Oceans...
my glass mask   
domenica 13 dicembre 2009
I will don't singing
Le cose stanno così: quando inizi la settimana accorgendoti che stai andando al lavoro così presto che oltre a te per la strada ci sono solo le lastre di ghiaccio e i bracconieri (letteralmente, visto che ne ho beccato uno in bicicletta col suo fucile in spalla) dovresti ragionevolmente aspettarti qualche catastrofe: per esempio il crollo in blocco dei McUomini.
E' cominciata con McBesame che faceva il simpatico burlone per avermi colta a fissare l'albero del reparto con occhi sfavillanti e, intenerito dalla scena, ha deciso di comunicarmi che noi due dovremmo metterci insieme proprio mentre le sue agguerrite groupies passavano di lì cogliendo non il tono scherzoso bensì l'occhio suadente, motivo per cui devo iniziare ad andare al lavoro con la scorta.
Poi quell'adorabile imberbe di Silver che nonostante l'occhio furbo, l'amore per i fab four, il segno del sagittario e quelle deliziose rughette d'espressione ai lati della bocca... beh, è uno scout. Il cuore mi sanguina, ma nessun grande amore potrebbe sopravvivere a tanto.
Dopodiché, se Marco Mengoni è ambiguo io sono alta. Quel ragazzo spiegherebbe a Lapalisse chi era Lapalisse.
Anche volendo sorvolare sulle sopracciglia ad ala di gabbiano e sui suoi pianti per l'eliminazione di quei bei figlioli dei Luana Biz, nel corso di queste settimane ha cantato due famosi pezzi (1 ; 2) di un famosissimo asessuato, un celebre pezzo di un celeberrimo ipersessuato, la meravigliosa canzone-manifesto di Umberto Bindi e, ciliegina sulla torta, Almeno tu nell'universo declinata al femminile come l'originale. E sto sorvolando per pudore sulla sua totale imperturbabilità di fronte alle ballerine seminude che, per usare un francesismo, gliela sbattevano in faccia e in ogni altro punto raggiungibile del suo corpo (qualcuno si ricorda, per favore, di Tony Maiello?).
Perduti i primi due, completiamo la triade factoriana con i Bastard, dei quali ho giustappunto compreso la sezione valsuganese del testo di "Uomini col Borsello" (quella degli Eli) decidendo di conseguenza che non è più il caso di farla tradurre a mio papà, come gli avevo allegramente proposto.
Non è che qualcuno mi ridarebbe Antonio Maggio?
Poi come non citare le battute di Simone sulle bomboniere tra una birra e l'altra e quelle più infelici di Raven tra un addominale e l'altro? Sono fortunati che la vincitrice del concorso "crea un titolo per il post" è indubitabilmente LA BIMBA, che durante gli esercizi di inglese è riuscita a creare una frase che infrange in un colpo solo tutte le regole della Grammatica Generativa, con buona pace di Chomsky.

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posted by sand @ 21:41:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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