Oceans...
my glass mask   
venerdì 30 ottobre 2009
THE CHEAP PARADE



...and the winner is...


Per la categoria “Donna Felicità”
La cameriera del Vesuvio, onesta pizzeria dotata di insegna fluo anni ‘80 e personale tanto affabile e cordiale da farti pensare che sia stato addestrato nel bootcamp personale di Van Helsing. La suddetta, in particolare, avendo preso in simpatia il Babu, quando lui le fa notare la sacrilega scarsità di salsa rosa, lo guarda, poi per tre interi secondi lascia spazio solo ad un perfido sorriso prima di prorompere in un beato: “LO SO!” 


Per la categoria “Con te partirò”
L’appuntamento con Manuel+Salvietta ad un non ben noto Pam di Vicenza a cui io e il Babu ci stiamo recando, cercando inutilmente con lo sguardo insegne di Pam per svariati chilometri prima di scoprire che, a Vicenza, le insegne dei Pam hanno dei colori inspiegabilmente diversi dal resto dei Pam del mondo e facendoci raggiungere dal dubbio solo nel momento in cui, superato il Pam d’incontro di circa 5km, gli unici cartelli disponibili dopo una rotonda sono “Torri di Quartesolo” a sinistra e “autostrada” a destra, motivo per cui iniziamo a girare a tondo nella rotonda senza più uscirne, attendendo che la forza centrifuga ci riduca in polvere.


Per la categoria “Cervo a primavera”
Il ragno radioattivo fosforescente che, grande quanto un cesna, occupa metà del mio giardino ma che, secondo mia madre, è intoccabile in quanto le paga l’affitto tutti i primi martedì del mese. 



Per la categoria “Guarda come dondolo”
Fra che con grande sprezzo del pericolo (e dei suoi polmoni di fumatore) si avventura da solo nelle gabbie. E quando dico da solo intendo da solo: nessuno nella sua gabbia, nessuno nelle altre gabbie, nessuno nelle giostre intorno. Tanto da guadagnare, dopo i primi 5 minuti di tentativi frustrati (e documentati), l’incoraggiamento di tutti i giostrai muniti di microfono del circondario.


Per la categoria “L’emozione non ha voce”
Il Tomtom che prova a chiamarmi ma la ricezione è talmente pessima che ad un certo punto, sentendo dei rumori confusi, gli domando cosa stia facendo e mi risponde che è in piedi sul tetto della jeep per provare eroicamente a fare da antenna umana.


Per la categoria “Profondo rosso”
E cioè la battuta più orrenda della settimana...

...Niente da fare, non ce la faccio a scriverla, non posso, è troppo orrenda. 
Comunque ha vinto 31.

Per la categoria “Billie Jean”
La mia sagacia ninja che mi porta ad inciampare sul mio stesso piede e, di tutte le cose che conteneva la mia borsa, far cadere proprio le pillole anticoncezionali sulle estremità di una delle chiarissime neonatologhe con cui lavoro da alcuni mesi a distanza per la preparazione di un progetto sul supporto emotivo e professionale alle nascite pretermine e che ho finalmente incontrato di persona. 


Per la categoria “Diavolo in me”
Il prolungamento dei dialoghi con il Losco Figuro Palestrante…
LFP: Ok, per non creare problemi glielo dirò, che non ho ANCORA fatto niente
con te.
N: Pestifero… 


Per la categoria “Non è Francesca”
LA MOSCA che, con profondo sprezzo del pericolo e mantenendo segreta la sua identità per salvare le nostre anime, è venuto a trovarmi (e invece di me ha trovato una specie di campeggio).


Per la categoria “Siamo una squadra fortissimi”
Io che passo la serata a cercare il momento giusto per avvertire LA MOSCA di non fare quella battuta, e poi, appena ci riesco… Interviene a dirla Fra come un allegro compagnone! 


Per la categoria “Candle in the wind”
Lo zio di Luì che avendo il Parkinson riusciva sempre ad ammazzare le mosche, che nonostante gli occhi non potevano per questo intuire la traiettoria della sua mano (indiscutibilmente il mio mito).

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giovedì 29 ottobre 2009
Castagne che sparlano e uno sfrigolio di fogie secche
Percorri un viale alberato come nel più banale dei clìches dopo esserti lasciata alle spalle meli coi rami che si azzuffano e il tuo giubbotto da aviatore e la crema di zucca e i formaggi stagionati e castagne che sparlano arrostendo e il gatto sopra al letto e la boscaglia che si rannicchia infreddolita e capisci che non puoi mica sottrarti, è autunno e il vento sparpaglia foglie gialle e arancio mentre cadono dai rami crepitando.
Mi sono dovuta fermare. Ho lasciato la macchina sul ciglio per sentirle croccare mentre ci camminavo sopra: è il mio modo di vivere le cose, come un cieco, sarà che un po' cieca lo sono ma proprio non posso limitarmi a passare guardandole dal finestrino chiuso. Ho bisogno di camminarci in mezzo e annusare e godermi quello sfrigolio che fanno quando sono secche.
Io lo so che lui fa il possibile.
Ma darei tutte queste mail e queste telefonate invisibili per un momento stupido come quello in cui sale in macchina e si toglie il giubbotto lanciandolo sul sedile di dietro perchè in quello a fianco ci sono io.

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domenica 25 ottobre 2009
Le pagliuzze nel cuore

In fondo non dovrei mica lamentarmi; è come tornare giovani giovani, adolescenti rumorosi pieni di idee precise e piercing, che riducono i rapporti umani a una chat in messenger.
Con la piccola differenza che loro lo fanno in continenti in cui messenger funziona, tra le altre cose. A voler guardare la pagliuzza, ecco. Però insomma, si tratta pur sempre di uno stile di comunicazione ggiovine dentro.

Poi è affascinante mettere alla prova le tue capacità linguistiche, empatiche, analitiche: uno ti telefona e dato che capisci metà delle cose che ti dice, l'altra metà ti conferma quanto lo conosci perchè non sentendola devi intuirla da sola per fornire un senso integro al discorso. Man mano che la telefonata prosegue, la metà di facile comprensione si riduce a un terzo di media comprensione, e allora anche le tue risposte ritardano perchè ci metti di più a ricostruire, dare una logica, pensare alla ribattuta.
A quel punto, di solito, lui è in piedi sul tetto della jeep per fare da antenna umana.

Trucco che spudoratamente non funziona, perchè la linea cade. Una, due, tre volte.

Durante le pause hai anche il tempo di ripensare alle volte in cui hai mangiato a costo di stare male solo per fargli compagnia, per esempio quel gelato in Croazia per cui hai visto ripetutamente la morte. O alla volta in cui correva sotto l'acquazzone per venire a prenderti, con una buffa smorfia seccata per il maltempo, ma poi ha alzato lo sguardo e per averti vista si è messo a sorridere in modo istantaneo. Puoi pensare a certi regali, a certe luci, alle volte in cui ti sei persa ed è venuto a ripescarti, alle discussioni in riva al fiume, ai libri scambiati, ai discorsi infiniti e alle mucche a cui dare un nome; puoi ripensare ai brulè tenuti con due mani per potergli rubare il calore in una serata ventosa d'inverno, fingendo che ricordare ti basti.

La telefonata riprende senza che la frammentata conversazione diventi mai una conversazione vera, attestandosi su livelli da ascensore, ciao come stai, governo ladro, senti che freddo, hai bevuto un brulè? Fingo di rispondere con il tono allegro e vivace di chi è contento di sentirlo e si diverte un sacco anche quando manca, o che quello che abbiamo significhi portare avanti una storia.
Quando mettiamo giù il telefono (meglio: quando si mette giù da solo) entra la gatta come chi ha tutta l'aria di voler consolare con un'industriale quantità di fusa la sua povera umana.

E mentre sfogo sulla sofficiosa tutte le carenze, penso che alla fine ho più scambi umani con alcuni miei palestranti che con lui. E' una pesante pagliuzza.

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venerdì 23 ottobre 2009
Nananà: la Cozza di Labuan
Ero riuscita a dribblarla per tutto questo tempo.
Ci ero riuscita ed ecco perchè vivevo una vita tutto sommato allegra, magari non serena, magari non rilassata ma allegra; inconsapevole.
nananà.
E' che sono salita in macchina e ho acceso l'autoradio nel momento sbagliato della realtà parallela sbagliata, ora lo so, non è colpa di vasco. Creatura, lui fa quello che può.
nananà.
C'erano una volta i Radiohead. C'erano una volta et fiat lux: poi all'improvviso, homo homini lupus in questo buio Medioevo. Difficile trovare qualcosa da dire. Avevo un altro post da scrivere oggi ma poi, questi frangenti.
nananà.

i'm a creep
i'm a weirdo
what the hell i'm doing here
i don't belong here...

ma sono qui
amo dirtelo
voglio restare insieme a te
ad ogni costo...

Come dire, la COZZA di Labuan. Non è una canzone. E' una parodia.

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martedì 20 ottobre 2009
CHEAP PARADE - le perle della settimana

Non dico che da oggi in poi sarò metodica e regolare e partirò dalle nominations, però un po' di logistica in più se la meritavano, le mie superbe figure/sventure/ecc quotidiane, sempre entusiasticamente presenti. Almeno una periodica classifica dei vincitori. Ed ecco il perchè della Cheap parade.
(4 su 8 ambientate in palestra, devo riprendere la mia vita sociale)

& so the winner is...


...per la categoria "Pinne, Fucile ed Occhiali"
Il mio riuscitissimo tentativo di vendetta quando, trovandoci Raven ed io nell'idromassaggio a far caciara, lui mi spruzza con abile mossa da prestigiatore, ed impegnandomi io seriamente per rispondergli, con mossa altrettanto matrix finisco per.. docciare agilmente me stessa.

...per la categoria "Vorrei incontrarti fra cent'anni"
Vaniglia che torna
in palestra e pian piano fa il giro della struttura per salutare tutte le sue groupies una alla volta, ed io che pian piano faccio lo stesso giro della struttura per non incrociarlo mai.
(N.B. e Raven che mi racconta che secondo una sua amica sarebbe meglio lui di Vaniglia con l'incomprensibile aria di chi rivela una cosa strana)


...per la categoria "Fiki fiki"

Braghy che ci prova facendolo perfidamente sembrare il tentativo di un innocente di salvarsi la vita, o di dare un senso alla propria morte:
"No senti bocia, ci sta camminando intorno da mezz'ora con quell'aria da lord scuro in volto, e siccome mi è già capitato, se devo prenderle vorrei almeno che non fosse per qualcosa che non ho fatto!"

...per la categoria "Occhi di ragazza"
Dopo un lunedì che aveva tutta l'aria di essere un lunedì, dopo che ti avevano chiesto in sequenza cos'avessi combinato, se avevi pianto, se eri stata pestata, se avevi perso il portafoglio, cosa ne avevi fatto della tua vera faccia, e perciò dopo esserti rilassata con una sauna ad libitum+idromassaggio, succede di non avere voglia di reinfilarsi reggiseno, camicia, maglione e di buttarsi addosso solo quella tua maglietta fina che tanto il tragitto è spogliatoio-casa e cosa vuoi che succeda.

E succede di incrociare quell'amico che non vedevi da un po' e che propone di bersi qualcosa un minuto, prima di andare a casa; di accettare volentieri e andare a prendere un aperitivo e ricordare di essere, ops, così abbigliata solo dopo aver tolto il giubbotto.


...per la categoria "Ho scritto t'amo sulla sabbia"
Il mio amico restauratore che non è più soddisfatto delle sue importanti dichiarazioni scritte sulle pareti della casa che starebbe risistemando; coinvolge perciò anche tutti i colleghi e quando passo lì sotto la mattina ho una squadra di inquietanti creature che interrompono il lavoro per gridarmi "Buongiorno signorina" (è una specie di messaggio in codice) e si allineano sul tetto come gli uccelli di hitchcock finché non son passata - di corsa, sperando che mi veda meno gente normale possibile.

...per la categoria "Perchè lo fai"
Il topless bar che per festeggiare i 10 anni di attività organizza una serata in cui offrirà ai clienti le migliori pornostar e ballerine di lap dance del mondo, e... gratis tanta porchetta!!!

...per la categoria "Wild boys" e premio della critica

Conversazione con il Tomtom dopo che, alcune settimane prima, mi era stato ampiamente e teneramente da lui raccontato del reparto di maternità degli ippopotamini lì vicino che un giorno sarebbe andato a vedere.
N:
Allora, come sono gli ippopotami?

T:
Mmm, buoni!!!


...e infine, premio speciale della giuria per la categoria "Hanno ucciso l'uomo ragno"

Braghy che mi passa il video di Vaniglia che viene cacciato da Uomini e Donne. Non potrò mai più entrare in quella palestra o guardare in faccia IL GENIO (e Marm mi vuole un po' meno bene dopo che l'ho costretto a vederlo fino in fondo), ma gli sarò in eterno riconoscente.

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sabato 17 ottobre 2009
La parentesi del ripostiglio
Tra un groviglio e l'altro ho anche i miei deus ex machina che mi permettono di recuperare terreno.
Per esempio frugare per un pomeriggio intero nel ripostiglio dei miei vecchi libri e giochi di bambina; ritrovare le mie pagine, i miei pupazzi, i miei piccoli mondi con la loro piccola polvere. Ritrovare Incisivo, la pianola, la macchina da scrivere rossa e tutte le sensazioni di quando me li hanno regalati. Ritrovare le mie pagine scarabocchiate sui libri preferiti, l'Isola felice, i Playmobil e tutti i territori sconosciuti in cui mi hanno scaraventata. Ritrovare lettere, bagagli, biglietti e messaggi da condividere con una risata con chi se li ricorda ancora.
O, per esempio, una domenica sera con persone che mi piacciono, la Salvietta che incontra Raven, la loro sintonia: avevo dimenticato, in quest'ultimo periodo, quanto sia bello, confortante, importante avere vicino le persone cui tieni. Senza temere tutto il tempo che se ne vadano, o che succeda un'imboscata. Averle semplicemente con me.
Hanno detto - che non ho saputo riconoscere l'amicizia falsa.
(persone che conosco poco ma che sembrano riconoscere molto, meglio di me indubbiamente)
Hanno detto - senza dire - che allo stesso modo mi affanno su qualcosa che non c'è.
C'è una scelta giusta? La pervicacia, la fedeltà? O la serenità su cui incespico ogni giorno senza afferrarla?
Io che vivo di grovigli e di domande, posso farcela da sola così a lungo?
Non lo so. Ma: esiste per Novella la serenità senza coerenza?
Non credo.
Eppure. Giovedì sera, una sauna vuota e 5 minuti di chiacchiere che diventano 45: perchè non può essere così?

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giovedì 15 ottobre 2009
Fisionomie
Ecco cosa succede: che a volte ritornano.
Gli incontri strambi all'e.r., intendo.

Tipo: N. sta preparando una cartellina nello studio, la raggiunge una voce professionale e pacata:
"Novell..."
..e poi niente, una sedia con le ruote ruota davanti alla sua porta e la voce prosegue lungo il corridoio fino all'uscita di emergenza. Che, naturalmente, era chiusa.

o tipo: N. in ascensore.
Entro al quinto piano, e un gentile signore mi fissa.
Piani 5, 4, 3, il signore mi fissa.
Piano 2. Gentile Signore decide: Tu sei di Arsego.
N: Ehmm, veramente no.
GS: Ah ecco, me so' sbaglià.
Poi rimango in silenzio. Lui mi fissa. Al Piano 1 mi sento maleducata e aggiungo.
N: Sono di Cittadella.
Lui mi studia e mi fissa.
GS: Beh sì, può essere.
N: Come scusi??
GS: Hai la fisionomia di Cittadella.
Piano terra.
N:
Dice?
GS: Certo. Perchè noi veniamo definiti dall'ambiente. Ci plasma, cittadellese!!

Sono perciò ragionevolmente convinta che si trattasse di un parente dello
sconosciuto che una sera d'inverno, un paio d'anni fa, ha bussato alla mia porta ed è rimasto per più di 20 minuti sotto la pioggia battente (sperando, immagino, che io lo facessi entrare) per spiegarmi che avevo i tipici tratti giapponesi, occhi grandi e capelli biondi, e a proposito ero fidanzata?

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Banda Bassotti

Succede che rimani a parlare con qualcuno del concetto di "Vorrei ma non voglio e poi non posso" fino all'1.30 di notte. Succede che poi non riesci più a dormire. Succede che oggi sei stanca e aggrovigliata.
E poi, che succede?

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martedì 13 ottobre 2009
Sometimes
A volte prendere quello che ti succede con leggerezza è un modo per sopravvivergli.
A volte esci e pensi di aspettare Corazzon sotto casa stanotte perchè aveva assicurato che domani sarebbe arrivato il freddo. Domani.
A volte ridacchi ripensando alle caustiche teorie di braghy su chi ti è amico per finta e per convenienza e alle sue rimostranze perchè per la seconda volta di fila ti sei vestita "troppo", secondo i suoi canoni, per andare in palestra.
A volte tutto questo ti fa bene, perchè ti permette di evitare il pensiero dell'articolo che hai letto stamattina appena sveglia, quello su Medici Senza Frontiere che torna in Afghanistan e tu lo sapevi che sarebbe tornata in Afghanistan perchè sapevi chi ci sarebbe dovuto essere. Soprattutto, ti permette di evitare il pensiero sul perchè MSF se n'era andata dall'Afghanistan, 5 anni fa. Te lo ricordi bene. 5 anni, 5 persone.
Concentrarsi sul freddo ti allontana gentilmente dalle sensazioni di questa mattina mentre leggevi quell'articolo e le lacrime spingevano, spingevano e pungevano e poi spingevano ancora. In questi momenti la lontananza sembra davvero il problema minore, il più facile da gestire, da digerire.
Ma questo. Come puoi sopportarlo ancora?

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lunedì 12 ottobre 2009
Non so chi sia, ma sento già di amarlo

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Che Shakespeare mi perdoni

...Something is rotten in the state of Italy.


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domenica 11 ottobre 2009
Morire per Danzica (le amicizie di carta)
Si può avere nostalgia del peggio?
Esistono persone che hanno nostalgia della guerra, delle condizioni di stenti: è così incredibile? La nostalgia in fondo dice chi siamo, ci si ficca dentro
quello che abbiamo e lo portiamo con noi.
Ci sono dei momenti, dei peggio di cui riesco ad avere nostalgia solo
per come ho potuto condividerli con gli altri. A volte il peggio ti avvicina alle persone, ed ecco io di quella complicità, di quell'indecisione sofferta, ostacolata, piena d'inciampi e sbucciature ma anche di fiducia e di sostegno, ecco io di quel peggio ho talvolta un filo di nostalgia.
O forse si tratta di altro: forse è troppo
difficile assumersi la responsabilità di provare ad essere felici?

Però poi succede che semplicemente non è più così brutto stare male se quando rimani a casa hai una scorta non indifferente di nutella, yogurt all'ananas, tè verde, e quando accendi la tv improvvisamente puoi trovare al posto di bruno vespa e pomeriggio 5, un notiziario della bbc con quel zexy accento british e una vecchia puntata della Stella della Senna.
E allora ti metti a pensare.


Se la nostalgia del peggio diventa un modo per fuggire alle responsabilità proverò a
lasciarla perdere, a concentrarmi sulla mia difficile conquista di questa felicità che proviamo a costruire. Se c'è una cosa che cerco di continuare a fare in mezzo alla mia miriade di errori e di scelte incasinanti è di essere sincera con me stessa; e se altrove le cose sono cambiate, accetterò che cambino. Accetterò la malinconia, la rabbia, il tradimento, la mancanza. Smetterò di tenerle con me quando loro si allontanano. E' proprio inutile che sia solo io a combattere, non ha senso e sono stanca, arcistanca delle parole delle persone, delle amicizie di carta. Non credo più a una virgola. Non mi basta più. Non ho più voglia di seguire gli egoismi, le incoerenze, l'avarizia.
Perciò, basta. Smetto. Respiro. Spero che il tuo menefreghismo sia una simpatica compagnia, un allegro confidente, un complice e un amico paziente. Spero che il brivido del nuovo che con superficialità indecente per l'ennesima volta ti allontana ti dia tutto quello che cercavi. E spero che non ti lasci a piedi anche questo, perchè a forza di impigrirti sul divano mentre suonava il clacson hai perso il tuo taxi.
Screw you. Non vale più la pena di morire per Danzica.

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giovedì 8 ottobre 2009
Mitologia televisiva
Di solito, quando guardiamo X Factor, mia mamma ascolta l'esibizione, poi si volta e mi chiede: Come l'ha cantata?
Che significa, non conosco questa canzone ma sono sicura che tu invece. Per cui potrai aiutarmi a giudicare.
Ieri ci ha provato anche con le Shivanna, ricavandone tuttavia niente più di una mia lunga occhiata costernata. Le ho detto, poi ti spiego. Sono andata a cercare Smells like teen spirit, gliel'ho fatta sentire alla prima pubblicità. Anche lei è rimasta in silenzio, ha mormorato: Capisco.
Di solito, preferisco la Mara alla Mori. E come non essere d'accordo con me stessa con cotale differenza di reazione nelle due signore ad una ironico-sarcastico-dissacrante e affettuosa presa in giro?
Di solito, sono d'accordo con Morgan. E quando dice che quella di Marco che canta i Talking Heads è stata la migliore performance in 3 anni di X Factor, quasi quasi son d'accordo.
(che poi fossi in Marco piangerei lacrime di gioia per quella sfuriata: è il modo che ha morgan di dirti che ti ama molto)
Di solito, non amo la violenza. Ma qualcuno vuole farmi il sacrosanto piacere di prendere a sberle Spensierata Ricciolidoro? Molto a lungo, tipo fino all'uscita?
Di solito, ho una personale top 3: Damiano (con Marco e Chiara) ci resta per come ha cantato De Andrè, perchè non si può prescindere dall'aver cantato in quel modo De Andrè; però bisogna dare atto a Morgan, perchè non si può prescindere nemmeno dal dare atto a Morgan, che se non ascoltano i suoi consigli Peter Ghiaccio (l'attuale riserva della mia personale top 3) sta migliorando velocemente come mi aspettavo.

Piluccando:
"Silver, perchè si chiama Silvio, ma noi non lo vogliamo chiamare Silvio, noi... Insomma, qualsiasi altro modo!!!" (Morgan)
"Silver, sei cresciuto... sei stato un po' meno Piersilver" (Mara)
"In fondo sono stato io il primo a dire 'togliamo le orecchie alle yavannah'!"
"...Ecco, per chi non segue dall'inizio X Factor magari spieghiamo che avevano le orecchie finte" (Tommassini e Dj)

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posted by sand @ 23:33:00   0 comments
Chi cerca trova

Ok, ho tanto desiderato trovare qualcosa che non mi facesse sentire al penultimo gradino nella scala dell'umanità, essendo io italiana e avendo quindi come presidente il Signor B.


L'ultimo gradino nella scala dell'umanità. L'ho trovato.


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posted by sand @ 15:43:00   0 comments
Il giorno in cui la donna si fece mito

Per la serie: meno male che la Rosy c'è.

Signor B
, al telefono: Lei - bercia alla Bindi - è sempre più bella che intelligente!

Signora Bindi
, schiacciando un moscerino (o era una Vespa?): Presidente - ribatte - io non sono una donna a sua disposizione.

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venerdì 2 ottobre 2009
Segugio

Per chi conosce le circostanze, una delle conversazioni più esilaranti degli ultimi 10 anni, estremamente riassunta (è stata molto più dura convincerlo, in effetti non ci sono riuscita) ma con tanto di irresistibile climax finale.
La scena: N e Braghy in palestra.


B: ciao bionda
N: ciao capitano
B: niente segugio oggi?
N:
...chi?
B:
quello che ti segue sempre ovunque.
N:
[razionalizzazione] ...ah.
B:
appunto.
N:
alessio.
B:
ieri quando sei venuta a parlarmi sul tapis roulant mi ha fulminato!
N: ha solo qualche mania di controllo...
B: "vorrei ma non me la dà"?
N:
mh!* ma no, alessio proprio no!
B: novella, tu devi smettere di interpretare; non è che perchè a te non interessa, tu non interessi a lui... è come il discorso con me l'altra sera!
N:
..sì ma lui lo conosco da qualche anno.
B: cosa vuol dire, è pur sempre un uomo! tu vagli davanti nuda e vedi se pensa agli anni.
N: argh!!! no no, fidati...
B: tu fai la prova, così domani vediamo un uomo in più vagare con lo sguardo assatanato per il mondo.

N: mpfsgh!** ok, se ci tieni provo! ma tu fidati.. non è così.
B:
allora perchè tentava di uccidermi con lo sguardo?
N:
boh, forse non gli andava che parlassi con me.
B: beh ma può anche mangiarmi l'uccello!
N:
mh... ah... pf... AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!


*
[risata soffocata in un colpo di tosse]
**
[risata sguaiata trattenuta a stento nell'asciugamano]

posted by sand @ 12:09:00   0 comments
Una.Cosa.Alla.Volta.
1) Nel mondo ci sono tante teste di cazzo che non meritano necessariamente di essere investite in retromarcia, ma proprio non riesco a perdonarmi di aver stimato una persona meschina e inutilmente presuntuosa.
2) Quell'inaspettato angolo di serenità domenica a Treviso... grazie.
3) Il karma fa davvero schifo. it sucks. Sta lì in agguato a mostrarti quello di cui hai bisogno a tradimento, proprio quando ne hai più bisogno, quando sei profondamente stanca e demoralizzata e in litigio, e soprattutto fa in modo che te lo offrano le persone sbagliate.
Per esempio, quella persona che ti piace tanto, senza implicazioni, che all'improvviso ti dice che sei cieca e non hai capito niente.
4) Macchina sotto il sole e cioccolato in macchina non sono due buoni compagni di banco.
5) Certe persone ti cagano (ti amano, ti venerano) solo quando sono infelici e bisognose. parole, parole, parole.
6) La guardia dei miei protettori palestranti si è estesa, dopo gli esseri umani, anche alle zanzare, essendo io "taaanto dolce" (cit)
7) Errare è divino
8) Dov'è Lee Osvald quando ti serve??
9) Quando penso troppo, sale la nebbia.
10) A quanto pare ho un segugio privato: vedi post a seguire, tenendo a mente il punto 3.
11) Chi di rotolo ferisce, di rotolo perisce. Oh gentile karma, so di aver nascosto tutta la carta igienica (e lo scottex, e i fazzoletti, e i tovaglioli...) a mio cugino, ma tu dovevi proprio tentare di soffocarmi tra le spire di 8 metri di cintura di sicurezza? Neanche ci stanno, 8 metri di cintura di sicurezza nella mia macchina: ho dovuto aprire il finestrino!
12) Esattamente, perchè un aereo questa mattina avrebbe dovuto tentare di atterrare sopra la mia testa?
13) Ho una compilation in testa che piacerebbe a Morgan: Talking Heads, Cream, De andrè, Smiths, Luigi Tenco.
14) Non importa quanto mi mandi a rotoli, se litighiamo, non importa se sono così aggrovigliata che mi faccio investire dalle macchine e cado dalle scale. Ti darò sempre il beneficio del dubbio.

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posted by sand @ 10:16:00   0 comments
About Me

Name: sand
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About Me:

Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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