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domenica 13 settembre 2009
Tradizioni Barnum al n.15
Il fatto è che la mater ed io abbiamo questa piccola, gloriosa tradizione per cui lo shopping autunnale deve per forza essere inaugurato con un episodio, chiamiamolo caratteristico. Quei piccoli incidenti che capitano, per esempio, al circo Barnum. O mettendo insieme la materia e l'antimateria.
Per esempio, 2 anni fa. Negozio di scarpe. La parte centrale, quella sotto gli occhi di tutti, è una lunga, lunghissima fila di stivali destri ad altezza occhi: ogni foggia è giustamente presente, dal tacco a spillo al camoscio al viola alle borchie. Lei, anima tenera, s'invaghisce del primo della fila -mai, mai invaghirsi del primo della fila- che è lo stivale floscio -mai, mai invaghirsi dello stivale floscio: Signore libera nos a malo!
Succede, ovviamente, che non resce più a rimetterlo a posto; non sta in piedi.
Succede, ovviamente, che io rompo la regola n.5 dello shopping "mai aiutare una donna in difficolta, perché se le cose cadono lo stesso lei scapperà e diventerà colpa tua" (viene subito dopo l'infallibile regola n.4 "se un'altra donna mira a quello su cui sei dubbiosa e sta aspettando che lo lasci giù per provarlo, significa che è un capo fantastico e ti sta addosso come nient'altro in vita tua e lo terrai a qualunque prezzo!"). Rimetto lo stivale al suo posto. Non sta al suo posto. Ci riprovo. Non sta al suo posto.
Vigliaccamente, la mater inizia a scostarsi da me con passetti laterali. Io valuto la lunghissima fila (mai vista una così lunga) che attraversa l'intero negozio, e un'impercettibile gocciolina di sudore imperla la mia fronte.

Decido di riprovarci con più convinzione, cambio leggermente l'angolazione del tacco.. e il miracolo: sta in piedi!
Lo rimiro per 2 secondi con aria soddisfatta ed è solo quando gli volto le spalle che sento il TLAC.
Ora, tutti i cultori dei vari Jack, Freddie e Jason non sono altro che dei fottuti principianti, perché non hanno la minima idea di quanto sinistro, esiziale e terrificante possa suonare un TLAC quando NON stai giocando a domino.
E' come il Doomsday. L'Armageddon.
Mi giro a guardare la mater ed è solo allora che sentiamo il secondo TLAC.
Ci stiamo ancora guardando quando arriva il terzo.
E il quarto.
Al quinto abbiamo smesso di obiettare che forse è solo il suono della pioggia. Al sesto ci ripariamo in zona borse.
Al trentunesimo, be', eravamo già fuori per sempre da quel negozio.

(Quest'anno, in proporzione, siamo state molto più discrete: cosa vuoi che sia srotolare un poco di stoffa in uno di quei paradisi per sarti per vederla meglio, e nel momento in cui si decide di non prenderla lasciarla andare e scoprire che... be', che non esiste nessuna, ma proprio nessuna possibilità di fermarla prima che quel tubo di 200 metri di stoffa si srotoli completamente, lasciandoti lì come quei cagnolini biondi della carta igienica.)

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posted by sand @ 10:44:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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