Oceans...
my glass mask   
sabato 5 settembre 2009
La vittoria delle cosce!

I'm sorry, Kate. A quanto pare ce l'abbiamo fatta.
Dopo anni di crudeli studi (è piacevole questa consapevolezza di dove finiscano le nostre tasse) sul fatto che un uomo di fronte a una bella donna in 7 minuti perde una consistente quantità delle sue risorse cerebrali, prima fra tutte la memoria ("ma no cara: è che mi ero dimenticato di avere una moglie!"), scopriamo che le cosce tornite fanno bene al cuore!

Restiamo ora in attesa dell'Alzheimer evitato dai fianchi larghi, della glicemia combattuta dalle zampe di gallina e perché no, un bel sederotto protegge di sicuro le funzionalità renali!

Un ottimo metodo per consolarsi in tempi di Miss Italia... che poi, diciamoci la verità: tutta questa bellezza io nelle sgambettanti sbarbine nostrane mica ce la vedo (prima di accusarmi di mera invidia femminile fare un salto qui e poi confrontarlo con qui oppure qui e infine astenersi, per cortesia).
Certo, il rischio per noi sane mortali è, dopo aver accalappiato qualche strano esemplare nel pieno delle sue facoltà mentali, che sul più bello ci passi di fianco Kate Moss e lui finisca per chiamarci così.

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venerdì 21 agosto 2009
Dalla padella...
Picchi di sensibilità del Tomtom alla vigilia dei 180.

N: Be', allora non vuoi che ti accompagni in aeroporto.
T: Meglio di no.. Evitiamo i saluti tristi, anche mia madre finisce sempre per piangere. Poi si sta male e non mi piace, preferisco evitarlo.
N: Uff.. tu eviti sempre..
T: Non fare così dai, non è quello. Guarda che io sono così CON TUTTI!
N: ...Ah.

No ma, anche quando saluta i colleghi eh.

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lunedì 15 dicembre 2008
Maschilefemminile - Pensieri e Parole (via sms)
Cosa succede quando sono passati 15 giorni di lontananza dei 180 che in tutto dovranno passare perché il Tomtom finisca la sua missione, e in un momento mogio tu ti sbilanci un attimo con un sms carino?

>BI-BIP<
Messaggio ricevuto il:
15/12/2008

ore:
13.11

From:
Novella

To:
Tomtom

"Uff.. praticamente devi ancora cominciare a lavorare e io ho già nostalgia..."

>FRIULI' FIRULA'
<
Messaggio ricevuto il:
15/12/2008
ore:
13.14
From:
Tomtom
To:
Novella
"La cosa buffa è che io..."


(N - pensieri: "...anche se devo lavorare, e anche se cerco sempre posti nuovi da vedere, adesso che sono qui è a te che penso!")

SCROLL DOWN --> parole:

" ...ricevo i tuoi mex ma quasi non riesco a mandarli.. Beh oggi spero che tu abbia ricominciato a lavorare, io tra 2 giorni sono sotto! Bac "

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venerdì 28 novembre 2008
Maschilefemminile - Natalizio

Scena: N e Tomtom vanno nel paradiso delle lucine di Natale, dove lavora la Vale. Due agili orsi giganti suonano jazz. Lucine ovunque. Carillon. Presepi che si muovono. Alberi di Natale che ti indicano la strada. Orsi che sciano e scoiattoli sulla funivia. Un dromedario su cui si soffermano a chiedersi dov'è che, esattamente, ci si siede quando bisogna montarlo.
Dopo il magico giro si spostano nella serra.

Premessa: la Vale ha un personale concetto di "carta vetrata", applicato al suo Francesco ed esteso amichevolmente al Tomtom, che nel mondo dell'ironia suona più o meno come: "moroso con tipico carattere affettuoso e apertamente affezionato".

N:
adesso ci prendiamo una piantina grassa.

V:
il che ci sta con un carta vetrata.. però sai, è carino lo stesso perché quando il mio me ne ha regalata una ha detto: "un cactus dura in eterno, perciò vuol dire per sempre"!

N:
...

V:
?

N:
...lui mi ha detto: "lo sai che mangia le radiazioni?"

V:
...

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martedì 4 novembre 2008
Maschilefemminile - Pensieri e parole (2)

T: Sei a casa?
N: Sì, seduta in macchina a guardare due gatti che si fronteggiano... stile Mezzogiorno di Fuoco, c'è anche il vento che fa rotolare epicamente le cartacce in mezzo alla via.
T:
Allora tra poco si attaccheranno.

N:
Esatto.

T:
Beh, tu quando uno dei due sta per morire dilaniato accendi il motore della macchina...

N (pensieri): ...così li spaventi e lo salvi!
T (parole):
...e passi sopra l'altro.

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mercoledì 8 ottobre 2008
Maschilefemminile - Punti di vista

DdV: Basta, tu non mi consideri! Ti parlo e non mi ascolti, se sto zitta neanche ti accorgi che non sto parlando, non riusciamo a comunicare, co-mu-ni-ca-re, ti ricordi il significato di questa parola? Mi sento una scarpa vecchia, è evidente che non mi desideri più, e invece le altre, eh, lo so come le guardi, come ti volti, ho speso una fortuna per quel completino e non ti sei neanche preso la briga di guardarlo prima di spegnere la luce, e come se non bastasse la luce la spegni anche quando si tratta di guardarmi il cervello, non mi dici mai niente di te, non mi racconti cosa fai, come va al lavoro, non mi coinvolgi, ma io un cervello ce l’ho sai, quello che vorrei sapere è, mi stimi almeno un po’? Mi stimi?? No, voglio dire, rispondi: mi stimi? Neanche mi rispondi, vorrei tanto capire cosa sono diventata ai tuoi occhi, quale orr… no, adesso lasciami parlare, non interrompermi, parli sempre tu, dici sempre le stesse cose, e la birra e la stanchezza e il lavoro, si vede che lavori solo tu, io mi rilasso, si vede che io non ho niente da fare, sarà per questo che in casa non alzi un dito, anzi ad essere precisa non ti si alza proprio niente, a parte la tavoletta del bagno, chiaro, quella è così alta che non si può neanche riabbassare, una fatica disumana, poi come ci giochi a calcetto con gli amici se ti stanchi e non sei in forma? Perché gli amici, quelli mica si possono abbandonare, poverini, mica si può rinunciare alla serata di sbronza come se foste dei quindicenni, cosa importa se non mi porti mai fuori la sera, io posso stare a casa, “non essere sciocca noi passiamo un sacco di tempo assieme”, non mi fai più regali, mai una coccola, una carezza, una parola gentile, mai che tu mi dica se mi ami, mi sembra di stare con un ragazzino che vuole solo divertirsi e perdere tempo senza saper scegliere cos’è importante per lui, un ragazzino capriccioso che non vuole impegnarsi, non vuole guardarmi, non ha più interesse per me, come un vecchio. Ma non ti accorgi che non abbiamo più nulla da dirci, io sono senza parole, sono davvero senza parole, non so neanche più di che parlare con te, basta, basta. È finita!

UdV: Lui chi è?

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martedì 7 ottobre 2008
Maschilefemminile - Pensieri e parole

Non ci sono solo gli Approcci schiaccianti, tipicamente maschili. A dire la verità quelli non ci sono più, il mio uomo del binario ha lasciato il posto a una frotta di quindicenni chiassosi e il Tomtom, come si evince, preserva la sua imperturbabilità. E' proprio vero, me lo diceva mia zia: guarda che dopo una certa età sfiorisci!

N:
Domani che fai?

T:
Dormo...

N:
Uh, allora vedo di non chiamarti così non ti disturbo!

T: Oh, non preoccuparti...
N (pensiero):
"tu non mi disturbi mai!!!"

T (parole): ...tanto lo spengo!

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About Me

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Discover U2!

Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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