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my glass mask   
domenica 18 maggio 2008
Un castello di giunchi
Cos'è un castello di giunchi?
Non è un castello definitivo, di quelli spessi con il ponte levatoio. Non serve neanche un architetto, cresce poco a poco; però i giunchi sono quelli, ci sono. Non è sfuggente come quello di sabbia. Non è così debole. E' qualcosa: è già qualcosa, e allo stesso tempo però chissà cos'è.
Mi piacciono, i castelli di giunchi. Mi fanno sentire bene.
Stavo costruendone uno e riflettevo su quando Ema mi ha detto che il mio carattere somiglia al mare.. mi è rimasto poco chiaro a quali lati si riferisse. Allora ho chiesto allo Scrittore, che il mio carattere l'ha conosciuto bene.
Il senso del discorso sta più o meno nelle battute finali:

S:
Inebriante nel senso che sei così affascinante per delle tue peculiarità che è inevitabile che la gente che ti sta attorno venga per forza di cose presa in mezzo

S: Irrequieta... perchè non sei mai ferma, non sei mai la stessa persona anche a distanza di minuti, puoi passare dall'essere dolcissima a stronzissima nel giro di un secondo, o dall'essere felice e serena all'essere scocciata anche solo per un raggio di sole sparito
N: o.o
che persona terribile

Che poi in quel dialogo abbiamo ficcato un sacco di altre cose, per esempio l'avere o meno la testa, in certi periodi, per impegnarsi in tante cose tutte insieme. Non so se sia davvero questione di periodi. Io non credo di essere in un momento in cui ho questa testa; sono confusa (di nascita..) e penso ogni giorno a come starei (bene) prendendomi una pausa da tutto.. ogni giorno è una tentazione forte, arrivo lì lì.. però poi non lo faccio. Ogni giorno.
Ho passato dieci anni a immaginare quando sarei stata più grande e avrei potuto mollare tutto per andarmene via, e adesso che ci sono (diciamo anagraficamente..) ho scoperto che il bello per me è proprio non mollare.
Penso che i bambini siano una delle cose migliori che mi siano capitate. Le bestiole, quelli più grandi, quelli più piccoli, quelli "diversi", nel corso degli anni.. Perché quando devi essere tu ad organizzare gli altri non puoi non riuscire a farlo (almeno un po') anche con te stessa. Perché per una persona nostalgica, stare con loro vuol dire imparare a non guardarsi alle spalle, dal momento che devi per forza ragionare al futuro. Dopo un po' cominci a non saperli più usare, i verbi al passato.
Anche perché, dato che si discuteva di questioni irrisolte, io le mie non ho la possibilità di chiarirle, quindi o uno ci impazzisce o si dà da fare per vivere in modo da non averne altre, no?
E' una sporca vita, quella dell'ottimista.

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posted by sand @ 13:52:00  
2 Comments:
  • At 19 maggio 2008 alle ore 16:28, Anonymous Anonimo said…

    E' stata una bella chiaccherata, senza ombra di dubbio, e ancora una volta ci ripensavo ieri... era tanto che non ripensavo ad un qualche discorso fatto con qualcuno ad un giorno di distanza, ultimamente tendo a chiudere i discorsi istantaneamente, però l'altro giorno non è andata così.

    E' stato bello!

    Non credo che tu possa ritenerti una persona terribile... non lo fare va!!


    Un bacio


    Lo Scrittore.

     
  • At 19 maggio 2008 alle ore 18:09, Blogger sand said…

    Anche il coinqui si è trovato perfettamente d'accordo col tuo quadretto descrittivo.. non ho proprio speranze :D

     
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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