Una normale domenica di metà giugno, all'incirca. N e il Tomtom si sono accordati per andare a fare una delle loro camminate lacustri/collinari/montane/campestri. Si trovano: N è in maglietta, pantaloncini e scarpe sportive.. come del resto il Tomtom.
Ultimamente in palestra, sarà l'estate col suo carico di disimpegno, sarà il tempo che passa (e l'età che avanza) ma soffia quest'aria di cameratismo che mi si confà molto più dei "io tarzan tu jane" dei primi tempi. Vediamo quanto ci mettono a smettere di considerarmi una donna. Perfino Vaniglia mi aveva un po' illusa al riguardo, tanto che in preda a un attacco di tenera riconoscenza ero stata a sentirlo senza ridere quando mi spiegava che non ama il mare perché tutti lo fissano mettendolo a disagio e tutte le ragazze gli corrono dietro, che lui è all'antica, andrebbe a prendere la ragazza in lambretta chiedendo il permesso a sua mamma, che io sono come una sorella. Lo avevo lasciato vincere al 15° tentativo di sapere qualcosa che io non sapevo per potermelo far notare. Non avevo mosso un sopracciglio quando mi ha fatto notare che avevo usato l'avverbio "effettivamente" con lo stesso tono di chi mi ha appena sentita dire, più o meno (occhio alla sboronata) "Potresti alluzzarmi con il tuo florilegio come un corrusco chiama la gazza, ma se poi si rivelasse un libercolo lo considererei aggiotaggio" Solo che poi stavo beatamente leggendo mentre facevo cyclette, ed ero pertanto invalida visiva verso tutto ciò che mi circondava ed è stato allora che lui ne ha bassamente approfittato per avvicinarsi, lì in sala cardio fra l'altra gente, e darmi quatto quatto un bacio sul collo. E per questo morirà giovane. Oggi, tipo. Il tempo di trovarmi un alibi, con Ravensburger che giura di aver visto che non l'ho ucciso. Vero, Raven? Fortunatamente braghy è semper lù, detto da brava interista. Però el me capisse massa, inizio a chiedermi se si tratti di una peculiarità innata dei 35enni laddove i comuni mortali falliscono cordialmente: PUM, è il tuo compleanno e ora sai il novellese! Come le 3 fatine che alla nascita della Bella Addormentata la sfiorano con la bacchetta pronunciando: "Sarà buona!" "Sarà bella!" "Al compimento del 35° anno capirà la Novella!" Poi oggi mi ha tanto ricordato la scenetta alla cena natalizia dell'e.r. in cui McBesame (altro fulgido 35enne) si è avvicinato con spirito di salvatore a me e Ri che mi seguiva, interrompendolo con: "A proposito Novella, anche I.L. T.U.O. R.A.G.A.Z.Z.O lavora per msf, no?" 'Sti nati di giugno.. da mio fratello in poi i me fa morir!
Vaniglia, io, pesetti (miei) e bilanceri (suoi). Anche il chiasmo, toh!
V: Insomma ti piace Enrico. N: Ma figurati. V: Non ti piacerebbe? N: E' un bel ragazzo. Ma non è il mio tipo. V: E io? Sono il tuo tipo? N: No, direi di no. V: ...
Forse raccontarlo suona lezioso come una canzone d'amore a buon mercato, una pausini o un ferro alla radio in estate. Questa volta non importa, perché ieri ho passato una bella giornata con Ema e Mario, prima sul lago di Mis che è verde sopra, sotto e tutt'intorno e il verde aggiunge armonia al bello, aggiunge amicizia, poesia e confidenza; poi abbiamo cenato alla fiera di Vallà di Riese e forse questo è stato meno bello nel momento in cui si è ripresentato il tornado e noi eravamo sotto il tendone, con la luce che spariva, il chiasso della bufera che impediva di parlarci e la gente che scappava impanicata! Però sono le giornate in cui ti rilassi e ti diverti, e tuttavia proprio quando ti rilassi e ti diverti ti capita di pensare, più che in altri momenti, "Vorrei che ci fosse". Allora non m'importa se è lezioso raccontare che due giorni fa ero in giardino dopo pranzo per godermi un po' sole ma mi sono svegliata bruscamente per i tuoni sopraggiunti nel frattempo... e la stessa cosa è capitata anche a lui. A chilometri di distanza, da Bruxelles nello stesso momento. Non importa come suona perché è stato lui a dirmelo, ed è vero: è bello che sia successo ad entrambi.
Continua il mio tentativo di esorcismo di queste brutte sensazioni. Oggi però, oltre a prenotare per il mio nuovo taglio di capelli, ripescherò dei vecchi appunti per un post che avevo pensato e mai pubblicato mesi fa. Pensavo, in questi appunti, che in fondo le auto sono come i loro proprietari: un'affinità può essere data dallo scegliersela, certo, però come la mettiamo con la mia che in fondo non ho scelto e che ha finito per somigliarmi lo stesso? Avevo preparato, per la precisione, degli esempi: Novella's Uvetta: piccola, casinista, s'infila ovunque e si graffia sempre Tomtom's: silenziosa ed essenziale, ma comoda, potente, affidabile (beve un sacco) papi's: spaziosa in modo accogliente ed armonioso Salvietta's: una scheggia sprint che arriva dappertutto ma ogni tanto combina qualche guaio Babu's: decisamente riconoscibile tra la folla Nicky's: molto solida ma "brillante" Ema's: fuori dal contesto Marta's: colorata e allegra ma puntuale (nel senso di precisa) Scrittore's: potenzialità che però restano inespresse (al contrario dei risultati disastrati) Maria's: politically correct ed esteticamente terribile Ale's: curvilinea, vivace, espansiva, trendy C'era anche Stalky. Magari evitiamo.
Orribile, orribile giornata. Ci si è messo anche il tempo. Ma siccome è stata orribile, e pesante, e disdicevole.. perché pensarci, scriverne, ricordarla? Grazie a quelli che oggi, chi più chi meno, mi hanno strappato un sorriso, un ghigno, un momento d'ilarità o dimenticanza. Luca, Braghy, Alberto, Stefano, Marta, Max, Enrico, Pausa, Andrew, Monica, Carla, Fra, Amir. Il tizio con gli occhiali di cui non so il nome. Il signore che mi ha fatto un cenno mentre lo lasciavo attraversare sulle strisce. Le due ragazze tirocinanti. Certi brani del Cartero de Neruda. La mia vicina. Non quella pazza. Neanche quella spiona. La mia gatta sconclusionata che quando la mandano a svegliarmi viene a fare il suo lavoro. Buonanotte.
NORA: Guardami come sono: non posso essere tua moglie. HELMER: Ma io non ho la forza di diventare un altro. NORA: Forse, quando non avrai più la tua bambola.
Quand'ero piccola, come molti altri ho imparato la poesia "Che dice la pioggerellina di marzo?". Non ricordo di averla studiata a scuola, a me l'insegnava mia mamma, infatti qualche verso è differente da quelli che trovo nei sussidiari. Ecco, l'altro giorno si parlava di questa poesia, chiedendoci se si trattasse di un'anonima filastrocca sopravvissuta al secolo o se invece avesse un autore famoso, qualche insospettabile Pascoli o Rodari (dopo "Per fare un tavolo..", chi può dirlo?). Non conoscevo Angiolo Silvio Novaro, che ho scoperto da vari siti internet esserne l'autore, ma dopo aver scovato il mio uomo in 2 minuti grazie a google e wikipedia mi è presa l'ennesima nostangia per il più lento fruscio della carta. Fino a qualche anno fa, per sciogliere il mio dubbio sarei dovuta andare in biblioteca, girare nella penombra fresca degli scaffali, perdermi affascinata tra i libri più antichi e più alti oppure chiedere al ragazzo nell'ingresso di aiutarmi. O mi sarei arrampicata nel ripostiglio per cercare la valigia coi miei vecchi libri di scuola, e lì abbarbicata avrei frugato, sfogliato, sorriso alla ricomparsa di vecchi ricordi, a uno scarabocchio, tossito per la polvere, impegnato parte del mio tempo. Credo che impegnare parte del proprio tempo per ottenere qualcosa significhi trovarne anche molte altre. Anche per un obiettivo piccolo, scoprire che il raggiungerlo ha un prezzo, una certa fatica, non si ferma lì. Le vecchie ricerche scolastiche, ricordo, si facevano con mille libri aperti sul tavolo, schemi per riassumere tutti gli elementi trovati, titoli e cartine geografiche da ricalcare sulla carta velina al posto di siti internet e stampanti. Si imparava a vivere anche imparando a cercare.
Curiosa, curiosissima esistenza. Sembra che tu abbia una bizzarra macchina del tempo per farci andare avanti e indietro e disorientarci a tuo piacimento ogni volta che ci ancoriamo a una convinzione, per farci sbandare nel tuo furbo jet-lag, con risultati a volte disastrosi, a volte comici. E' giovedì sera: il Tomtom ed io scoviamo posticini in giro per il mondo mentre, a Cittadella, nasce la piccola Giulia e porca miseria se mi sembrano due giorni fa che accompagnavo la Salvietta a cercare il vestito per il matrimonio! E' venerdì sera: il Tomtom (ok, monotematici questi ultimi post) mi porta alla Vespaiolona di Breganze (dove fra l'altro siamo rimasti bloccati in collina causa infelice maltempo) e lì, di tutte le persone esistenti sulla faccia della terra, chi potevo trovare se non... Zeno?!? Quanto, quanto avrei voluto scoppiare a ridere come una fessa: ero lì, col mio eroico e marinaresco amore presente a guardare la più grande e giocosa bolla di sapone passata, l'imperatore dei Mc, la musa delle epopee universitarie, la rockstar del salottino!!! Una scena da saloon che mi ha messa a confronto in un attimo con tutto quel passato, comico, spensierato, ingombrante - nel senso che caspita se è una buona fetta della mia esistenza! Qualcuno capisce quanto mi sono dovuta trattenere per non ridere, lì in mezzo fra il Tomtom e Zeno?? Infine, è sabato sera: il Tomtom arriva very british, con passo felpato e camicia elegante, ufficialmente così figo perché aveva ficcato tutte le magliette nella valigia per il giorno dopo. Tu sei tutta compresa nel fatto che non lo vedrai per altre 2 settimane, suo compleanno compreso ovviamente (mica si potrà interrompere senza un buon motivo la tradizione di schivare tutti i compleanni e tutti i natali, no?), perciò non è quasi per nulla traumatico passare da tali pensieri su partenze, su grovigli e insicurezze conseguenti, a un'improvvisa e inaspettatissima cena piena di Tomtom's padri madri zii zie cugini cani e cuginetti che non hai mai visto in vita tua, loro sorpresi dal tuo arrivo almeno quanto te! Grazie a questo atto molto tomtomesco ho potuto anche espandere la mia collezione di imbarazzanti primi incontri con le madri nel momento in cui lei mi è venuta incontro ad occhi sgranati, lui ha fatto in tempo a dirle "mamma questa è Novella" prima di abbandonarci al nostro destino e lei ha boccheggiato due secondi, evidentemente impreparata, prima di esordire in un "Be'..... Che sorpresa!!!" a cui ho risposto con uno sghembo sorriso e un abbozzato "Guardi...... Siamo in due!!" Ora, sono poche le persone che possono dire di avere un Tomtom, e queste poche conoscono pure il mio, perciò possono anche comprendere cosa significhi passare da un Tomtom in normale modalità-tomtom a un Tomtom che ritorna e fa tutte queste cose strabilianti, tipo essere estremamente carino e affettuoso anche in pubblico e mandarti sms del buongiorno e farsi fotografare e passare dall'innervosirsi se i fratelli accennano di te in famiglia al portarti a tradimento (puro tradimento!) a una cena che riunisce i tre quarti dei suoi parenti ancora in vita, che da quel momento iniziano a chiamarti, con tuo grande sgomento, "la fidanzata di Mirko". Ecco, e adesso è domenica: qualcuno mi aiuta ad arginare lo shock?
Stare con un Tomtom ha implicazioni diverse: non significa solo che ti devi adattare al suo inevitabile vagabondaggio. Significa, soprattutto, che ti devi adattare anche al fatto che lui possa passare dal risponderti, a un tuo retorico "Ma mi ci vedi a fare la mantenuta?", con un terribile "Non lo so"pur di non sbilanciarsi mai, allo scaldarti carinissimamente per tutta la sera perché con il temporale che vi ha raggiunti sulle colline tu stai tremando nel tuo vestito leggero. Significa che non ti dice nulla ma che solo il suo modo di pronunciare ad un certo punto il tuo nome è capace di restarti dentro in maniera indelebile. E' una bella sfida, stare con un Tomtom e aspettare sei mesi fra una passeggiata e l'altra. Però nessuno come un Tomtom sa stupirti ricordando perfettamente un momento piccolissimo di una passeggiata insieme di sei mesi prima, in ogni dettaglio, dagli scalini all'ora alla luce della vetrina che andava e veniva.
"Never was a cornflake girl Thought that was a good solution Hanging with the raisin girls.."
La musica è sempre stata così tanto parte della mia vita, fatta di note di corde, di tasti e concerti, che non mi sono mai veramente soffermata a pensare che potesse essere diverso. Puoi soffermarti sul pensiero di smettere di respirare?
"Sane, sane, they're all insane, fireman's blind, the conductor is lane a Cincinnati jacket and a sad-luck dame hanging out the window with a bottle full of rain Clap hands..."
Eppure, la possibilità diversaesiste. Non è il caso estremo dei sordomuti della Carla che le fanno scoprire l'armonia di un mondo senza musica. Ho sempre frequentato persone molto simili a me sotto questo punto di vista e invece quante ne esistono per le quali, semplicemente, la musica non sembra fondamentale? E' una scelta come un'altra.
"There's a starman waiting in the sky he'd like to come and meet us but he thinks he'd blow our minds..."
E io invece, se sono in un luogo frequentato, per ascoltare certe canzoni devo infilarmi gli occhiali da sole, per non sentirmi troppo nuda, troppo esposta.
"Sono riva di un fiume in piena, senza fine mi copri e scopri come fossi un'altalena Dondolando sui miei fianchi bianchi e stanchi come te - che insegui me Scivolando tra i miei passi, sono sassi dentro me - dentro te Se non sei tu a muoverli, come fossi niente, come fossi acqua dentro acqua. Senza peso, senza fiato, senza affanno mi travolgi e mi sconvolgi, poi mi asciughi e scappi via. Tu ritorni, poi mi bagni, ti riasciughi e torni via. Senza peso e senza fiato, non so riva senza te..."
M: Ieri sono stato dal dentista. N: Ah sì? M: Ha visto la mia maglietta dell'Etiopia e mi ha chiesto se progettavo di andarci in vacanza. N: Eheheh, e tu? M: Gli ho spiegato che ci lavoro... N: ...e ti ha chiesto se sei un medico. M: No, lui veramente mi ha detto: "Ah, ma allora sei un agricoltore!!!"
(ieri, durante questa conversazione col Tomtom, nasceva la piccolaGIULIA!<3)
Ci sono volte in cui, come sostiene la pulsatilla, provi questo inspiegabile sentimento di riconoscenza verso certe cose. I bagigi, per esempio. Non è che ci sia mai andata pazza, ma quando ero piccola il mio padrino aveva questa fornitura perenne di fronte al caminetto acceso e da allora li associo a situazioni da caminetto, chiacchiere e una certa intimità.
Allora quando li ritrovi per caso, magari stanca dopo una specie di petrosa arrampicata di 4 ore, di quello stanco buono, che ti fa sentire in pace perché eri con la persona con cui volevi essere e quando sbuffavi per la fatica lo facevi con lui, quando eri alta come il cielo guardavi giù con lui, quando scivolavi era lui ad afferrarti e se qualcosa ti faceva ridere era lui a farti da eco - - beh, ecco, quando in un momento così i bagigi li ritrovi per caso, la sera, ti portano ancora quell'atmosfera da chiacchiere, caminetto acceso e una certa intimità, e il ritmo croccante delle bucce che si mescolano per terra. Anche se sei in un locale poco intimo e a fuoco spento. Perché finisci magicamente per chiacchierare in confidenza e sparare cazzate e filosofeggiare di vita, d'amore e di scelte e mangiare dai piatti degli altri e ascoltare i loro racconti e avere idee e avere coraggio e sentirti a casa. (perfino il tizio che ho visto due volte e per salutarmi mi chiama stellina, e incredibilmente io non lo percepisco come un cluster...)
Ok, il merito non sarà stato dei bagigi che comunque continuano a non essere il mio stuzzichino preferito, però c'erano, ancora una volta c'erano e adesso per loro provo molta affettuosa riconoscenza.
Ieri ho visto in diretta un brutto incidente. Una macchina, un motorino, il tizio in motorino che vola e non si rialza più dall'asfalto. Ho pensato a due cose. Il fatto è che volevo tantissimo fermarmi, era successo proprio di fronte a me, come un sogno, come al cinema, e c'era quell'uomo immobile sull'asfalto; volevo sapere come stava, fare qualcosa. Però mi trovavo in un brutto punto, una curva pericolosa in cui non potevo fermarmi e avanzando di poco ho scorto qualcun altro che accostava per dare una mano, così ho pensato che forse sarebbe stato più utile che io non bloccassi ulteriormente il traffico, dal momento che qualcuno già c'era. Poi sono tornata a casa e mi hanno fatto notare che probabilmente mi sarei dovuta fermare in quanto testimone; ed è vero: io però non ci avevo proprio pensato. Ero preoccupata, dispiaciuta, spaventata, avevo questo peso per non essermi fermata ad aiutare, e come al solito quello che mi aveva colpita con forza era stato il lato empatico. Quello pratico, beh, non mi era nemmeno passato per la mente. La seconda considerazione è che ogni volta che succedono queste cose bisognerebbe, non so, fare un brindisi, o qualcosa che non avevi il coraggio di fare, o andare ad abbracciare qualcuno perché forse non l'hai fatto abbastanza. Il mio non vuole essere un discorso cinico, però ho passato anni con il complesso del sopravvissuto che soffre perché non vuole che la vita vada avanti, e invece quando "resti vivo" bisognerebbe approfittarne per ricordarsi di fare qualcosa di bello. Rilanciare al destino!
Tomtom vs Novella in versione "innocenti e puri occhioni d'angelo"
N: Pensi che dopo le 2 settimane a Bruxelles ti proporranno una nuova missione? M: Può darsi. N: Non ti devo ricordare che alla fine del mese, con questo corso in realtà sarai rimasto qui solo 2 settimane, vero? M: In che senso? N: 6 mesi/2 settimane/6 mesi... devo cominciare adesso a mandare le lettere minatorie a msf o aspetto? M: Ahah, addirittura! Guarda che ho chiesto che mi lascino riposare un paio di mesi prima di ripartire.. N: Anche perché diventa complesso prendere l'aereo con un coltello piantato nel fianco.
N: Se la prossima volta ti definisci un esploratore anziché nominare msf magari non ti chiedono più se sei un medico... M: No, mi fanno l'altra domanda da 100 punti: "Quando parti?", come il mio amico. N: Però lui non te l'ha chiesto. M: Come no! N: Lui ti ha chiesto se rimani. M: Sei sicura? N: Sì perché ha prima guardato me e poi te, e ti ha detto: "Allora non parti più?" M: Uhm... N: Che amici dall'animo nobile hai! <3 M: Scusa ma perché avrebbe dovuto dirlo guardando te? N: Scusa ma perché certe ragazze evirano i loro fidanzati?
Mentre braghy ed io tentavamo (con discreto successo) di allagare la palestra, Vaniglia si è portato una misteriosa biondina giocandosi la carta della gelosia. ...Anche MB ha notato che ero proprio affranta.
Per rendere meglio il concetto, alcuni stralci dagli ultimi sms di Vaniglia, che sarebbero ridicoli anche se non fosse uno sconosciuto tronista fighetto incanottato e tatuato con cui in 3 mesi avrò parlato per 45 minuti totali, principalmente spesi per cacciarlo, e che si autoproclama poeta cercando di filosofeggiare in palestra per cuccare selvaggiamente.
"Sei stata una delle mie emozioni più grandi [NdR: quando, quando volevo darti un calcio o quando ti spiegavo che dovevi spostarti nel mondo reale?] e per questo ovunque sarai ti vorrò bene" "Io ho inquadrato solo che non so chi sei e mi piaci da morire, ma va bene così, a volte vorrei stringerti ma non so chi sei, e soprattutto non mi vuoi [NdR: ESATTO!!]" "Cosa fai ad un povero cristo che voleva solo conoscerti... [NdR: 'conoscerti', versione edulcorata del termine scientifico: 'trombare selvaggiamente']" "In fondo il tuo comportamento è sempre stato per azzerarmi e per condividere parole e sorrisi, magari con persone nell'ignorante felicità che non io nella triste intelligenza [Ndr: ...no, non ne ho la forza...]"
Ieri ho chiacchierato liberamente e a lungo con braghy della sua cinica weltanschauung, con MB di argomenti sparsi (l'importante era piazzarsi giusto in mezzo, dove davamo fastidio) e con Pausa di ferie, di laghi e di andare a mangiare da lui... insomma è una pacchia senza Vaniglia. Bene, sta andando bene, anche la fatica di avere un Tomtom si fa sentire sempre e tuttavia non puoi non capire quanto ne valga la pena. Per quello che è, quello che dice. Quello che non dice. L'importante è continuare a combattere. Mai come in questo periodo vedo la differenza tra chi tiene a qualcosa, e si spacca le unghie per coltivarla, e chi... be', e chi soffre seduto sul divano.
Chi non cura il suo miraggio brucia i mari dal divano.
Volevo iniziare questo post con una domanda, però poi mi sono data anche la risposta: sì, si può essere felici e tristi allo stesso tempo. La cosa che mi rende felice è anche la cosa che, a volte, mi rende triste. Non sono nemmeno sicura che si possa essere felici senza essere tristi. La felicità non ha niente a che fare con la serenità; si può riconoscere la felicità senza aver conosciuto la tristezza? Probabilmente io non ho niente a che fare con la serenità; sarebbe, per il mio modo di essere, come mancare di una mano. Nella mia ricerca -nelle mie ricerche- le ho sempre preferito l'essere consapevole (sarà masochismo), il godermi quei puri attimi che trovi, che affitti, che ti prendi con i denti. Le ho sempre preferito, in fondo,la burrasca. E' il mio eroe. Non ha niente a che vedere con la storia, o con i fumetti. E' la sua forza, l'equilibrio che mi trasmette; è poterlo amare, stimare con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le unghie. E' non aver paura della paura. (Troppo sonno, dicono, fa morire) Per tutta la vita ho cercato un eroe (e ho trovato miraggi?), e comunque vada da oggi in poi averlo trovato sarà la mia eterna fregatura. Perché sarà lunga; ogni volta si fa più dura, ogni assenza più faticosa, più destabilizzante, ogni ritrovo di intimità più indispensabile. Eppure adesso sono irreparabilmente conscia di questa mia felicità, che porta con sé anche l'amaro ma è la mia felicità, quella che mi sono scelta, quella che mi ha scelta, quella per cui combatto e che cerco (cerchiamo) di costruire.
(Senza contare che nel momento in cui in macchina sbucciando i pistacchi mi sono resa conto che lasciavo a lui quelli migliori, beh... a questo punto sono fregata comunque.)
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.