Di solito, quando guardiamo X Factor, mia mamma ascolta l'esibizione, poi si volta e mi chiede: Come l'ha cantata? Che significa, non conosco questa canzone ma sono sicura che tu invece. Per cui potrai aiutarmi a giudicare. Ieri ci ha provato anche con le Shivanna, ricavandone tuttavia niente più di una mia lunga occhiata costernata. Le ho detto, poi ti spiego. Sono andata a cercare Smells like teen spirit, gliel'ho fatta sentire alla prima pubblicità. Anche lei è rimasta in silenzio, ha mormorato: Capisco. Di solito, preferisco la Mara alla Mori. E come non essere d'accordo con me stessa con cotale differenza di reazione nelle due signore ad una ironico-sarcastico-dissacrante e affettuosa presa in giro? Di solito, sono d'accordo con Morgan. E quando dice che quella di Marco che canta i Talking Heads è stata la migliore performance in 3 anni di X Factor, quasi quasi son d'accordo. (che poi fossi in Marco piangerei lacrime di gioia per quella sfuriata: è il modo che ha morgan di dirti che ti ama molto) Di solito, non amo la violenza. Ma qualcuno vuole farmi il sacrosanto piacere di prendere a sberle Spensierata Ricciolidoro? Molto a lungo, tipo fino all'uscita? Di solito, ho una personale top 3: Damiano (con Marco e Chiara) ci resta per come ha cantato De Andrè, perchè non si può prescindere dall'aver cantato in quel modo De Andrè; però bisogna dare atto a Morgan, perchè non si può prescindere nemmeno dal dare atto a Morgan, che se non ascoltano i suoi consigli Peter Ghiaccio (l'attuale riserva della mia personale top 3) sta migliorando velocemente come mi aspettavo.
Piluccando: "Silver, perchè si chiama Silvio, ma noi non lo vogliamo chiamare Silvio, noi... Insomma, qualsiasi altro modo!!!" (Morgan) "Silver, sei cresciuto... sei stato un po' meno Piersilver" (Mara) "In fondo sono stato io il primo a dire 'togliamo le orecchie alle yavannah'!" "...Ecco, per chi non segue dall'inizio X Factor magari spieghiamo che avevano le orecchie finte" (Tommassini e Dj)
Il fatto è che la mater ed io abbiamo questa piccola, gloriosa tradizione per cui lo shopping autunnale deve per forza essere inaugurato con un episodio, chiamiamolo caratteristico. Quei piccoli incidenti che capitano, per esempio, al circo Barnum. O mettendo insieme la materia e l'antimateria. Per esempio, 2 anni fa. Negozio di scarpe. La parte centrale, quella sotto gli occhi di tutti, è una lunga, lunghissima fila di stivali destri ad altezza occhi: ogni foggia è giustamente presente, dal tacco a spillo al camoscio al viola alle borchie.Lei, anima tenera, s'invaghisce del primo della fila -mai, mai invaghirsi del primo della fila- che è lo stivale floscio -mai, mai invaghirsi dello stivale floscio: Signore libera nos a malo! Succede, ovviamente, che non resce più a rimetterlo a posto; non sta in piedi. Succede, ovviamente, che io rompo la regola n.5 dello shopping "mai aiutare una donna in difficolta, perché se le cose cadono lo stesso lei scapperà e diventerà colpa tua" (viene subito dopo l'infallibile regola n.4 "se un'altra donna mira a quello su cui sei dubbiosa e sta aspettando che lo lasci giù per provarlo, significa che è un capo fantastico e ti sta addosso come nient'altro in vita tua e lo terrai a qualunque prezzo!"). Rimetto lo stivale al suo posto. Non sta al suo posto. Ci riprovo. Non sta al suo posto. Vigliaccamente, la mater inizia a scostarsi da me con passetti laterali. Io valuto la lunghissima fila (mai vista una così lunga) che attraversa l'intero negozio, e un'impercettibile gocciolina di sudore imperla la mia fronte. Decido di riprovarci con più convinzione, cambio leggermente l'angolazione del tacco.. e il miracolo: sta in piedi! Lo rimiro per 2 secondi con aria soddisfatta ed è solo quando gli volto le spalle che sento il TLAC. Ora, tutti i cultori dei vari Jack, Freddie e Jason non sono altro che dei fottuti principianti, perché non hanno la minima idea di quanto sinistro, esiziale e terrificante possa suonare un TLAC quando NON stai giocando a domino. E' come il Doomsday. L'Armageddon. Mi giro a guardare la mater ed è solo allora che sentiamo il secondo TLAC. Ci stiamo ancora guardando quando arriva il terzo. E il quarto. Al quinto abbiamo smesso di obiettare che forse è solo il suono della pioggia. Al sesto ci ripariamo in zona borse. Al trentunesimo, be', eravamo già fuori per sempre da quel negozio.
(Quest'anno, in proporzione, siamo state molto più discrete: cosa vuoi che sia srotolare un poco di stoffa in uno di quei paradisi per sarti per vederla meglio, e nel momento in cui si decide di non prenderla lasciarla andare e scoprire che... be', che non esiste nessuna, ma proprio nessuna possibilità di fermarla prima che quel tubo di 200 metri di stoffa si srotoli completamente, lasciandoti lì come quei cagnolini biondi della carta igienica.)
Insomma, già una deve fare i conti con questa frescaccia di mike che doveva essere immortale, ce l'avevano assicurato da bambini, come babbo natale, mastro lindo e capitan findus e invece che fregatura, rivoglio i miei soldi, la mia infanzia, i miei libri di epica, questo all'improvviso si permette pure di trapassare destabilizzando tutto l'assioma, e magari il suo ectoplasma è lì che se la ride giocando a briscola nel mondo dei più con quella canaglia del lavapavimenti pelato e con il vestivamo alla marinara gradasso mentre qui è tutto un amaro filosofeggiare che nella vita non importa quanto ti impegni, quanto ci credi, quante certezze pensi di esserti faticosamente costruita, arriverà sempre un mike che rende l'anima a spazzartele via.
(pertanto, donne, è inutile scaricarsi tutte le puntate di 90210 nella speranza di un ripescaggio di Dylan dagli anni novanta)
Già è il Nove del Nove del Nove, l'unico onomastico che avrò in tutta la mia vita e c'è questa inenarrabile coincidenza per cui potrei andare a Nove dove abita il mio ragazzo per brindare insieme se non fosse che il mio ragazzo adesso e per i prossimi sei mesi sarà (come al solito) a bighellonare a Jumanji, nell'altro emisfero, probabilmente rapito da qualche pianta carnivora femmina sbucata dalla giungla.
(ho detto il mio ragazzo, non svenite se ho chiamato così il Tomtom. dopo 2 anni ogni tanto mi capita. per sbaglio però, e poi ha iniziato lui!)
Poi succede che mia mamma apre erroneamente questo borsone con tanti di quei peluches strappati brutalmente alle mie carezzevoli e sollecite cure in passato e io inizio a tirarli fuori e coccolarmeli e lei tenta di ficcarli di nuovo dentro, e io cerco di salvarli dal soffocamento e lei li afferra implacabile, e io me li tengo tutti in braccio, vicini al cuore, facendogli scudo con il mio corpo e chiamandoli per nome uno per uno con tono vibrante... ...finché mi rendo conto che sto tenendo in braccio, un regalo a testa, tutta la mia cronologia sentimentale da Pivato in poi.
Telefonata fraterna + Conclusione della telefonata con intervento materno..
>Drin< N: Sì? F: ciao, N: ciao, F: mi hai chiamato? N: guarda che hai chiamato tu. F: no, ma prima. N: prima sì. F: dimmi tutto N: volevo dirti che mi avevi chiamata..
__________________________
N: ok, ciao nicky. M: a chi hai detto ciao Richi? N: io ho detto ciao Nicky.. M: figuriamoci, ero qua vicina! N: beh, allora io ero ancora più vicina! M: sì.. alla pazzia...
Ti ho sognata, stanotte. Quando mi capita poi il risveglio è confuso, perché sono situazioni sempre troppo vere per avere la percezione immediata che non si tratta di realtà. Finisco per fare una doccia lavando i capelli con il bagnoschiuma e il corpo con lo shampoo. Ci sono ancora tante cose che mi colpiscono, ovunque, perché mi riportano direttamente a qualcosa che ho vissuto con te; tante per cui la reazione spontanea è "Devo parlarne con lei". E ancora mi sembra di riconoscerti per la strada. Eppure avrò sempre meno ricordi che hanno a che fare con te, meno foto di quelle che comincerò ad avere con altre persone. Forse un giorno deciderò di cancellare il tuo numero di telefono. Però ho promesso di fare ciò che posso, e non è solo per me, lo sai. In parte è per te.. perché c'è un buco da riempire. In parte è per lui, perché è quello che posso fare da qui.Per questo, vedi, non è facile non arrabbiarsi con chi cerca di appropriarsi di un dolore che non è il suo. Perché tu che te lo porti in tasca provi a soffiarci sopra, e altri ci riversano sopra parole che neanche conoscono. Ma ieri mia mamma, in un impeto di generosità che nei miei confronti ha raramente (sono pur sempre la figlia piccola e disastrosa, no?) mi diceva che mi prendo cura delle persone, e che questo è il mio modo: sforzandomi di portare un sole piccolo piccolo, un sorriso anche se sono stanca, di ascoltare anche se sono annoiata. Non lo so se sia così, cerco di farlo e non sempre mi riesce.. però ci provo. E allora adesso che i giorni di distanza da te sono diventati anni, sono diventati, più o meno, 2 anni e 41 giorni, è quello che devo fare. Cercando di non indugiare su ciò che mi manca di te, ma solo sulle espressioni del tuo viso, sul tuo modo di stringermi un braccio, di ridere. Perché in fondo, ormai, fare i conti con te è come fare i conti con me stessa.
When you disappear on me it's just like parades in the rain.. So could you tell me why you're leaving, cause I don't know, I don't know, I don't know.. (Hazy - Counting Crows)
M: Com'è andata in ospedale? N: Bene. Ma ho un problema coi pc.. L'Ufficio Tecnico mi blocca gli allegati word perché ha paura dei virus. M: Ma avete contagi anche via computer?!?
Come una ragionevole scorta di caramelle può salvarti la vita
Definizione della gentile figura materna indirizzata alla sottoscritta in pigiama questa mattina (pigiama, a dire la verità, preso di taglia sbagliata e mai cambiato per solenne pigrizia): "Sembri la sacchettata di ossetti che butti via dopo aver mangiato il coniglio."
Non è che possa proprio proprio darle torto. N: Ho fatto un po' fatica ad addormentarmi stanotte. M: Come mai? N: Mah, lo stomaco si agitava un po', probabilmente qualcosa che ho mang-- ..oh. M: Che c'è? N: Niente niente, avrò preso freddo.
Sì, lo so che non ha niente di strano questo dialogo. La verità è che nel momento dell' "oh" mi sono resa conto che il problema non poteva esattamente risiedere in ciò che avevo mangiato dal momento che, porcamiseria, in tutta la giornata avevo bevuto un té verde per colazione e per pranzo mezza mozzarella (da intendersi in senso letterale). La cena, saggiamente, a quel punto erano stati svariati bicchieri di vino.
Io odio le riunioni con le mamme. Anzi no. Io odio le riunioni con la mamma di Manuel. Quella donna è terribile, è sfiancante, è pessima ed è pure la mamma di Manuel. Voglio dire. Sono così stanca che in questo momento mi sembra simpatica pure la mia, di madre (riassunto: ce l'ha con mio padre, io passo per sbaglio, se la prende anche con me giusto perchè mi vede, oggi poi con lui le è passata e con me no... Ok, ripensandoci non è poi così simpatica). Insomma, lo so che questo è il mio angoletto ironico ma non ho punchin' ball disponibili al momento e sono stanca e ho tanto ma tanto mal di schiena e odio quella donna e fra poco devo andare all'inutile corso per cui ho coniato la definizione "preferirei dover firmare un assegno piuttosto che la presenza". E soprattutto ieri ho scoperto che hanno cancellato la piccola Moku, la mia Mokuren, perchè non entravo nel sito da troppo tempo, e dopo Capitan Findus anche i Monciccì sono morti e comunque vivevano sempre in coppia e io avevo un Monciccì single quindi chissà quanto avrà sofferto senza che io lo sapessi, si sarà sentito un pinguino vedovo! E poi gli ovetti gialli che contengono le sorprese dell'Ovetto Kinder... beh, sono cambiati anche quelli. E' un brutto mondo. Cadono i governi, cadono i miei punti di riferimento di una vita. E odio le riunioni con le mamme. Come disse uno strano tizio del CONI a me e Salvietta poco prima di proclamarci C.E.S., "L'atleta migliore è quello orfano".
Canzone del giorno: Make your own kind of music - The mamas and papas
Dovevo capirlo. Dovevo intuirlo e rimanere sotto le coperte fino al tramonto, quando sarei potuta uscire confondendomi con il buio e travestirmi da Billy Idol per non farmi riconoscere. La giornata era iniziata con una sveglia più melodica di un gorgheggio napoletano, le urla di mia mamma contro la gatta al piano di sotto. Due secondi dopo ha spalancato la porta della mia camera con la tenerezza di un cyborg ed è entrata ridendo a carcajadas, che sarebbe a crepapelle (mi ha sempre fatto impressione questa storia della pelle che si crepa); poi mi ha sventolato davanti al naso un cornetto caldo e profumato.. ok, scarseggiava in dolcezza ma con l'impegno ci siamo, ho pensato. Povera illusa.
M: Ahahahaha, lo vedi questo? Lo vedi?
N: ... M: No ma, ti dico: lo vedi?? Papà, fuori campo: L'ha visto? N: No, mamma. M: Ah già, gli occhiali. Tieni gli occhiali! Ora lo vedi? N: ..E' una brioches. M: Ehehehehe. Sicura??
N: Non lo so mamma, forse è una brioches aliena, visto il casino che stai facendo!! Che dia..?!
M: Uhuhuhuhu. Una brioches aliena! Guarda meglio. N: E' una brioches.. morsicata. Perchè mi stai svegliando con una brioches morsicata, mamma?
M: Ihihihihi. Era la tua colazione. Ma Ombretta è saltata sulla tavola e se l'è mangiata soddisfatta! Non è carina? Vedessi come si leccava i baffetti e le zampine!! N: ...
Così, dopo un pomeriggio di mal di testa e rompimento (c'era il sole fuori, c'erano gli uccellini..) su rasgos suprasegmentales, fricative alveo-palatali, glottidali approssimanti, epéntesis e palabras semicultas, faccio una pausa e dirigendomi verso il bagno scorgo mia mamma con un muso che tocca il piano di sotto. Un rapido 2+2 e capisco che ce l'ha con mio papà, ma incautamente le passo abbastanza vicino da entrare a far parte del suo campo visivo e quindi delle motivazioni per cui il mondo in questa domenica 6 aprile va a rotoli. Venticinque anni e ancora non ho imparato a starle lontana quando ha il broncio. Il sunto delle sue parole consiste nel fatto che sono stata tutto il pomeriggio a divertirmi fortemente, credo, anziché uscire a correre, quindi non ho più il diritto di lamentarmi per il mal di schiena. 'Sti figli che scelgono sempre prima il piacere..!
Ieri mia mamma mi ha accompagnata a fare shopping. Lei giustifica tale impeto di generosità con il fatto che con me si diverte quando vede che mi sta bene tutto quello che provo. In realtà recentemente la vedo preoccupata perchè ho tanto da fare e dimagrisco a vista d'occhio e non sembro mai alla ricerca dell'uomo della mia vita e anzi mollo i fidanSati "che erano bravi ragazzi, anche se non medici sportivi" e insomma, ormai ci ho un'età e sto per sfiorire. E' che non ha voglia di avermi fra le scatole ancora a lungo e soprattutto quasi tutte le sue amiche sono nonne!!! Così mi mostra vigliaccamente un sacco di foto di neonati e cerca di istigarmi a scarpe con tacchi che neanche la Victoria o vestitini, gonnelline, tante cose carine che prova inutilmente a farmi indossare da quando ho raggiunto l'età della ragione, cioè quattro anni. E tuttavia l''uomo della mia vita ancora non si fa vedere. Razza di ritardatario! Potrei iniziare a vestirmi con i giubbini catarifrangenti da incidente stradale. O cospargermi il corpo nudo di panna e miele e aspettare che un nugolo di insetti mi ricopra. Per il momento credo che mi limiterò ad analizzare di post in post le mie relazioni con il mondo e con candidati UdV (= Uomo della Mia Vita), e si accontenterà di questo.
1 - i miei chiari metodi di approccio:
N: Ciao. UdV: Ciao. N: Ma che diavolo, è tonto? Non capisce che ci sto provando spudoratamente?!
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.