzarmi e chiarirmi la mente, era uno di quei piccoli riti irrinunciabili che a un certo punto entrano a far parte della tua vita e da quel momento in poi non hai la più pallida idea di come tu abbia fatto tutto quel tempo senza. Come il microonde.
Lo so, suona stupido. Suona terribilmente stupido. Magari lo è, ma mi sono sempre lasciata guidare da questi particolari per capire le cose.. penso lascino vedere molto più di quello che sembra, se appena stai attento. McStalky non capiva mai. Diceva che erano solo piccole cose, che non erano importanti. Vero. Ma le piccole cose ti parlano sempre di quelle importanti. Non mi sono mai innamorata con i paroloni, mi sono sempre lasciata fregare da un certo modo di muovere le mani, da un polso, da un biglietto; non posso farci niente. Credo rivelino una persona con una verità che mille discorsi non ti potranno mai dare.
Ho visto poche storie finire per motivi impegnativi; molte di più si aggrovigliavano su una questione inutile, banale. Sì che siamo stupidi, ma non abbastanza per buttare via anni di sentimenti perché lui non rimette il tappo al dentifricio, credo. Quindi se ti dà tanto fastidio che lui non lo faccia, o se gli hai spiegato che per te è tremendamente importante che lui lo faccia e lui ancora non lo fa, vorrà dire qualcosa, no?
Lo so, potevo trovare un'analogia migliore. In quest'ultimo anno, poi, ne ho avuti a sacchi di buoni esempi.. Fa niente, domani a quest'ora starò brindando, a un esame passato o a una rottura di scatole non tolta, chi lo sa, di sicuro continuerò a farmi fregare dalle piccole cose. McPolly.

Canzone della sera: Disarm - Smashing Pumpkins

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mercoledì 20 febbraio 2008
McDubbio
Aizzare McNazi per liberarmi di McStalky o aizzare McStalky per liberarmi di McNazi...?

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posted by sand @ 21:48:00   1 comments
McPost
McStalky non ce la fa... C'è. Notte e giorno, mail e messaggi. Sempre molto psycho con i suoi gradi diversi di atteggiamento. Su e giù. Su e giù. E su. Sta strabiliando Danny (McGhost? In effetti, data l'origine della citazione, è sia molto Mc che molto Ghost), siamo già al Fieramosca - Danny: 3 a 0.
Io nel frattempo sbaglio tutto quello che posso sbagliare: auricolari per il cellulare, date degli esami, persone che devo vedere... perfino i sogni.
Oggi è il 20 e sto tentando di fingere che non lo sia. Ma il fatto che l'esame sia venerdì e non domani mi lascia quel tanto di spazio libero in più nel cervello per poterci pensare. McBrain.

Canzone del giorno: Song to say goodbye - Placebo

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posted by sand @ 10:54:00   5 comments
martedì 19 febbraio 2008
Banalmente, malinconia
Sto rimanendo troppo a lungo con me stessa, e si sa che la cosa è pericolosa, data la mia testolina cotorta. Ne è riprova il messaggio ricevuto ieri sera..
Ieri sera. Sono uscita prima dal corso (ancora Istituzioni Parlamentari Europee, però stavolta ci siamo visti un bel filmato sulla vita di Altiero Spinelli) perché dovevo tornare a studiare. Però quando mi sono trovata in macchina mi sono resa conto che non avevo voglia di tornare a casa, avevo bisogno di stare ancora per strada, di girare e non pensare e mantenere il più a lungo possibile quel momento. Troppe pressioni con la luce accesa, l'esame e il lavoro e lo stalker che imperversa su tutti i miei schermi, e molto, angoscioso, futuro. Vorrei davvero avere la linearità di alcune persone che conosco. Davvero. Ma è la cosa più lontana dal mio modo di essere fin da quando sono nata, purtroppo. Così ho fatto un po' di giri, ad un certo punto stavo per andare a Bassano ma ho cambiato idea, e sono finita nell'unico altro luogo che per certi versi avrei potuto chiamare casa. Un luogo che mi rassicurava vedere, come se fossi tornata ai bei vecchi tempi in cui, quando mi saltava, prendevo la bici e passavo: Marta.
Era tardi, e questa è stata la scusa ufficiale con me stessa per non entrare in casa sua. Ne trovo sempre di buone.
Ieri l'avevo pensata parecchio. E' incredibile come ancora la mia vita si basi così tanto su di lei, è come aver perso un braccio, una cosa così, magari la testa ti dice che non ce l'hai più ma non puoi farci davvero i conti, continuerai a cercare di grattartelo fino a un attimo dopo che la tua mano avrà trovato il vuoto. Mai un attimo prima. E' sempre un attimo dopo.
E' quell'attimo dopo che mi frega ogni volta. Cerco di non parlarne, in fondo a maggio saranno due anni e vanno tutti avanti così bene. Il problema, ecco, è che le ultime due cose che hanno fatto Marta e Giulia non riguardavano quei "tutti". Riguardavano me.
C'è solo una persona con cui, ancora adesso, mi sento a mio agio al riguardo. E mi manca, mi è mancato ieri sera. Mi manca da quando mi è venuto a cercare perchè al funerale avevamo lo stesso sguardo, mi manca da quando ci sedevamo sui gradini a parlare, da quando sceglievo i titoli per le sue foto, da quando era l'unica persona che lasciavo avvicinare quando non vedevo nessuno, non parlavo con nessuno. Non serviva fare molto. Però bastava per ritagliare via dal tempo i momenti che c'erano. Ne erano fuori, sospesi. Ieri, quando giravo per guadagnare tempo, Dio solo sa da cosa, forse dalla realtà, mi è sembrata quella sera in cui mi riportava a casa dopo che avevamo parlato e sapevo che probabilmente sarebbe stata l'ultima sera e così gli ho chiesto se poteva girare ancora un po'.. e lui ha girato. Ha girato col braccio che gli faceva male per esserselo chiuso in un treno che non voleva perdere, per venire a parlarmi. E il suo girare mi ha fatta sentire al sicuro.
Forse è per questo che ho fatto la stessa cosa, ieri, con quella canzone bellissima e tristissima, di una malinconia che accompagnava bene quella che provavo io. E forse è per questo che lì, ferma davanti a quella benedetta casa, credevo fosse lì dentro anche lui.
La gente fa fatica a capire. Ma è come se avessimo avuto entrambi una storia d'amore con la stessa persona. Mi farà sempre sentire al sicuro, e anche scoperta, più di chiunque altro. Un po' come ieri, quando c'era anche se non era lì, mentre giravo a vuoto tra il buio e la nebbia nel mio abituale musical personale, quello che trasfigura la realtà ogni notte appena prima di dormire.

Canzone della notte: Kissing you - Des'ree

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domenica 17 febbraio 2008
"We'll go to be heroes"
Listen. I’ve been alive a bit longer than you, and dead a lot longer than you… I’ve seen things you couldn’t imagine and done things I prefer you didn’t. I don’t exactly have a reputation for being a thinker. I follow my blood… which doesn’t exactly rush in the direction of my brain. So I make a lot of mistakes, a lot of wrong bloody calls. A hundred-plus years… and there’s only one thing I’ve ever been sure of: you.
Hey, look at me. I'm not asking you for anything, when I say I love you it’s not because I want you or because I can’t have you. It has nothing to do with me. I love what you are, what you do… how you try. I’ve seen your kindness and your strength. I've seen the best and the worst of you, and I understand with perfect clarity exactly what you are. You’re a hell of a woman. You’re the one, Buffy.

Canzone del giorno: Spuffy Love Theme

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posted by sand @ 12:14:00   1 comments
sabato 16 febbraio 2008
Le ultime parole famose...
Ipotesi 1: mi sono portata sfiga da sola esultando perché psychostalker non si faceva più sentire.

Ipotesi 2: il mio bodyghost si è offeso perché in due giorni ho ascoltato per ben due volte la sigla dei Ghostbusters.

Risultato --> Fieramosca vs Danny: 1 - 0


(triste) Canzone del giorno: Bigmouth strikes again - The Smiths

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venerdì 15 febbraio 2008
Fieramosca (vs The Bodyghost)
Umpf.. il coinqui dice che sono acida. E ale l'ha annunciato via megafono una decina di giorni fa a cena. Secondo me è un bell'acidume il mio :p un acidume simpatico. Voglio dire, ha a che fare con me, no? Come potrebbe essere altrimenti...
E poi l'ho detto, tornerò in modalità ape maia (il giallo ce l'ho) tra una settimana. Intanto mi mangio tutti i dolcetti di san valentino con la scusa che sono l'unica fresca single della famiglia, il che ha i suoi bei vantaggi che bilanciano l'acquisto (diciamo omaggio forzato) di uno psychostalker da post-storia. Ah, e siccome un'altra frase che mi rivolgono spesso è "Come sta lo stalker?"
Ebbene: non so come stia lo stalker! Ero preoccupata per San Valentino, e invece il sollievo.. Stavolta ha smesso sul serio!
Credo. Magari Danny è andato a tirargli le lenzuola e l'ha spaventato. O si è fatto passare per il mio fantasma da guardia (the bodyghost!!!). Magari ha funzionato anche la mia frasetta esasperatissima sui carabinieri, ma preferisco pensare che sia stato Danny, così si sente utile ed è soddisfatto (e non va ad ululare in giro per i tubi, solo per sentirsi un VFS - Vero Fantasma Spaventoso). Questo inutile, vacuo post era solo per metterne uno sopra a quello del pulpito, e poi è bello poter scrivere che l'ultima importante notizia che ho riguardo lo stalker è l'aver coniato l'ennesimo soprannome per lui.

Fieramosca psychostalker vs Danny "The Bodyghost"
and the winner is...
Restate collegati per scoprirlo!!!


Per passare il tempo nell'attesa, torna la
Canzone del giorno: Like a stone - Chris Cornell (Unplugged in Sweden)

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posted by sand @ 10:04:00   2 comments
giovedì 14 febbraio 2008
Giuro, dopo l'esame sarò più simpatica dell'ape maia!
Per la serie "pulpito", stasera ho visto un servizio di Striscia la Notizia in cui si facevano bellamente beffe del TG1 (e sarei anche d'accordo, dal momento che ultimamente sembra la versione slim di porta a porta), ma per la precisione si gloriavano di prendere in giro un'intervista di Riotta a Benigni, in cui il suddetto giornalista specificava che Benigni avrebbe parlato del XXXIII canto dell'Inferno, quello celeberrimo del conte Ugolino. Alla frase di Riotta "Conte che si vede costretto a mangiare i figli" partono i lazzi della trasmissione, perché il conte in realtà si mangia la nuca dell'arcivescovo Ruggieri che lo aveva imprigionato condannandolo a morte con i figli, bla bla bla. Lo mostrano parecchie volte. Tanto per ridere di più.
A me viene un dubbio.
Non amo che la gente gridi gridi per non far vedere che non sa di cosa sta parlando, e devo ammettere che quelli di Striscia spesso lo fanno (come molti altri: d'altra parte quella trasmissione per metà mi piace molto, per l'altra metà non la sopporto..). Così, zitta zitta, vado a controllare il mio dubbio sulla mia Divina Commedia del Di Salvo.

Partiamo con il conte disperato per non poter aiutare i suoi figli: "ambo le mani per lo dolor mi morsi", e loro che fraintendendo quel gesto si offrono al padre perché calmi la sua fame "Padre, assai ci fia men doglia/ se tu mangi di noi: tu ne vestisti/ queste misere carni, e tu le spoglia". Ok, fin qui la mia memoria non vacilla. Poi i piccoli muoiono, uno dopo l'altro, lasciando il padre disperato per non averli potuti soccorrere. E quando brancola, ormai cieco, su di loro, il verso che conclude il suo racconto (mentre sì, mastica la nuca dell'arcivescovo, ma questo chi non se lo ricordava?!?!): "Poscia, più che 'l dolor, potè 'l digiuno".
Ipotesi 1: Ugolino muore di fame, non basta il dolore ad ucciderlo; o comunque la fame impedisce al suo dolore di continuare a chiamare i figli, togliendogli le forze.
Ipotesi 2: L'ombra del cannibalismo per cui Ugolino, imbestiato dalla fame, abbia divorato i corpi dei figli.

Adesso, voglio dire.. va bene voler fare gli scoop.. Non dico neanche che dovrebbero usare per contratto il congiuntivo tutti quelli che lavorano in tv (va bene, in realtà lo dico).. Però almeno non maltrattare caninamente la Commedia per uno sberleffo inesistente?

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posted by sand @ 21:37:00   2 comments
mercoledì 13 febbraio 2008
Volevo fare la ballerina?
Danny è in azione, credo.
Nel senso. Torno a casa terminati i doposcuola, stanca perché oggi i bambini erano (xxx) e fra parentesi dopo aver evitato una multa e un tamponamento con miLLe auto ciclisti pedoni perché ero sicura di aver visto Zeno passeggiare per il centro (Zeno è una mia vetusta bolla di sapone - una delle più famose - nonché mio futuro marito).. e a casa trovo la tavola imbandita.
Voglio dire. Sono le cinque. E la tavola è pronta per la cena. Piatti, posate, tovaglia, bicchieri, tutto. Cosa già inquietante di per sé.
Però non c'è nessuno in casa.
Diamine, può anche essere che io sia impazzita in questi giorni di clausura (molto proverbio-di-shining "troppo lavoro e niente divertimento rendono jack pazzo"). Però questa è la vita, quando ti pigli un fantasma per casa.
Il problema è che gli perdono tutto.

Però potrebbe tornarmi utile. Ho visto che in Inghilterra una famiglia viveva in una casa comunale, dove un poltergeist stava tentando di possedere la bambina per tornare ad avere un corpo, così il comune si è accollato le spese dell'esorcismo. Insomma, con tutto quello che gli permetto potrebbe anche sdebitarsi, il mio Danny, e recitare un po'!

dìto: dìto
(pl. le dìta in senso generale e considerate nel loro insieme; meno com. i dìti, solo quando siano considerati singolarmente: i diti mignoli), s. m.

Questo è per la maestra che oggi mi ha ASSICURATO che sbagliavo, perché quando si parla dei piedi il plurale è DITI e non dita.
Oggi ho discusso un sacco di lingua italiana, in effetti. Ho fatto perfino un discorsetto da odioso pulpito al troppo caro coinqui sul perché non sopporto che si usi l'inglese
a vanvera, perché "fa figo", se puoi usare l'italiano. Detto, precisiamo, da chi l'inglese lo ama.. non è che abbia scelto lingue perché volevo fare la ballerina. Anche se sarei un amore con il tutù.
Ovvio che se parliamo di cd-rom o di server nessuno vuole risultare ridicolo e cercare una traduzione che suoni un po' come l'ordenador spagnolo, però scusate: io faccio riunioni, pranzi, lavoro in squadra, (non?) ho competenze, mi dimentico delle scadenze, mi capita di scrivere comunicati stampa. Brief, lunch, team, know-how, deadline, press release non hanno il mio numero di telefono. Sanno da cafone provinciale che va in città e strombazza dalla decappottabile verso una bionda di spalle, salutandola con la cicca in bocca, il braccio tatuato e fiumi di cioè.

Farò l'esame. Tornerò più simpatica..


Canzone del giorno:
A little respect - Wheatus

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mercoledì 6 febbraio 2008
Peripatetica e fantasmi
Con il sole straordinario che c'è, oggi farei volentieri la peripatetica per studiare.. Non credo, però, che gioverebbe poi molto alla mole di pagine che mi mancano (2300 circa) per i prossimi quindici giorni. E poi Danny troverebbe pane per i suoi denti e mi farebbe impazzire.
Danny è il mio fantasma. Beh, il nostro fantasma.. mio e di Salvietta, e in realtà ha un nome altisonante ed antico, come si conviene ad un fantasma bello e di nobili origini com'è lui. Forse un giorno lo riveleremo. Forse no.
Per ora, il suo nome noto rimane, casualmente, Danny.
Posso dirvi di lui che è bello, adora fare dispetti quando comunichiamo attraverso la tecnologia (telefoni, chat...), però se usciamo insieme deve esserci assolutamente, altrimenti si sente solo ed abbandonato e diventa triste. Ogni tanto è gentile: non mi sta ad ascoltare quando parlo, ma se sono molto stanca mi apre l'acqua calda della doccia e mi rimbocca le coperte.

canzone del giorno: I know - Trespassers William

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sabato 2 febbraio 2008
Stalker
La difesa anti-stalker è passata dalle buone alle cattive. Tanto per non diventare pazza.
Cosa che, in parte, sta già avvenendo. Di sicuro non riesco a concentrarmi sullo studio. Però quasi quasi accetto la proposta di rivederci, se riesco a portarmi dietro alcuni oggetti pesanti con cui mirare al suo cranio.. Dovrebbe davvero smetterla. Mi sta tormentando a livelli che non riesco più a gestire.
In compenso, ieri ho rivisto un vecchio amico, ed abbiamo scoperto che tutti e due siamo tornati single a Natale. Due chiacchiere, come va, come non va, provare a tirarlo su, e poi la fatidica frase che mi accompagna da sempre: "Eh, ma vedo che ridi, vuol dire che stai bene. Guardala lì... sei sempre contenta tu!"

Canzone del giorno: Hands - Jewel

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posted by sand @ 15:37:00   1 comments
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Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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