Parto dalla fine perché la saggia vecchina rompiballe da cui sono posseduta dice che non puoi mai avere "entrambe" le cose. Puoi provarci, puoi avere qualcosa di relativo ma alla fine è sempre una questione di scelte: o l'una o l'altra. O un uomo o l'altro. O i dolci o la linea. O il mare o la montagna. O le foreste o i fogli di carta. Così, di solito, o scegli le persone e perdi il mondo, oppure scegli il mondo e perdi le persone, e forse non me n'ero mai accorta così chiaramente ma ieri mi sono resa davvero conto che se incosciamente speravo in qualcosa di diverso speravo male. Lui la sua scelta l'ha già fatta ed è chiaro quale sia, l'unica che resta da fare è la mia, se questo mi va bene oppure no. Questi pensieri sono arrivati in un momento poco clemente. Ieri ero particolarmente depressa per aver assassinato un passerotto, e non è tanto l'averlo preso sotto, è che andavo in stazione e non potevo fermarmi, così sono tornata a vedere al ritorno alle 14 ed era ancora lì, tutto rotto; l'ho portato a casa facendo cose stupide tipo cinguettare per tutto il tragitto perché non si agitasse o dargli da bere piano piano perché con il collo storto non ci riusciva da solo, e non era neanche colpa mia visto che si è tuffato lui contro il mio paraurti perciò sembrerà doppiamente ridicolo andare in crisi per questo, ma io pensavo che un attimo prima volava contento e ignaro coi fratellini e un attimo dopo rimbalzava con uno stock sinistro che avrebbe cambiato tutto, ed era lì a guardarmi con quegli occhioni e soffriva, ed era così piccolo e indifeso e io non potevo farci nulla, e visto che per me un pensiero non è mai solo un pensiero ma un collegamento a mille altre cose pensate o successe, al 17 maggio, ai grovigli, alla mail, questa non era la settimana giusta per far succedere incidenti o per sentirmi una che non sa difendere le cose che ha, mannaggia... non era proprio la settimana giusta...
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.