Oceans...
my glass mask   
giovedì 26 febbraio 2009
Trenitalia val bene una messa


Siamo anche fortunati ad essere tutti giovani e (quasi) forti, perché prima o poi in quel treno qualcuno ci lascia le penne.

Peccato che non ce ne accorgeremo prima del capolinea, visto che uno anche se sviene gli tocca rimanere in piedi.



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martedì 24 febbraio 2009
MM's
Cioè Mourinho e Morgan, spesso invisi, da me amati in quanto portatori (in)sani di cervello: ipotizzo gravi sintomi di serietà ad infestare la loro corteccia cerebrale. Ho scritto sintomi, perché farsi un mazzo per far bene il proprio lavoro anziché iscriversi alle liste di collocamento del Grande Fratello risulta un evidente segno di senno inadeguato o mancante.
Arrivare in un paese ed impararne subito la lingua, con una ricchezza di vocabolario e proprietà grammaticale che indicano il tipo d'impegno che l'uomo vuole dedicare alla professione, ma non poteva fare l'opinionista come tutti? Farsi esonerare e venire generosamente stipendiato per massaggiarsi le gonadi in veranda per i prossimi sei anni? Cosa crede, di essere ancora nel suo paese? Certe cose noi in Italia mica le facciamo!
Commentare con sincerità e proprietà musicale un'esibizione a costo di risultare pedante in quanto concepisci e sai usufruire di due vocaboli in più rispetto a "maiale" (che non si butta) e "pero" (scendere dal), ed essere in grado di esprimere una critica che contenga la parola "note" oltre alla parola "pancia"... Non scherziamo, certa gente dovrebbe emigrare in Portogallo!
Ho addirittura il sentore che questi due abbiano forme di vita nell'encefalo (oltre ai conclamati germi della follia)! Qualcosa in più di Bobo Vieri quando, in uno sforzo di inumana garrulità, ci informò di essere "più uomo di tutti voi messi insieme" o di una Simona Ventura che, in versione "tecnica" per aver scovato nel Bignami una domanda a suo parere pungente, la ripropone per tutta la sera ricevendo dagli altri due giurati una risposta rapidamente riassumibile in "TIÈ!!!"
Sospetto che tutto questo apprezzamento, questo MM's pensiero sia una conseguenza della mia latente ma inarrestabile deriva british, che dopo anni di integerrima Iridella mi ha portato a vergognosi e reiterati cappottini, camicette e maglioncini garbati, accompagnati da scelte incredibilmente sobrie come calzini dello stesso colore - Donna noiosa e puritana!
Fortuna che esistono ancora persone di fantasia leggiadre come il Tommassini, la punta di diamante, l'apostolo della creatività, il Rocky Horror Picture Show fatto cervello: mai uomo fu più giustamente salariato per le sue idee straordinarie, mai io avrei potuto forgiare abbinamenti testo/scenografia eccentrici come oro-oro, ali-ali, rosa-rosa.
Non parliamo poi dei grandi ospiti. James Morrison si esibisce con Ambra Marie, la quale pur di non esaurire il suo personalissimo quarto d'ora di warholiana notorietà farà una sorpresa anche alla signora delle pulizie del quarto piano. La suddetta ragazza fa versare calde lacrime, se di emozione o pentimento non è noto, alla Simona, fiera di essere stata lei (ma essere stata lei a fare cosa? A buttarla fuori?), tanto che l'intervista si concentra sull'ex stellina, snobbando sfacciatamente il povero Morrison.
Un po' come se io avessi sullo stesso palco Bono Vox e Nino D'Angelo, e fregandomene allegramente della presenza del primo passassi beatamente il microfono al nano di Napoli per domandargli con entusiasmo dei suoi storici musical partenopei, quelli per capirci che Rete 4 trasmette la domenica pomeriggio.

Dicevo, Sic volvere Parcas.

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venerdì 20 febbraio 2009
Angulus ridet



27,



buon compleanno.







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mercoledì 18 febbraio 2009
Sanremo / 1

Eliminati Afterhours e Tricarico, i miei preferiti.





...Meno male.

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Oggi
Oggi ho preso il treno un po' di corsa, e quando sono salita in mezzo a tutta quella folla cellularizzante di giovini gitaioli eccitati, sono stata molto soddisfatta di avere trovato, subito, libero almeno il posto della serva: quello piccolo piccolo, da aprire nella parete, che sta nel corridoio fra uno scompartimento e l'altro.
Di fronte a me, in piedi, un ragazzo con una grossa valigia.
Mentre avanzavamo il ragazzo, in un italiano molto stentato, mi ha chiesto se fossimo a X. Non so perché ma avevo proprio voglia di sorridergli, mentre gli spiegavo che no, non eravamo ancora a X ma siccome anch'io sarei scesa a quella fermata l'avrei senz'altro avvertito in tempo, e non so perché, ma anche a lui è venuta proprio voglia di sorridermi allora. Contagiosi, questi sorrisi. Strani esseri umani.

Poi siamo arrivati, e con un'epifania ritardata dalle precarie condizioni attuali del mio cervello mi sono resa conto che quando sono salita nel vagone fiondandomi con sollievo su quel piccolo posto libero, in realtà c'era sicuramente seduto lui prima di me; solo che si era alzato per lasciar entrare le persone, e poi non aveva detto più nulla.
Ho ripensato alla signora di ieri, e sono stata proprio contenta di aver sorriso a quel ragazzo.

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Ieri
Ieri ero al lavoro, anche se le mie condizioni di salute ancora degne di ricovero mi fanno assumere forma umana solo quando mi trovo in prossimità di un letto.
Ad un certo punto è arrivata questa signora che aspettava la segretaria, ma siccome la segretaria era chissà dove, dopo un po' che aspettava sono andata a vedere se potevo aiutarla: anche se non ero tenuta; anche se si trattava di procedure esterne al mio campo; anche se avevo così tante cose da fare che avrei potuto piangere per vedere se riuscivo a intenerire il tempo; e anche se stavo così male che poi ho passato il pomeriggio a letto con sopra di me un grosso gatto che non avevo la forza di spostare.
Ho perso due ore a cercare le cose che le servivano.
Sono stata gentile. Sono stata paziente. L'ho aiutata in quello che potevo, le ho spiegato quello che non potevo, garbata, sorridente nonostante la sua espressione affabile quanto quella del bulldog di Charles Manson, se Charles Manson ne avesse uno.
Così, quando dopo essermi fatta un mazzo tanto le ho cortesemente spiegato che "Mi dispiace signora, se preferisce può aspettare la segretaria, io questo numero non ce l'ho. Eventualmente può chiamare il centralino per farselo dare, sono lì apposta e il loro numero lo trova facilmente nell'elenco" e ancora prima che arrivassi alla fine della frase lei mi ha seccamente voltato le spalle andandosene senza degnarmi di una parola, non ho resistito.
Sono uscita anch'io nel corridoio, e le ho gridato dietro "Prego!"
Buona giornata anche a lei.

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giovedì 12 febbraio 2009
Innamorarsi di una storia
Mi piace leggere, come un rito. Mi piace dedicare del tempo al mio libro, dargli tutte le attenzioni per qualcuno di caro. Mi piace leggere e poter smettere di leggere, mi piace infilarci un foglietto per me prezioso come segnalibro, da ritrovare ogni volta che lo riapro; mi piace sottolinearlo e mi piace regalarlo, anche se mi fa soffrire separarmene.
Una volta ho letto per 24 h senza smettere. Ma quando cresci e il tempo manca, finisci per portarti le storie nei posti più strani; oppure non è questo, anche da piccola lo facevo per la mia incapacità di fermarmi, di risparmiarmi, quando m’innamoro. Delle storie ci si innamora. E così mi sono messa a pensare ai miei, di posti particolari.

Quello che preferisco è la scalinata di un tribunale, seduta con 3 amici alle 4 del mattino, la luce del telefono ad illuminare le righe che leggevo a voce alta.
Ce ne sono altri.

Ho letto camminando. Sul davanzale della finestra di un'amica, con il sole del primo giorno di primavera che mi scaldava il risveglio dopo che avevo dormito da lei. Ho letto a lezione, su un albero, in cyclette. Ho letto a un matrimonio. Ho letto su una collinetta che aveva in cima la statua di San Francesco che benediva il mare che gli si apriva davanti, un po’ nascosto dai pini marittimi. Ho letto nel bagno di un amico, fino a farmi dare per scomparsa.
Ho letto alle prove di un concerto che stavo per fare, le gambe che scendevano ciondoloni dal palco. Ho letto a una festa. Ho letto su tutti i mezzi in movimento che ho provato. Ho letto nel palazzo dei papi di Avignone. Ho letto su un ponte di Treviso, tra i pascoli, abbarbicata sulle scale. Ho letto dentro ad uno scatolone e sotto la scrivania.
Ho letto nel vecchio cimitero, con le lapidi sbriciolate dai decenni, ll profumo di resina che si spargeva assieme all’ombra dei pini secolari e tanto, rilassato, silenzio. Ho letto all'interno di un mulino e ho letto in ufficio. Ho letto in una stanza vuota. Ho letto in riva al mare, a Nizza, sotto la pioggia ed il vento. Ho letto in riva al mare, in Grecia, sotto il sole e con i piedi nell’acqua ancora fredda.
Ho letto aspettando il mio turno in fila. Ho letto, senza potermi in 26 anni togliere il vizio, a tavola. Ho letto su un’altalena, in un parco di notte, arrampicata tra “i tubi” dell’asilo. Ho letto sul lettino del dentista, aspettando che l’anestesia facesse effetto. Ho letto asciugandomi i capelli con il phon e ho letto per terra, con la schiena contro il mio letto e il viso rivolto alla finestra. Ho letto seduta sul marciapiede, mentre aspettavo l’autobus.
Ho letto sulla spiaggia, nei giardini, sotto l’albero di Natale.


Mi piacerebbe, un giorno, poter leggere accoccolata davanti al mio caminetto.


Canzone del giorno: Everybody's gotta learn sometimes - Beck

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lunedì 9 febbraio 2009
Redde Rationem

Perché non c'è niente da fare, da quando ho perso il mio Anello Amatissimo va tutto storto.
Io, innanzitutto: sembro un gatto senza baffi, aveva più equilibrio di me l'airone di Baudelaire, simpatica labirintite! E poi
canto le definizioni delle parole crociate con la melodia di Kiss me Licia e mi sveglio in piena notte ridendo sguaiatamente. Sospetto un abuso di farmaci, dato che quelli qui sopra mi fanno compagnia QUOTIDIE and more.
Non riesco a sentire il Tomtom. Mai.

Quando parlo, mi vengono frasi in
latino.
Vado un'oretta all'e.r. per far sapere che sono viva e mi mandano a casa con tre nuove ricette.

Nel mondo poi Povia, già tristemente noto in questi giorni per la sua canzoncina sanremese di cattivo gusto, ora non ha manco più i bambini a fargli oh. Non quelli seguiti da MSF in Darfur, a cui aveva promesso i proventi della canzone stranamente scomparsi poi nelle sue tasche. (NdA: Maledetto chierichetto della CEI, se non installano al più presto la linea telefonica al Tomtom a causa dei tuoi soldi vengo a farti fare oh per tutta la vita!)

Poi succede che a Roma viene brutalmente stuprata una ragazza da un romano, e a Guidonia viene brutalmente stuprata una ragazza da un rumeno. Al romano, povero caro, danno i domiciliari; al rumeno, povero pirla, fanno una lapidazione sommaria per strada.
D'altra parte, in Italia non c'è il razzismo.
Neanche se gli amici di quei geni che hanno dato fuoco all'indiano che dormiva in stazione rispondono alla precisa domanda "Ma vi rendete conto che hanno bruciato un ragazzo?" rispondono "Beh, ragazzo... Era un marocchino!"
Succede anche che al fianco primo presidente nero degli Stati Uniti ci sia una donna ancora più nera, ancora più tosta, di famiglia povera dei sobborghi, laureata ad Harvard, avvocato, direttrice di un ospedale, e le domande più gettonate su di lei siano:

a) è ingrassata o incinta?
b) ma si veste bene?

Sic volvere Parcas.

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domenica 8 febbraio 2009
Recupero 2 - Sassolini. Marta.
Dimmi, sono ancora una persona che fa girare l'ombrello mentre piove, e corre di nascosto nei corridoi?
Non mi servono fotografie per pensarti, non mi serve dire il tuo nome, in questi giorni in cui sembra che l'universo cospiri per farmi pensare a te.
Come se ce ne fosse bisogno.
Mio cugino, il fratello di Diletta, si sposa. Si sta ponendo il problema del testimone e così mi è venuto in mente che io non ce l'ho più, il mio testimone.
Ho trovato a tradimento delle foto di Giulia con la Rena: erano nell'album di una ragazza che neanche conosco ma è amica del Tomtom e sua sorella... è pazzesco come tua sorella riesca a sbucare ovunque, dove meno te l'aspetti!
Sai, c'è E che torna a pensare all'amore. Forse non dovrei dirlo a te ma sono dannatamente contenta per questo... ma anche profondamente triste all'idea di chi è la persona a cui pensa. Mi chiedo cosa ne diresti tu, dopo quello che mi avevi confidato. Ti senti triste?
C'è anche questa ragazza che mi parla di quello che farà con la sua quasi-sorella... ed io non riesco nemmeno a risponderle, perché conosco così bene quella parola ancora!

Allora non m'importa di come ha provato a ferirmi chi nel nostro mondo non c'è entrato mai. Non nel tuo, non in quello di Giulia, anche se avrebbe voluto.
Non nel mio.
Non m'importa se mesi fa ha tentato ancora una volta di forzare porte che trovava chiuse. Porte che, in fondo, mi rendo conto di non aver mai pensato di volergli aprire. Io so qual è l'ultima cosa che hai detto tu, e so qual è l'ultima cosa che ha detto lei.
Erano per me.
Che m'importa delle persone piccole, delle frasi piccole? Che m'importa delle pause, o se ci abbiamo messo di più a capirlo? So quello che siamo. So di essere ancora, nonostante tutto, una persona che fa girare l'ombrello mentre piove e corre di nascosto nei corridoi. So che mi fermo a guardare gli aerei e le gocce d'acqua.
E' quello che sono. Ed è quello che siamo sempre state.

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martedì 3 febbraio 2009
Recupero 1 - Indovina il telefilm
Credo ragionevolmente di essere entrata in un telefilm.
Considerando molteplici aspetti della mia vita attuale, comincio ad esserne discretamente certa.

- Vivo in base a dei numeri. Sempre gli stessi, a memoria, come un incubo. Ogni giorno la mia vita è regolata in base agli orari in cui devo digitare quei numeri.
- Sono circondata da uomini seminudi e muscolosi.
- Faccio sogni bizzarri e talvolta violenti che si rivelano parzialmente premonitori.
- Mi sento prigioniera.
- Ho una ferita ad una mano e strani, inspiegabili malesseri.
- Mangio quello che trovo, quando posso.
- Se mi immergo nei ricordi del mio amore lontano, sento canzoni che creano atmosfera.
- Rischio la vita.
- Sono contesa fra un medico affascinante dal cuore generoso ed un palestrato sexy con faccia da schiaffi.
- Ho delle visioni.
- Mi gira così tanto la testa che potrei prendere il volo e atterrare chissà dove.

Indovinato?

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Febbre, ritorni e nuovi Mc
Non mi sono dedicata molto al blog ultimamente, presa com'ero da attività profondamente culturali come: scoprire che uno dei 2 gemellini di Ricky Martin (no, è sempre gay) si chiama Valentino, povera anima; consolarmi per la mia carnagione da giapponese morente perché anche Linda Evangelista (no, dico: Linda Evangelista!) struccata sembra la Camy Parkerbowles nella giostra con gli specchi super-deformed; cercare di scoprire la differenza specifica tra Aspirina, Sulidamor e Efferralgam.
Il problema era la febbre.
Non è che lasciasse spazio per molto altro.

Tutto è iniziato quando ho perso il mio amatissimo anello verde speranza. Fra le altre cose l'elaborazione del lutto mi ha portata a lavorare senza sosta con Incubo Pazzo (nome indiano del viceboss che mi chiamava a tutte le ore del giorno e della notte), a prendere le febbre per lo stress, e a dover continuare a lavorare con Incubo Pazzo anche con la febbre e anche con lo stress e anche nel week-end. Tanto che McNasty (nuovi ingressi fra i soprannomi-e.r.!), preoccupato per il mio bianco visino, mi seguiva per farmi ufficialmente una flebo prima che fosse troppo tardi; in realtà essendo lui un nastyboy sperava di prendermi al volo quando sarei svenuta.
E poi la mia memoria mi sta abbandonando. Dimentico di fare l'abbonamento del treno (2 volte in 2 mesi, e 2 volte graziata dalle FS grazie ai miei biondi occhioni spauriti), dimentico di contare le serie di esercizi, dimentico oggetti, dimentico parole a metà discorso con risultati oggettivamente pietosi.
L'unica cosa che non ho dimenticato, ho scoperto, è il solfeggio. Un frizzante pomeriggio di solfeggio con la bimba. Come mi sento giovine!!!
Il lato positivo è che, dopo aver sognato di impalettare l'uomo pausa, e dopo che in seguito a questo l'uomo pausa è scomparso per due settimane dalla faccia della terra con mio disperato panico, oggi è tornato. Con aria così sofferente e provata che continuo a pensare che i miei poteri stiano aumentando pericolosamente. Ma almeno è vivo.. povero, povero ragazzo!
Insomma, in tutto questo (e molto altro) come potevo non prendermi indietro con i post? Li recupererò qui di seguito, smangiucchiando sensi di colpa.

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posted by sand @ 20:57:00   0 comments
About Me

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Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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