Oceans...
my glass mask   
martedì 19 febbraio 2008
Banalmente, malinconia
Sto rimanendo troppo a lungo con me stessa, e si sa che la cosa è pericolosa, data la mia testolina cotorta. Ne è riprova il messaggio ricevuto ieri sera..
Ieri sera. Sono uscita prima dal corso (ancora Istituzioni Parlamentari Europee, però stavolta ci siamo visti un bel filmato sulla vita di Altiero Spinelli) perché dovevo tornare a studiare. Però quando mi sono trovata in macchina mi sono resa conto che non avevo voglia di tornare a casa, avevo bisogno di stare ancora per strada, di girare e non pensare e mantenere il più a lungo possibile quel momento. Troppe pressioni con la luce accesa, l'esame e il lavoro e lo stalker che imperversa su tutti i miei schermi, e molto, angoscioso, futuro. Vorrei davvero avere la linearità di alcune persone che conosco. Davvero. Ma è la cosa più lontana dal mio modo di essere fin da quando sono nata, purtroppo. Così ho fatto un po' di giri, ad un certo punto stavo per andare a Bassano ma ho cambiato idea, e sono finita nell'unico altro luogo che per certi versi avrei potuto chiamare casa. Un luogo che mi rassicurava vedere, come se fossi tornata ai bei vecchi tempi in cui, quando mi saltava, prendevo la bici e passavo: Marta.
Era tardi, e questa è stata la scusa ufficiale con me stessa per non entrare in casa sua. Ne trovo sempre di buone.
Ieri l'avevo pensata parecchio. E' incredibile come ancora la mia vita si basi così tanto su di lei, è come aver perso un braccio, una cosa così, magari la testa ti dice che non ce l'hai più ma non puoi farci davvero i conti, continuerai a cercare di grattartelo fino a un attimo dopo che la tua mano avrà trovato il vuoto. Mai un attimo prima. E' sempre un attimo dopo.
E' quell'attimo dopo che mi frega ogni volta. Cerco di non parlarne, in fondo a maggio saranno due anni e vanno tutti avanti così bene. Il problema, ecco, è che le ultime due cose che hanno fatto Marta e Giulia non riguardavano quei "tutti". Riguardavano me.
C'è solo una persona con cui, ancora adesso, mi sento a mio agio al riguardo. E mi manca, mi è mancato ieri sera. Mi manca da quando mi è venuto a cercare perchè al funerale avevamo lo stesso sguardo, mi manca da quando ci sedevamo sui gradini a parlare, da quando sceglievo i titoli per le sue foto, da quando era l'unica persona che lasciavo avvicinare quando non vedevo nessuno, non parlavo con nessuno. Non serviva fare molto. Però bastava per ritagliare via dal tempo i momenti che c'erano. Ne erano fuori, sospesi. Ieri, quando giravo per guadagnare tempo, Dio solo sa da cosa, forse dalla realtà, mi è sembrata quella sera in cui mi riportava a casa dopo che avevamo parlato e sapevo che probabilmente sarebbe stata l'ultima sera e così gli ho chiesto se poteva girare ancora un po'.. e lui ha girato. Ha girato col braccio che gli faceva male per esserselo chiuso in un treno che non voleva perdere, per venire a parlarmi. E il suo girare mi ha fatta sentire al sicuro.
Forse è per questo che ho fatto la stessa cosa, ieri, con quella canzone bellissima e tristissima, di una malinconia che accompagnava bene quella che provavo io. E forse è per questo che lì, ferma davanti a quella benedetta casa, credevo fosse lì dentro anche lui.
La gente fa fatica a capire. Ma è come se avessimo avuto entrambi una storia d'amore con la stessa persona. Mi farà sempre sentire al sicuro, e anche scoperta, più di chiunque altro. Un po' come ieri, quando c'era anche se non era lì, mentre giravo a vuoto tra il buio e la nebbia nel mio abituale musical personale, quello che trasfigura la realtà ogni notte appena prima di dormire.

Canzone della notte: Kissing you - Des'ree

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posted by sand @ 09:46:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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