Si comincia con il ritorno degli alberini luminosi ed è già white christmas. Nella compilation natalizia “volemosse bbène” Giuliano canna clamorosamente il suo turno per il playback guardandosi intorno con aria beata e beota mentre la sua voce si sparge tutt’intorno come per magia, e solo per questo diventa il vincitore morale.
In realtà Marco è già vestito da vincitore (o da ferrero rocher, in base alla sensibilità individuale), sempre più d’oro man mano che l’ora avanza (e la palpebra cala: sarà mica per tenerci svegli coi giochi di luce?)
Le Yavanna… be’, le Yavanna ci sono e questa è già la notizia: non Chiara, non Silver (di cui Morgan era palesemente innamorato, ricordiamolo). Con Pezzali creano un ecosistema ossimorico a random, e io, che ho gli occhi raffreddati e in sofferenza, decido che posso seguire il duetto anche solo ascoltando.
Pubblicità.La bambina che salva Babbo Natale con il panettone credo che quest’anno abbia votato alle primarie.
Torniamo, e mentre Francesco ha i brividi sui tatuaggi la mater mi domanda “quale sia il capo dei tre”, avendo scambiato la cricca di 50cent per una gang dei bassifondi newyorkesi. Del resto aveva anche educatamente accostato la parrucca della Mori al leone della Metro-Goldwin-Mayer, e come darle torto?
Dopo la versione russa di “laif is bigghiar, bigghiar and iu arr niat mi” tutto sembra un po’ poetico, ma Giuliano acclamatissimo in Bella senz’anima nun se po’ senti’, è così scolastico che lo sovrappongo alle allucinazioni di un grembiulino dei puffi!
Poi è di nuovo amarcord (alla ricomparsa di Ilaria ho seri incubi sul 485° annuncio “E adesso ecco a voi… Oceano!!!”), con la Cuccarini che, avendo finalmente capito che la castità col berlusconismo non paga, si presenta sul palco come la cugina di Lady Gaga venuta dallo spazio per incontrare i petardi con cui si pettinava Marcella Bella.
Gli inediti: Morgan finge entusiasmo, ma è per una buona causa (è così arrendevole stasera, andrà a picchiare 2 o 3 grossi rapper per sfogarsi a fine puntata?)
Brenda, Noemi… sempre i nomi sbagliati al momento sbagliato questo X Factor.
Si va verso l’happy end con quei 2-300 ospiti a tirarla lunga e Tommassini che ci mette del suo definendo Marco uno dei più grandi artisti con cui ha lavorato (sobriamente ricordandoci così per la 486° volta, una in più delle versioni di Oceano, che lui ha lavorato con Maicol Geccson, Madonna, Pawarotti...).
Nel medley finale Marco si esalta, la maramaionchi dichiara di sentir arrivare l’orgasmo e il pastore annaffiato (dudù-dadada) ha un’espressione così schiacciata dalla assoluta superiorità del suo avversario che mi viene quasi voglia di farlo vincere per tirargli su il morale: dai Giuliano, coraggio, hai la mia età e ne dimostri dieci di più ma in compenso causa orari notturni ed influenza avanzata oggi la mia voce è uguale alla tua!
Per l’ultima volta Egidio spegne lo studio. Mi mancherà.
Poi i coriandoli, Marco piange, gli altri concorrenti fingendo di festeggiarlo cercano neanche tanto subdolamente di farlo fuori e se non ci fosse Morgan che per la terza volta gode impunito mi parrebbe di essere, ohibò, tra le miss.
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.