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mercoledì 23 settembre 2009
Foul
Non ho mai avuto nostalgia di qualcosa che avesse a che fare con il 17 maggio. Non ha senso. Come può mancarti un foul anziché l'homerun?
E' questo il punto: non ha senso. Io ho sempre saputo "che senso avesse", anche tra i grovigli più ostili e intricati. Non mi sono mai persa di vista, ho sempre saputo cosa mi succedeva.
Non adesso.
E' un crollo? E' un momento? Perchè mi sento così, è l'università, il matrimonio, il Tomtom? E' tutto? Diventerò una specie di maratoneta misantropa? A dire il vero ho cercato di non rimanere molto sola, perché è allora che arrivano tutti i pensieri, la tristezza, il dolore; arrivano insieme: solidi, pesanti, imprevisti. Non è che voglia "stare" con le persone. E' che mi tengo impegnata.
E' per lo stesso motivo che ieri sono uscita. Troppo sola... al lavoro, in casa, nel pomeriggio. Questo lasciava pericolosamente spazio al mio cervello. Allora mi sono giocata l'unica carta che in questi giorni mi tiene a bada: correre. Gli spazi chiusi non mi bastavano, volevo adattarmi alle diverse consistenze del terreno, la ghiaia sotto ai piedi, l'asfalto duro, l'erba disseminata di bottiglie da schivare; volevo sbuffare e salire e deviare, volevo i cani che ti abbaiano dai cancelli, il papà che penetra nel giardino della scuola di nascosto per insegnare ai bimbi a giocare a basket. Volevo contare le foglie, sentire gli odori di pino e di case e di scarpata, guardare i portici e le cortecce.
Per un po' ha funzionato. Ho anche appoggiato male un piede, la gamba tirava e tra il male e la fatica ero felice: un altro aspetto pratico cui dedicare i miei pensieri.
Non è durato. Non so cosa sia. Cos'è che mi sta rubando le lucine, mi costringe a evitare il Tomtom, a non rispondere alle sue telefonate perchè non capisca che ci sto male, perché non si senta in colpa? Cosa sta inzuppando i miei castelli migliori nelle malebolge?
Non ho mai avuto nostalgia di qualcosa che avesse a che fare con il 17 maggio. E' un sintomo nuovo.
Il 17 maggio ero a casa di Marta e sua madre mi aveva chiesto di frugare nella sua borsa per scovare un agenda, un indirizzo, ma quando l'ho aperta ho trovato subito quella busta bianca, semplice, chiusa. C'era scritto "per Novella".
La vita, allora, andava così. Regali. Era riuscita lo stesso a lasciare qualcosa per me. In qualche modo, il mondo cercava ancora di restare al suo posto.
Era la mia casa base, Marta; il mio regalo, il mio cappotto. La mia telefonata di emergenza.
Vorrei che tu lo fossi.. Invece continuo a correre, a schivare e sperare e aspettare, e a guardare le luci da sola. Succede che un ricordo mi fa mancare il fiato mentre corro, che incespico mentre una lama mi taglia la gola tutto il tempo e non posso nemmeno spiegartelo, perché ti ferirei.
Tutto questo, è una specie di maledettissimo foul.

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posted by sand @ 17:48:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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