Letterina al mio amico Buddha sulla reincarnazione
Caro Buddha, come stai? Non ti spaventare se ti scrivo, ma mi piacerebbe avere qualche informazione sulla mia esistenza futura, nel caso in cui ne meritassi una. Qualche garanzia, diciamo. Non importa se sarò una persona o una rana o un orsacchiotto di pelouche, ma nella mia prossima vita potrei per esempio non avere più una famiglia da fumetto, non una che dà tranquillamente vita a degli episodi che potresti trovare in una striscia dello Shockdown per favore? Potrei non avere degli amici che quando sono depressa vanno da quello che fa finta di niente a quella che mi vuole mandare da uno bravo? E potrei anche, se ti avanza tempo, eliminare quello che cerca di chiamarmi Vrì, diminutivo di Vrigurgito? Come terzo punto è possibile non avere dei colleghi che mi salutano mentre vado via, poi ci ripensano e mi rincorrono per venire a dirmi che mi stanno bene quegli occhiali da sole, poi ritornano indietro e si schiantano contro la porta automatica (evidentemente meno automatica di quanto ci aspettassimo)? Quando avrai risolto questo, potrei non trovare una palestra in cui l'élite dei fustacchioni mi prende in simpatia e così essendo io finita sotto la loro ala protettiva mi pedinano quando corro fuori, vengono a controllare che non cada quando corro sul tapis roulant, si precipitano in quattro ad evitarmi i pesi più grossi e in otto ad evitare che io parli con i nuovi arrivati? E neanche quelli che fra loro m'invitano a cene succulente, visto che già le mie cosce stanno lievitando con tutta questa nutella che fa le veci del Tomtom? Potresti, per favore, non farmi più incontrare Tomtom che rispondano ai miei crepacuore con discorsi ragionevoli? Vorrei infine, se mi è concesso, che nella prossima vita il mio ragazzo non avesse un satellitare che non satellita e, quando per vedere se mi arrivano messaggi me ne manda uno di prova, visto con quanta frequenza riusciamo a sentirci non me lo mandasse con scritto "PROVA". Grazie Bud. Sapevo di poter contare su di te, fratello!
Per rendere meglio il concetto, alcuni stralci dagli ultimi sms di Vaniglia, che sarebbero ridicoli anche se non fosse uno sconosciuto tronista fighetto incanottato e tatuato con cui in 3 mesi avrò parlato per 45 minuti totali, principalmente spesi per cacciarlo, e che si autoproclama poeta cercando di filosofeggiare in palestra per cuccare selvaggiamente.
"Sei stata una delle mie emozioni più grandi [NdR: quando, quando volevo darti un calcio o quando ti spiegavo che dovevi spostarti nel mondo reale?] e per questo ovunque sarai ti vorrò bene" "Io ho inquadrato solo che non so chi sei e mi piaci da morire, ma va bene così, a volte vorrei stringerti ma non so chi sei, e soprattutto non mi vuoi [NdR: ESATTO!!]" "Cosa fai ad un povero cristo che voleva solo conoscerti... [NdR: 'conoscerti', versione edulcorata del termine scientifico: 'trombare selvaggiamente']" "In fondo il tuo comportamento è sempre stato per azzerarmi e per condividere parole e sorrisi, magari con persone nell'ignorante felicità che non io nella triste intelligenza [Ndr: ...no, non ne ho la forza...]"
Ieri sono ricominciate le scuole, e così ho ritrovato le bestie. Dopo 15 giorni di vacanza ero già pronta a non bagnarli, non dargli da mangiare dopo la mezzanotte e non esporli alla luce diretta del sole e invece, sarà che erano pochini, è filato tutto liscio. E poi c'è Petribleh che manda le mail a me e al Grande Capo insieme, mi sento come dopo una promozione! La Salvietta dice che è perché ci prova, ma la Salvietta dice che anche McBesame ci prova, e soprattutto la Salvietta sta come me con un uomo cancro - indizio sicuro di cecità mentale. Ci vuole proprio la Taverna dell'Imbucato per salvarci... Come finale mi sono messa a spiegare all'una di notte via sms le teorie platoniche a Emanuele. Credo che il mio prof di filosofia, se mi avesse vista ridurre il mito della caverna a 200 caratteri, mi avrebbe infilzata con la goduria di un inquisitore spagnolo. Pare invece che io sia molto illuminante, perciò lo perdonerò per avermi chiamata biondina. Detto con affetto suona perfino dolce.
Cosa succede quando sono passati 15 giorni di lontananza dei 180 che in tutto dovranno passare perché il Tomtom finisca la sua missione, e in un momento mogio tu ti sbilanci un attimo con un sms carino?
M: Pronto? N: Buongiorno professore, mi scusi se la disturbo ma... M: Ah! No: non me lo dica! Sto proprio finendo di leggere la sua tesi! [silenzio] N: ...magari...
Oggi sono riuscita a mandare un messaggio per il Tomtom al numero sbagliato. Il che è sempre meglio di quando, ai tempi d'oro di ifp, sono riuscita a mandare al Tomtom un messaggio sul Tomtom mentre lui era lì in sede con me. Solo che non so a chi l'ho inviato. Volevo mandarlo a me stessa per rileggerlo. Però ho sbagliato il mio numero.
"Ciao. Ieri ho comprato una camicia, e lo so che non è una notizia perché tu ora pensi a ben altro e poi a quest'ora la mattina ti mando la rassegna stampa dall'italia. Però quando l'ho presa ho pensato che potrò metterla a settembre, perché ora fa troppo caldo, e settembre significa te. Sono contenta di averla comprata."
Non inviato alle ore 7.49 sdraiata ad ascoltare Have you ever seen the rain (Creedence Clearwater Revival)
E va bene, sono la figlia segreta di House. Ne sanno qualcosa i signori che oggi se la sono spassata a guardarmi mentre rantolavo sulle scale della stazione di Camposampiero (10 minuti a gradino, e chi si era accorto che esistessero tante barriere architettoniche!), ovviamente senza la più lontana idea di provare ad aiutarmi. E ne sanno qualcosa i poveri cristi che hanno ricevuto un mio sms (ebbene sì, ho usato il cellulare) alle cinque del mattino mentre ero sveglia per il temporale e il dolore alla gamba. Una era la Salvietta, perché con scatto mostruoso di cervello ho capito dopo 4 giorni perché mi avesse dedicato quella canzone alla radio... senza riuscire nell'impresa, peraltro, essendosi lei dimenticata di avvertirmi. E l'ho capito talmente bene che quando sono uscita a fare spese sono stata così razionale che prima ho comprato un arbre magic al mango solo per poter dire come quelli della pubblicità "mango? why mango!", perché erano anni che lo sognavo. E poi una camicia. Carina, sportiva, a maniche lunghe. Lo so che non posso portarla, lo so che avrei dovuto prendere la maglietta che mi stava tanto bene e costava molto meno ed era rossa ed era soprattutto estiva, però quando mi sono resa conto che stavo per comprarmi una cosa che avrei usato a settembre, beh... che posso farci, è stato irresistibile.
F: Ciao! Ti ho chiamata perché so che ieri mi hai mandato un sms ma non ricordo che diceva. Che diceva? N: Che dovevo dirti qualcosa ma non riuscivo a ricordare cosa.
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N: le foto sarebbero da sistemare, sono buie e sgranate. F: non sono sgranate! N: beh, hanno la grana grossa. F: per via dell'ISO alta? N: sì. F: allora non c'entra con "sgranate" N: sì, ma c'è la grana! F: sì, ma non si dice così. N: va bene, allora saranno AGGRANATE, contento? F: ...
Nevica. Cioè, ha nevicato stanotte a dire il vero, e ancora ce n'è dappertutto... sopra le case, sulle macchine, sul vialetto che ho in giardino, anche se qualche zampottata ci ha disegnato sopra un percorso a onde. Quando la vedo penso sempre a Marcovaldo: mi ha riempito troppo questo cuore che ho, fatto di lucine, la scena in cui gioca a reinventare la città sommersa di bianco. E', ancora adesso, il mio modo di vivere.
Compleanni. Ieri Salvietta, con cui non ho potuto festeggiare... ma rimedierò al più presto perché lei è la *mia* Salvietta. Oggi, invece, "Qualcuno" che con un suo sms ha esemplificato tristemente come alla boa del quarto di secolo il compleanno cominci a non diventare più la data che tanto aspettavi di festeggiare... E, tanto perché non possa dimenticare o negare di averlo scritto: "Sento già le giunture cigolare, ma la mia paura più grande è che l'arnese smetta di funzionarmi prima di usarlo nella maniera che gli è più consona..." 14 dic 07, 23.28
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.