Sono uscita di casa per prendere il bus per Bassano.Ho corso come una dannata per riuscire a prendere l'infernale bus. Sono arrivata giusto in tempo. Ho aspettato il bus. Ho aspettato il bus. Ho aspettato il bus. ...
(27 minuti dopo) Ibernata, ho aspettato il bus. Alla fine è arrivato. Ho chiesto di fare il biglietto, l'autista mi ha sorriso ed ha rifiutato.
Poi mi ha chiesto quale fosse la strada per arrivare a Bassano. Poi ha cominciato a raccontarmi la sua vita. Poi ha perso sangue dal naso. Poi ha cominciato a fare gli abbaglianti ogni trenta secondi per vedere la strada. Poi per farmi una battutona è salito con mezzo autobus sopra il marciapiede. Poi si è messo ad armeggiare con una strana spina che emetteva una luce blu che ha inondato l'autobus. Forse era meglio la volta in cui per andare a Bassano sono finita a Limena...
No, non è un post su Braccobama. Però siccome oggi ho ripetutamente battuto Murphy ho pensato che se io riesco a mandarlo al tappeto vuoi che un nero non riesca a diventare presidente degli Stati Uniti? Mi sono svegliata in ritardo, ma ce l'ho fatta a prepararmi in tempo. Mi sono quasi strozzata con la vitamina, ma sono tornata a respirare. L'Uvetta ha cercato di non mettersi in moto, ma poi si è messa in moto. Finalmente sono salita sul treno. Qualcuno sapeva che siamo in novembre? Immagino di sì, ma evidentemente io non ero tra i fortunati, visto che ho candidamente presentato al controllore l'abbonamento di ottobre. Potrei avere un sacco di scusanti. Ultimamente sono sempre andata in macchina. E poi le feste in mezzo mi hanno confusa. Senza contare che il Tomtom ha questa capacità di farmi prendere sovrappensiero le strade contromano. Però, sarà come dice il Babu perché sono piccola e bionda, i controllori devono volermi davvero un gran bene. Ah, e poi quando sono arrivata all'e.r. ho tentato la scena epica della scivolata a ralenty di svariati metri che generalmente si conclude con un volo fino al picco del Monte Rosa ed una ricaduta altrettanto fallimentare, ma salutata da scroscianti applausi del pubblico improvvisato. Visto che pioveva. Invece dopo circa trenta metri di pattinaggio su pavimento con posa platica ed aria aggraziata sono riuscita a rimettere giù l'altro piede e fermarmi senza danni. E' quasi incredibile. Braccobama, sei tutti noi!
Ieri mi sono svegliata, ho aperto gli occhi ed ho allungato il braccio alla mia destra per infilare gli occhiali. E sono diventata cieca. Dopo due lunghi, interminabili secondi, avendo realizzato che quelli erano gli occhiali da sole, mi sono messa a cercare a tastoni quelli da vista. Quando una giornata inizia così bene, legge di Murphy dice che non può che migliorare (per la cronaca gli occhiali erano per terra, assieme al cuscino che ricordo essere precipitato ad un certo punto della notte sul mio ginocchio, e da lì rimbalzato sul pavimento; resta ancora da scoprire come mai un cuscino che dovrebbe stare sotto alla mia nuca sia piombato sul mio ginocchio). Infatti quando ti svegli all'alba con un diluvio da piena tristezza autunnale, all'E.R. ti fanno letteralmente andare in crisi con 1000 cambi di piano consecutivi, gli esami s'infittiscono di odiosi ostacoli burocratici che ti fanno cascare le braccia, hai una nausea come neanche dopo il pranzo di Pasqua e non puoi nemmeno uscire a prendere aria per vedere le cose con più prospettiva e non farle così giganti, e in tutto questo il Tomtom ancora non si è schiodato dalla sua Etiopia e la zanzariera evidentemente non è il mantello che, assunta la sua identità segreta, lo porterà in volo accanto a te per 3 semplici minuti, beh... ...dov'ero rimasta? Ah, sì. E' simpatico. Dopo cotanta simpatia legge di Murphy dice che è cosa buona e giusta proseguire incastrando il tacco nel treno proprio quando devi scendere. E rimanere sconsolata nella tua scatoletta che non vuole saperne di mettersi in moto. E non ricevere i soldi che aspettavi. E trovare un biglietto di un paio d'anni prima che accompagnava un mazzo di fiori che proprio non riesci a capire da chi arrivasse. E la Mosca che ti fa analisi psicologiche spicciole. E dall'E.R. continuano a chiamarti anche se sei a casa. E tua mamma ti porta un vecchio post-it in cui avevi scritto "Chiamare Marta" accanto allo scarabocchio di un dolce porcellino rosa.
Ero così sull'orlo di una crisi di nervi che è stata una meraviglia quel ragazzo che, senza saperlo, mi ha fatto trovare la frase perfetta per la mia acqua alla gola. "Non si può pescare con la bassa marea". Bentornata, prospettiva.
Dovrei davvero, davvero, impedirmi di scrivere email. Assoldare qualcuno che mi ammanetti e frusti quando ci provo, cose così. O almeno che mi spari se provo a farmi un nuovo indirizzo. Solo per riassumere alcuni degli episodi principali:
- novi2di2@: il mio primo indirizzo, di cui ad un certo punto perdo in blocco tutti i dati. mai più recuperati, forse qualcuno mi scrive ancora. - mokuren@: usato per mandare una mail al prof di linguistica senza ricordare che il nome completo che compare con quell'indirizzo (grazie ale) è BIMBA BIMBA, cosa che lui il mattino dopo non manca di far notare a tutta l'aula con sommo divertimento. - moku@: mi rubano l'indirizzo, mandando mail offensive e minatorie a mio nome che mi creano non pochi problemi e di cui mi accorgo man mano che la gente smette di parlarmi. - mokuren_pi@: mando una mail di intenti assolutamente e pericolosamente anonimi prima di rendermi conto che accanto all'indirizzo compare il nome completo "NOVELLA BRXXXXXX". La risposta a tanta scaltrezza ninja suona più o meno "mi raccomando non usarlo più come indirizzo anonimo, perché non lo è poi così tanto!!" - polvereinnamorata@: fresca fresca di oggi, quando, anziché usare come al solito il più serio novella.brxxxxx@, mando una mail a uno dei miei dottori dell'e.r. da questo indirizzo, che oltre al nome ha anche la firma comprensiva dell'intera poesia da cui prende il nome e anche un altro testo in catalano. dopo tanta professionalità il medico mi chiama "ciao poetessa".
Ci sono giornate in cui dovresti solo rimanere a letto, nascosta il più possibile da murphy. Eppure camminano sulle stesse strade dei giorni che mi portano alla fine di settembre, avvicinandomi al Tomtom. E ognuna di queste notti può essere quella in cui spero di svegliarmi con il cuore in gola per il temporale che arriva d'improvviso dalle finestre aperte come una sferzata di vento. In fondo, è questione di punti di vista. Salutare qualcuno solo perché alzi il viso. Fidarsi anche con 1000 ragionevoli motivi per non farlo. La signora delle pulizie che mi fa notare che il palo del binario si è riempito di scritte, e a me sembrava solo un palo.
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.