Oceans...
my glass mask   
giovedì 4 giugno 2009
Chi non cura il suo miraggio brucia i mari dal divano.
Volevo iniziare questo post con una domanda, però poi mi sono data anche la risposta: sì, si può essere felici e tristi allo stesso tempo. La cosa che mi rende felice è anche la cosa che, a volte, mi rende triste.
Non sono nemmeno sicura che si possa essere felici senza essere tristi. La felicità non ha niente a che fare con la serenità; si può riconoscere la felicità senza aver conosciuto la tristezza?
Probabilmente io non ho niente a che fare con la serenità; sarebbe, per il mio modo di essere, come mancare di una mano. Nella mia ricerca -nelle mie ricerche- le ho sempre preferito l'essere consapevole (sarà masochismo), il godermi quei puri attimi che trovi, che affitti, che ti prendi con i denti. Le ho sempre preferito, in fondo, la burrasca.
E' il mio eroe. Non ha niente a che vedere con la storia, o con i fumetti. E' la sua forza, l'equilibrio che mi trasmette; è poterlo amare, stimare con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le unghie. E' non aver paura della paura.
(Troppo sonno, dicono, fa morire)

Per tutta la vita ho cercato un eroe (e ho trovato miraggi?), e comunque vada da oggi in poi averlo trovato sarà la mia eterna fregatura. Perché sarà lunga; ogni volta si fa più dura, ogni assenza più faticosa, più destabilizzante, ogni ritrovo di intimità più indispensabile.
Eppure adesso sono irreparabilmente conscia di questa mia felicità, che porta con sé anche l'amaro ma è la mia felicità, quella che mi sono scelta, quella che mi ha scelta, quella per cui combatto e che cerco (cerchiamo) di costruire.


(Senza contare che nel momento in cui in macchina sbucciando i pistacchi mi sono resa conto che lasciavo a lui quelli migliori, beh... a questo punto sono fregata comunque.)

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posted by sand @ 23:00:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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