Oceans...
my glass mask   
giovedì 30 ottobre 2008
Frap frap
Un buon suono onomatopeico è come gli odori, ti può portare dove vuoi.
Indietro di cent'anni, oppure a voler passare tutta la vita con una persona, o essere in un certo luogo anche solo per un momento.
Frap frap.
Mi ha conquistata all'improvviso, nel bel mezzo di un dialogo insospettabile e strappandomi a tutto quello che stavo facendo. Parlavo col Tomtom ieri sera, ed era stata una brutta giornata, di quelle pesanti che ti lasciano i vestiti più pesanti addosso di quando li hai messi; e poi nel dialogo siamo finiti sotto un lucernario a guardare la pioggia, e subito dopo in una tenda a sentire le gocce che cadono con quel rumorino che rimbalza, quel frap frap, fa proprio così, non so come mi sia uscito ma fa proprio così, è perfetto e mi ha trascinata fino a lì, ad ascoltare la pioggia. Ad ascoltare il rumore del mare di sottofondo, e il vento e quella sensazione di perfetto benessere.
Frap frap.

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mercoledì 10 settembre 2008
In caso di Big Bang
Se oggi fosse arrivato, credo che avrei perso molto più tempo a schiacciare foglie secche con le ruote della mia bici.
Se fosse arrivato, avrei salutato tutti quelli che mi sembravano simpatici per la strada e ascoltato solo belle canzoni e messo dei braccialetti tintinnanti e mi sarei seduta a guardare la notte.
Alla fine, hanno detto, niente big bang.
Non che mi ci fossi preparata, in mezzo a questo cancan di gente che si toglieva sfizi e metteva a posto le cose. Però, ecco, se ci avessi pensato credo che avrei voluto sentire il Tomtom.
Nessuna romanzesca dichiarazione, però se mi avessero detto "domani il mondo finirà" penso che avrei voluto parlare un po' con lui. Prenderlo in giro, dirgli: son qui che ti aspetto. Chiedergli se mangia, se dorme, se è stanco.

Poi mi sono ricordata anche di quel gioco che girava anni fa: cosa faresti se ti dicessero che hai un giorno di vita? Io rispondevo sempre il mare.
Ecco, oggi non ci sarà il big bang; probabilmente non chiamerà neanche il Tomtom e non sembra una giornata diversa dalle altre, però McBesame era in vacanza e ha telefonato e mi ha detto all'improvviso: "Aspetta, ti faccio sentire il mare."


Canzone del giorno: How do you say goodbye? - The Engineers

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sabato 6 settembre 2008
Pescare con l'alta marea
Ieri mi sono svegliata, ho aperto gli occhi ed ho allungato il braccio alla mia destra per infilare gli occhiali.
E sono diventata cieca.
Dopo due lunghi, interminabili secondi, avendo realizzato che quelli erano gli occhiali da sole, mi sono messa a cercare a tastoni quelli da vista.
Quando una giornata inizia così bene, legge di Murphy dice che non può che migliorare (per la cronaca gli occhiali erano per terra, assieme al cuscino che ricordo essere precipitato ad un certo punto della notte sul mio ginocchio, e da lì rimbalzato sul pavimento; resta ancora da scoprire come mai un cuscino che dovrebbe stare sotto alla mia nuca sia piombato sul mio ginocchio).
Infatti quando ti svegli all'alba con un diluvio da piena tristezza autunnale, all'E.R. ti fanno letteralmente andare in crisi con 1000 cambi di piano consecutivi, gli esami s'infittiscono di odiosi ostacoli burocratici che ti fanno cascare le braccia, hai una nausea come neanche dopo il pranzo di Pasqua e non puoi nemmeno uscire a prendere aria per vedere le cose con più prospettiva e non farle così giganti, e in tutto questo il Tomtom ancora non si è schiodato dalla sua Etiopia e la zanzariera evidentemente non è il mantello che, assunta la sua identità segreta, lo porterà in volo accanto a te per 3 semplici minuti, beh...
...dov'ero rimasta?
Ah, sì.
E' simpatico.
Dopo cotanta simpatia legge di Murphy dice che è cosa buona e giusta proseguire incastrando il tacco nel treno proprio quando devi scendere. E rimanere sconsolata nella tua scatoletta che non vuole saperne di mettersi in moto. E non ricevere i soldi che aspettavi. E trovare un biglietto di un paio d'anni prima che accompagnava un mazzo di fiori che proprio non riesci a capire da chi arrivasse. E la Mosca che ti fa analisi psicologiche spicciole. E dall'E.R. continuano a chiamarti anche se sei a casa. E tua mamma ti porta un vecchio post-it in cui avevi scritto "Chiamare Marta" accanto allo scarabocchio di un dolce porcellino rosa.

Ero così sull'orlo di una crisi di nervi che è stata una meraviglia quel ragazzo che, senza saperlo, mi ha fatto trovare la frase perfetta per la mia acqua alla gola.
"Non si può pescare con la bassa marea".
Bentornata, prospettiva.

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martedì 26 agosto 2008
Trovare un nome

Se mai trovassi un giorno un posto che mi farà sentire come quel terrazzo, o quel pezzo di mare, vorrei che avesse un nome.
Non un nome da cartina geografica.. uno come Antonio, o Sebastiano, o Matteo.
Vorrei che avesse un nome e spalle larghe, e vorrei che mi guardasse molto spesso. Anche quando non me ne accorgo.
Vorrei stare con lui in cucina e fingere di aiutarlo a cucinare, e poi alla radio vecchia vecchia, come quella anni '80 di mio fratello, metterebbero una canzone sciocca e lui mollerebbe la pentola, lascerebbe giù il vino che avevamo comprato e mi farebbe ballare.

Se un giorno dovessi trovarlo, vorrei imparare a fermarmi.

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domenica 18 maggio 2008
Un castello di giunchi
Cos'è un castello di giunchi?
Non è un castello definitivo, di quelli spessi con il ponte levatoio. Non serve neanche un architetto, cresce poco a poco; però i giunchi sono quelli, ci sono. Non è sfuggente come quello di sabbia. Non è così debole. E' qualcosa: è già qualcosa, e allo stesso tempo però chissà cos'è.
Mi piacciono, i castelli di giunchi. Mi fanno sentire bene.
Stavo costruendone uno e riflettevo su quando Ema mi ha detto che il mio carattere somiglia al mare.. mi è rimasto poco chiaro a quali lati si riferisse. Allora ho chiesto allo Scrittore, che il mio carattere l'ha conosciuto bene.
Il senso del discorso sta più o meno nelle battute finali:

S:
Inebriante nel senso che sei così affascinante per delle tue peculiarità che è inevitabile che la gente che ti sta attorno venga per forza di cose presa in mezzo

S: Irrequieta... perchè non sei mai ferma, non sei mai la stessa persona anche a distanza di minuti, puoi passare dall'essere dolcissima a stronzissima nel giro di un secondo, o dall'essere felice e serena all'essere scocciata anche solo per un raggio di sole sparito
N: o.o
che persona terribile

Che poi in quel dialogo abbiamo ficcato un sacco di altre cose, per esempio l'avere o meno la testa, in certi periodi, per impegnarsi in tante cose tutte insieme. Non so se sia davvero questione di periodi. Io non credo di essere in un momento in cui ho questa testa; sono confusa (di nascita..) e penso ogni giorno a come starei (bene) prendendomi una pausa da tutto.. ogni giorno è una tentazione forte, arrivo lì lì.. però poi non lo faccio. Ogni giorno.
Ho passato dieci anni a immaginare quando sarei stata più grande e avrei potuto mollare tutto per andarmene via, e adesso che ci sono (diciamo anagraficamente..) ho scoperto che il bello per me è proprio non mollare.
Penso che i bambini siano una delle cose migliori che mi siano capitate. Le bestiole, quelli più grandi, quelli più piccoli, quelli "diversi", nel corso degli anni.. Perché quando devi essere tu ad organizzare gli altri non puoi non riuscire a farlo (almeno un po') anche con te stessa. Perché per una persona nostalgica, stare con loro vuol dire imparare a non guardarsi alle spalle, dal momento che devi per forza ragionare al futuro. Dopo un po' cominci a non saperli più usare, i verbi al passato.
Anche perché, dato che si discuteva di questioni irrisolte, io le mie non ho la possibilità di chiarirle, quindi o uno ci impazzisce o si dà da fare per vivere in modo da non averne altre, no?
E' una sporca vita, quella dell'ottimista.

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posted by sand @ 13:52:00   2 comments
About Me

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Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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