Ieri mi sono svegliata, ho aperto gli occhi ed ho allungato il braccio alla mia destra per infilare gli occhiali. E sono diventata cieca. Dopo due lunghi, interminabili secondi, avendo realizzato che quelli erano gli occhiali da sole, mi sono messa a cercare a tastoni quelli da vista. Quando una giornata inizia così bene, legge di Murphy dice che non può che migliorare (per la cronaca gli occhiali erano per terra, assieme al cuscino che ricordo essere precipitato ad un certo punto della notte sul mio ginocchio, e da lì rimbalzato sul pavimento; resta ancora da scoprire come mai un cuscino che dovrebbe stare sotto alla mia nuca sia piombato sul mio ginocchio). Infatti quando ti svegli all'alba con un diluvio da piena tristezza autunnale, all'E.R. ti fanno letteralmente andare in crisi con 1000 cambi di piano consecutivi, gli esami s'infittiscono di odiosi ostacoli burocratici che ti fanno cascare le braccia, hai una nausea come neanche dopo il pranzo di Pasqua e non puoi nemmeno uscire a prendere aria per vedere le cose con più prospettiva e non farle così giganti, e in tutto questo il Tomtom ancora non si è schiodato dalla sua Etiopia e la zanzariera evidentemente non è il mantello che, assunta la sua identità segreta, lo porterà in volo accanto a te per 3 semplici minuti, beh... ...dov'ero rimasta? Ah, sì. E' simpatico. Dopo cotanta simpatia legge di Murphy dice che è cosa buona e giusta proseguire incastrando il tacco nel treno proprio quando devi scendere. E rimanere sconsolata nella tua scatoletta che non vuole saperne di mettersi in moto. E non ricevere i soldi che aspettavi. E trovare un biglietto di un paio d'anni prima che accompagnava un mazzo di fiori che proprio non riesci a capire da chi arrivasse. E la Mosca che ti fa analisi psicologiche spicciole. E dall'E.R. continuano a chiamarti anche se sei a casa. E tua mamma ti porta un vecchio post-it in cui avevi scritto "Chiamare Marta" accanto allo scarabocchio di un dolce porcellino rosa.
Ero così sull'orlo di una crisi di nervi che è stata una meraviglia quel ragazzo che, senza saperlo, mi ha fatto trovare la frase perfetta per la mia acqua alla gola. "Non si può pescare con la bassa marea". Bentornata, prospettiva.
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.