Stare al sole come i gatti. Sapergli dare ciò di cui ha bisogno. Comprare un caleidoscopio e un carillon. Provare a vestirmi scollata, se è così che deve essere. Sedermi per terra a guardare i sassi bianchi. Non restare mai in una situazione di stallo. Imparare a stirare. Rivedere La Sirenetta. Cantare Janis Joplin in playback. Sopportare quello per cui di solito scatto. Portare qualcuno alla Specola. Cambiare arbre magique. Restare a letto un giorno intero senza sentirmi in colpa, possibilmente non da sola. Essere meno confusa. Camminare molto. Creare esternalità positive. Comprare degli occhiali da sole. Non dimenticare la pillola. Scartare pacchetti. Essere meno perturbabile. Fare qualche muscolo alle braccia. Scarabocchiare. Vedere più stazioni. Sviluppare la telepatia. Fare un corso di massaggi. Trovare un grembiule verde. Pensare di meno. Andare a un concerto di Bregovic. Non farmi fregare dalla pubblicità. Diventare meno impaziente. Prendermi cura delle persone che amo. Trovare un'idea chiara. Non scappare. Essere un po' meno una di quelle persone che corrono nei corridoi quando nessuno le vede. Andare in Scozia. Portare qualcosa di buono a chi ne porta a me. Tornare in Grecia. Fare il bagno di notte. Comprare adesso qualcosa da usare a giugno. Trovare eroi. Acciuffare i primi raggi di sole. Fare ancora figure spaventose. Non lasciarmi fregare dalla nostalgia. Appassionarmi. Trovare l'acqua sulla luna. Non ammalarmi, se posso. Offrire da bere agli amici. Abbracciare un albero. Guardare le stelle. Fare una passeggiata notturna sulla spiaggia. Diventare meno caotica. Far innamorare. Lasciarmi stringere il dito da un neonato. Non scialacquare. Correre a perdifiato. Ricordare i nomi di chi si presenta. Aspettare l'alba con qualcuno che amo in un posto che amo, con quella sensazione di non voler essere in nessun altro momento, da nessun'altra parte, con nessun'altra persona al mondo.
Ridere ogni giorno.Portare allegria. Vincere il mal di schiena. Essere un po' meno orgogliosa. Regalare il mio tempo. Andare in vacanza. Continuare a scegliere le scale. Vestirmi di rosso. Diventare più costante. Bere mojito sentendomi felice. Continuare ad affezionarmi. Comprare un cammello. Fare l'amore con quell'intensità. Stupirmi. Suonare la chitarra. Ripassare il latino ed il greco. Fare bolle di sapone. Abbracciare. Imparare le costellazioni. Schivare gli spigoli. Essere ancora “la colla” fra le persone. Guardare il mare. Spupazzare il mio gatto. Giocare una partita di baseball. Sorridere agli sconosciuti. Mangiare meno dolci. Farmi trovare vestita solo di presine. Riconoscere la gioia quando arriva. Aggrovigliarmi di meno. Organizzarmi. Conoscere i vini. Scrivere biglietti. Ritrovare Incisivo. Leggere, leggere, leggere. Infilare i piedi sotto la sabbia. Non preferire mai la strada più facile. Amare i gesti inaspettati. Farmi travolgere dal vento. Comprare un reggicalze. Non avere paura. Continuare a sghignazzare di me stessa. Cantare a squarciagola. Operarmi agli occhi. Ringraziare, scusarmi, salutare. Ricevere dei fiori. Non farmi trovare impreparata. Coinvolgere. Saper dire liberamente quello che provo. Sfidare la paura dell'altezza. Non lamentarmi dei problemi su cui inciampo. Diventare la migliore a calcetto. Continuare a ricordare. Perdermi a Venezia. Fare orecchie ai libri. Smettere di perdere gli ombrelli rossi. Godere della qualità del tempo. Sconfiggere Giorgio. Riordinare le vecchissime cassette. Parlare col signore che prende il treno delle nove e scende a Fratte con una grossa borsa di carta. Continuare a scrivere nel blog. Perdonare. Rendere felice una persona. Fermare qualcuno per strada che volevo conoscere. Trovare un'associazione per ciechi. Sapermi concentrare su ciò che veramente conta. Diventare una persona migliore di quella che ero nel 2008. Far rimbalzare i sassi a pelo d'acqua.
Un sonoro chissenefrega alle splendide bionde ex fidanzate dagli occhi azzurri. Avere meno fiducia nell'umanità in genere e più fiducia in chi mi sta vicino. Imparare a cucinare. Smettere comunque di trovare ragazzi con splendide ex fidanzate bionde dagli occhi azzurri. Dimostrare che avevano ragione a dirmi che una mia qualità nei rapporti con le persone è "loving". Imparare a memoria tutta la discografia di Tom Waits. Laurearmi. Andare all'acquario di Genova. Diventare grande. Giocare. Proseguire per la strada che mi porterà a un Superbottom da urlo. Non lamentarmi per i mesi di lontananza. Sognare. Meritare le persone che stimo e che rispetto. Annusare la crema solare. Ballare ad un concerto. Continuare a rompere i miei metaforici vetri. Mangiare la neve. Capirlo ogni giorno di più. Fingere di nulla se un amico fa lo stronzo perché è innamorato. Sopravvivere da sola al 17 maggio. Baciare molto. Svelare i miei segreti (ma non i misteri). Continuare a scrivere a mano. Dire alle persone che mi piacciono, che mi piacciono. Mordere. Scattare molte foto. Diventare leggermente ragionevole. Non incrociare nemmeno un ragno. Mangiare, se questo fa piacere a qualcuno. Accorgermi delle persone che ho di fianco. Camminare a piedi nudi il più possibile. Ritrovare vecchi amici. Amare molto. Fare solo i capricci indispensabili. Leggere fra le righe. Mantenere le lucine negli occhi. Sorprendere. Migliorarmi nel lavoro. Imparare quel minimo di senso pratico necessario alla sopravvivenza. Dire a Zeno che non sono pazza. Non pentirmi mai. Provare le vertigini per un bacio. Fare qualcosa che sia utile non solo per me stessa. Fare l'amore in un luogo in cui non si può. Rileggere la Divina Commedia. Godermi consapevolmente ogni singolo istante.
Ogni tanto ho bisogno di fermarmi a raccogliere. Me, quello che ho visto, quello che non mi sono accorta di aver pensato. So che il 31 dicembre non sembra il giorno più adatto, ma un numero non cambia come ti senti, e il 31 in fondo è il giorno più adatto quando non vuoi che il mondo sappia dove sei. Io allora mi sono immersa in me stessa, nella mia tristezza e ho scavato, scavato, scavato; allora è venuto il turno della gioia, dell'allegria, dell'ansia, della noia, della speranza. Ho giocato con tutto quello che mi aveva portato il 2008, che in fondo mi dispiace che vada perché con tutti i suoi casini è un anno che ho amato parecchio. E ho chiacchierato con il 2009, e gli orsi che mi riporta. Poi oggi sono uscita a calpestare la neve. Era così alta che rendeva difficile ogni passo. In giro quasi nessuno: qualcuno fotografava, dei ragazzi mi hanno chiesto di giocare con loro a palle di neve. Quando ha iniziato a sciogliersi dagli alberi alle nostre teste siamo scappati, sprofondando con i piedi e con la sensazione di respirare meglio. Tornando a casa non riuscivo a camminare sul marciapiede, allora ho controllato se potevo passare sulla strada: una macchina che passava si è fermata per lasciarmi attraversare. Io ho provato a spiegare al signore che non dovevo attraversare ma lui non capiva e poi era così gentile che alla fine ho attraversato lo stesso.
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.