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my glass mask   
domenica 11 ottobre 2009
Morire per Danzica (le amicizie di carta)
Si può avere nostalgia del peggio?
Esistono persone che hanno nostalgia della guerra, delle condizioni di stenti: è così incredibile? La nostalgia in fondo dice chi siamo, ci si ficca dentro
quello che abbiamo e lo portiamo con noi.
Ci sono dei momenti, dei peggio di cui riesco ad avere nostalgia solo
per come ho potuto condividerli con gli altri. A volte il peggio ti avvicina alle persone, ed ecco io di quella complicità, di quell'indecisione sofferta, ostacolata, piena d'inciampi e sbucciature ma anche di fiducia e di sostegno, ecco io di quel peggio ho talvolta un filo di nostalgia.
O forse si tratta di altro: forse è troppo
difficile assumersi la responsabilità di provare ad essere felici?

Però poi succede che semplicemente non è più così brutto stare male se quando rimani a casa hai una scorta non indifferente di nutella, yogurt all'ananas, tè verde, e quando accendi la tv improvvisamente puoi trovare al posto di bruno vespa e pomeriggio 5, un notiziario della bbc con quel zexy accento british e una vecchia puntata della Stella della Senna.
E allora ti metti a pensare.


Se la nostalgia del peggio diventa un modo per fuggire alle responsabilità proverò a
lasciarla perdere, a concentrarmi sulla mia difficile conquista di questa felicità che proviamo a costruire. Se c'è una cosa che cerco di continuare a fare in mezzo alla mia miriade di errori e di scelte incasinanti è di essere sincera con me stessa; e se altrove le cose sono cambiate, accetterò che cambino. Accetterò la malinconia, la rabbia, il tradimento, la mancanza. Smetterò di tenerle con me quando loro si allontanano. E' proprio inutile che sia solo io a combattere, non ha senso e sono stanca, arcistanca delle parole delle persone, delle amicizie di carta. Non credo più a una virgola. Non mi basta più. Non ho più voglia di seguire gli egoismi, le incoerenze, l'avarizia.
Perciò, basta. Smetto. Respiro. Spero che il tuo menefreghismo sia una simpatica compagnia, un allegro confidente, un complice e un amico paziente. Spero che il brivido del nuovo che con superficialità indecente per l'ennesima volta ti allontana ti dia tutto quello che cercavi. E spero che non ti lasci a piedi anche questo, perchè a forza di impigrirti sul divano mentre suonava il clacson hai perso il tuo taxi.
Screw you. Non vale più la pena di morire per Danzica.

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mercoledì 23 settembre 2009
Foul
Non ho mai avuto nostalgia di qualcosa che avesse a che fare con il 17 maggio. Non ha senso. Come può mancarti un foul anziché l'homerun?
E' questo il punto: non ha senso. Io ho sempre saputo "che senso avesse", anche tra i grovigli più ostili e intricati. Non mi sono mai persa di vista, ho sempre saputo cosa mi succedeva.
Non adesso.
E' un crollo? E' un momento? Perchè mi sento così, è l'università, il matrimonio, il Tomtom? E' tutto? Diventerò una specie di maratoneta misantropa? A dire il vero ho cercato di non rimanere molto sola, perché è allora che arrivano tutti i pensieri, la tristezza, il dolore; arrivano insieme: solidi, pesanti, imprevisti. Non è che voglia "stare" con le persone. E' che mi tengo impegnata.
E' per lo stesso motivo che ieri sono uscita. Troppo sola... al lavoro, in casa, nel pomeriggio. Questo lasciava pericolosamente spazio al mio cervello. Allora mi sono giocata l'unica carta che in questi giorni mi tiene a bada: correre. Gli spazi chiusi non mi bastavano, volevo adattarmi alle diverse consistenze del terreno, la ghiaia sotto ai piedi, l'asfalto duro, l'erba disseminata di bottiglie da schivare; volevo sbuffare e salire e deviare, volevo i cani che ti abbaiano dai cancelli, il papà che penetra nel giardino della scuola di nascosto per insegnare ai bimbi a giocare a basket. Volevo contare le foglie, sentire gli odori di pino e di case e di scarpata, guardare i portici e le cortecce.
Per un po' ha funzionato. Ho anche appoggiato male un piede, la gamba tirava e tra il male e la fatica ero felice: un altro aspetto pratico cui dedicare i miei pensieri.
Non è durato. Non so cosa sia. Cos'è che mi sta rubando le lucine, mi costringe a evitare il Tomtom, a non rispondere alle sue telefonate perchè non capisca che ci sto male, perché non si senta in colpa? Cosa sta inzuppando i miei castelli migliori nelle malebolge?
Non ho mai avuto nostalgia di qualcosa che avesse a che fare con il 17 maggio. E' un sintomo nuovo.
Il 17 maggio ero a casa di Marta e sua madre mi aveva chiesto di frugare nella sua borsa per scovare un agenda, un indirizzo, ma quando l'ho aperta ho trovato subito quella busta bianca, semplice, chiusa. C'era scritto "per Novella".
La vita, allora, andava così. Regali. Era riuscita lo stesso a lasciare qualcosa per me. In qualche modo, il mondo cercava ancora di restare al suo posto.
Era la mia casa base, Marta; il mio regalo, il mio cappotto. La mia telefonata di emergenza.
Vorrei che tu lo fossi.. Invece continuo a correre, a schivare e sperare e aspettare, e a guardare le luci da sola. Succede che un ricordo mi fa mancare il fiato mentre corro, che incespico mentre una lama mi taglia la gola tutto il tempo e non posso nemmeno spiegartelo, perché ti ferirei.
Tutto questo, è una specie di maledettissimo foul.

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lunedì 21 settembre 2009
Distopia di un coniglio pasquale

E' che i matrimoni e le feste comandate hanno smesso di mettermi di buonumore.
Sembra una surreale distopia sentirlo da una che praticamente è un coniglio pasquale, o una pallina dell'albero di Natale, sembra Orwell. Però quando si accendono le lucine io ormai sono sempre da sola a guardarle; quando tutti si tengono per mano io non ho mai la mia mano da stringere.
E non è come essere da soli e basta, non mi creerebbe questi grovigli. E non è niente passare un Natale o un compleanno da sola, però quando hai la consapevolezza di doverli passare tutti da sola è un tipo di pensiero piuttosto diverso. Quando vedi due pazzi che si impegnano in qualcosa e hanno l'aria felice, e in fondo qualche certezza ti piacerebbe averla.. ma come puoi?

Sarà anche nostalgia per il mio cugino preferito, sarà un percorso che ho iniziato quando ho deciso di non festeggiare la mia laurea perché mi era mancata la persona che avrebbe dovuto scrivere il papiro e prendermi in giro e stringermi il braccio; non metto certo in dubbio le mie intenzioni o i miei sentimenti per il Tomtom con questo.
E' che ci sono momenti in cui le sue scelte mi pesano e mi fanno soffrire più che in altri. Periodi in cui mi sento in colpa perché penso che dovrei rispondergli al telefono o alle mail ma non ci riesco perché forse, se gli rispondessi senza riuscire a mascherare come mi sento, lo ferirei di più.

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posted by sand @ 10:49:00   0 comments
venerdì 18 settembre 2009
Crollo

Anche se sono infantili, classici, sgraziati e poco credibili (o forse proprio per questo?) dovrebbero vietare per legge i film pieni di lucine e persone che tornano. Almeno quando una ha il crollo da nostalgia, e sa che dovrà tenersela per altri 5 mesi e soprattutto sa che alla fine di quei 5 mesi non sarà finita per niente.


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posted by sand @ 19:14:00   0 comments
lunedì 7 settembre 2009
Monca

Una all'inizio non ci pensa. E' solo contenta di rivederli, di fare due chiacchiere come al solito di fronte a un aperitivo.
Non pensa a quanto deprimente possa essere incontrare fratelli, sorelle e amici del Tomtom dove li incontravi assieme al Tomtom, e quando il fratello ti fa notare che "E' strano trovarti qui così, ti manca un pezzo!", rendersi conto che è vero.

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sabato 30 agosto 2008
Altre cose importanti
Quando una persona ha qualcosa di importante, tende a pensare che tutto sia racchiuso lì dentro.
Eppure ci sono state altre persone, altre cose importanti.
Ci sono stati momenti che fanno indissolubilmente parte di me, di quello che sono, anche prima che lo conoscessi. Quella sensazione di inafferrabile stupore del primo giorno, per averlo trovato, per i movimenti e gli sguardi che poco a poco si legavano, non vuole forse dire questo?
Michael Caine sostiene che per ogni film che ha girato gli siano rimasti in mano dieci ricordi, e quando morirà saranno quelli a tornargli in mente, e non i premi vinti. Io ho tanti di quei ricordi che quando provo a farci un quadro da appendere alla parete finisco sempre per farlo diventare un album.
Ci sono stati dei "se.." rimasti a galleggiare qui intorno. Nomi che ho solo sfiorato, e luoghi, e persone, che ho portato via con me. Sono strade che ho scelto di non percorrere: pensarci ti mette di fronte te stessa. Perché quando il passato ti viene a trovare con tutta quella potenza, la nostalgia diventa un cantuccio da cui sbirciare con obiettività il tuo presente e il tuo futuro. Perché quando ti piomba addosso la consapevolezza della fragilità di un percorso che altrimenti appariva tanto chiaro... Ora che non c'è, che è di nuovo via per mesi, se non fosse stato importante con tutta questa nostalgia mi sarei sentita almeno un po' staccata.
Invece, è importante.

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mercoledì 16 luglio 2008
Telepatia
Mi è capitato. Quando ero proprio in sintonia con una persona.
Mica le banalità tipo "ci siamo chiamati nello stesso momento" o "abbiamo detto la stessa cosa".
Per esempio. Quando stavo con lo Scrittore, povera macchinina nuova, mi ha accompagnata a casa un pomeriggio subito dopo pranzo e poi se n'è andato, e poco dopo io ero in camera mia a leggere quando è stato chiaro, nel mio cervello, che qualcosa non andava. Mi sono alzata di colpo dal divano e sono scesa per chiamarlo, ma lui non rispondeva.. allora ho preso il cellulare ed ho trovato un numero sconosciuto. E' stato così che ho conosciuto fabio, che mi ha spiegato con calma come lo Scrittore si fosse appena schiantato in un modo per cui ancora non ho ben capito come ne sia uscito vivo, miracoli a parte.
Era per dire: nel momento in cui è successo, io sapevo che era successo. Prima che mi dicessero che era successo qualcosa. Non era una sensazione, era un pensiero preciso stampato in testa che ricordo ancora in modo perfettamente nitido.

Non sempre funziona in modo inquietante.
Oggi ero un po' giù, nostalgicamente parlando. Volevo sentire il Tomtom, volevo vederlo, e poi sono scesa per cena e alle 9 già tornavo su, perchè lo sapevo che dovevo tornare su; anche se era improbabile che di tutti i giorni mi avesse scritto proprio nel momento in cui avrei voluto una sua mail; anche se era impossibile che mi scrivesse a quell'ora, per via dei fusi orari.
Io lo sapevo.

Era lì, quell'inconfondibile "msfb-ethiopia-emergency" c'era e mi stava aspettando, ed era arrivata alle 9.03. Nel momento in cui l'avevo pensata.


Canzone del giorno: Homburg - Procul Harum

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posted by sand @ 22:26:00   1 comments
martedì 24 giugno 2008
Nostalgicamente felice

Vero che la nostalgia è una maledetta, ti prende alle spalle d'improvviso. Ti viene per cose stupide mentre posti un dialogo sul blog.
Per i finestrini che non tornavano su. Per il fare la spesa col cestino. Per un certo modo di sfiorarti.

Solo che non è deprimente: non mi è mai capitata una nostalgia felice.. si portava dietro un sacchettino di rimpanti, o un bel baule di malinconia. Invece oggi ho voglia di sorridere, perché io queste cose le ho.

Come pensare che il compleanno passerà in silenzio, se non lo scopriranno loro, perché di sicuro non andrà a dirglielo (come probabilmente faremmo io e la mia straordinaria maturità). E non è tanto per questo fatto del compleanno che mi sento felice.
E' perché lo so.


Canzone del giorno: Hypnotized - Ani DiFranco

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posted by sand @ 17:45:00   0 comments
venerdì 25 aprile 2008
Le paperelle sono un buon motivo per sentirsi felici?
Giornata faticosa.. in ogni senso. Mentale, fisico. Positivo, negativo. Difficile farne un bilancio.
Sono stata a Treviso col Babushka, ero abbastanza sicura di non trovarci Stalky quindi sono riuscita a godermi la giornata, anche se un paio di momenti di panico li ho avuti. Tipo da Armand quando schizzavo dalla sedia ogni volta che lo vedevo guardare fuori: ero talmente tesa che ad un certo punto, mentre mi passava di fianco per riportare un giornale (e chiedetegli quale..) ho pensato "Ma toh, uno che somiglia al Babushka!"
Al di là di questo è andata molto bene. Bello l'inizio perdendosi, scattando foto, scovando papere e mulini. E' stato anche bravo a farmi stare tranquilla, perchè diciamocelo, nonostante lui abbia provato a convincermi che le paperelle oggi erano un buon motivo per sentirsi felici, ne avrei avuti abbastanza per intristirmi tutto il tempo.
Persone che senti di perdere, con episodi che ti fanno stare di un male cane quando chi li provoca neanche se ne accorge. Preoccupazione per persone di cui senti all'improvviso la responsabilità, ed è una responsabilità grande. Canzoni. Persone che impazziscono trascinandoti nel loro vortice mentale. Rivelazioni di sentimenti palesi per chiunque tranne che per te. Detta così sembra la vita dell'Uomo Ragno.
Però ho rivisto Filippo oggi, cosa non esattamente scontata essendo lui il migliore amico di Stalky. E sapeva di buono, di casa, di nostalgia; sono stata estremamente felice di rivederlo, il Bibo: mi era mancato. E' anche stato gentilissimo, e questo da un lato mi ha molto risollevata, anche se dall'altro mi sforacchia di malinconia sapere che c'è una persona che vorrei continuasse a far parte della mia vita ma insomma, è difficile.
In compenso col Babushka un po' di perle sono state create ugualmente. Eravamo in sintonia oggi. Del tipo che siamo riusciti ad incrociare per 3 volte lo stesso ragazzo e per 3 volte a fare lo stesso commento nello stesso istante. O, tanto per finire in bellezza, davanti a una farmacia omeopatica (credo) che teneva all'ingresso una zucca molto grossa e molto arancio:

B: Ma che proprietà misteriose ha la zucca?
N: Diventa una carrozza quando meno te l'aspetti!

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posted by sand @ 23:44:00   0 comments
sabato 5 aprile 2008
Ironia al n.15
Ieri sera sono tornata a casa ed ho trovato questo nel bagno. Al n.15 la vita la si prende su così.
Non so bene quanto di questo mi sia stato contagiato dalla mia famiglia e quanto invece le abbia portato io stessa man mano che crescevo, ma l'ironia è il jolly con cui cerco di attraversare l'esistenza: di sicuro questa casa è una gabbia di matti, ma ognuno ha sviluppato la sua demenza in modo peculiare, quindi meglio riderci sopra.
Ecco perchè i miei post sono zeppi di commenti più o meno buffi su presunti amori, odi, torturatori, madri tacchiste e sconosciuti importanti. Gli episodi che vivo, li filtro con questo salutare esercizio e allora gli sconosciuti si trasformano in pelouches, i fattacci diventano vignette e strani personaggi sembrano grandi amori. A ognuno il suo metaforico antidoto: io, soprattutto da Marta in poi, mi trovo bene con questo.
Perchè la nostalgia se no ti frega. Ho sempre litigato un sacco con la mia perché, che mi piaccia o no, mi sono resa conto che soffrirò sempre di nostalgia.

Ormai ho imparato ad accettare questo lato, anche se non era quello che volevo per me, e gli lascio un suo spazio. Ha scelto la sera, perché di solito la sera è per me, con il suo silenzio, il buio, i fogli di quaderno ed i pensieri. La sera, ecco, è una specie di regalo che mi faccio ogni giorno. Il sole no: il sole mi dà voglia di uscire, di chiacchierare, di correre, anche di pigliarmi un acquazzone e poi un raffreddore e riderci su.
Però ogni volta la notte ritorna ed io rallento, mi appoggio a questa specie di metaforica finestra che dà sulla stazione dei treni o sulla fermata di un tram e mi lascia vedere le persone che aspettano, o che prendono il treno per un pelo, e le storie che si trascinano dietro. Questa finestra è l'essere cresciuta circondata da parenti che cucinavano un sacco di dolci e un sacco di storie, e amici d'infanzia con cui avere paura e rotolarti nel fango, e vicini che ti suonano il campanello per avvertirti che inizia a piovere se hai il bucato steso, e matti che ti regalano dei funghi, e professori che parlavano da soli, e baristi del solito posto e tanti gatti. E scoprire, ora che non "abiti" più lì, che ti mancheranno per sempre.

Canzone del giorno: My number - Tegan and Sarah

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About Me

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Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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