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lunedì 13 luglio 2009
Tutto quello che mi costa
Incontro sempre più persone che non ricordano i loro sogni, e forse è una specie di fortuna perché per loro rimangono quell'atto di pulizia efficace che però non va ad infestare la loro vita reale come succede a me, che ricordo molti dei miei sogni e spesso mi lasciano anche sensazioni particolari di cui fatico a liberarmi durante il giorno. E tuttavia, dal mio cervello colorato e confusionario, continuo a considerarli una ricchezza, come se ogni volta si premurassero di rivelarmi un segreto.
Ho passato un bel week-end, all'interno di questo periodo di alti e bassi dati non tanto dai fatti in sé, ma dal mio modo di interpretarli in base ad un'impressione che mi accompagna incerta e testarda.
Buona musica per esempio, una serata (più rilassata, meno agitata) simile a quelle che vivevo anni fa, sempre alla ricerca di note che facessero da sfondo ai miei pensieri, di suoni che accontentassero la mia ricerca dell'assoluto.
O per contrasto, quei momenti molto assoluti arrivati da soli col Tomtom su al Castello.
Così questa notte ho sognato di nuovo di essere incinta: da anni il mio sogno ricorrente non tornava a trovarmi, a segnalarmi la fecondità, la gioia, la purezza dei miei giorni. E ho capito che la fatica non importa, che gli alti e bassi lasciano segni e fanno male ma non importano. E' la strada che voglio, e posso farla funzionare.

Tu sai che io sono fondamentalmente rispettosa delle idee degli altri, e delle tue più che mai, perciò come ti ho detto ieri, con il cuore in gola quando mi hai fatto sapere cosa ti passava per la mente, di fronte a una tua decisione non risponderei mai con un "Non farlo". Con tutto quello che mi costa, che è tanto, che a volte mi sembra troppo, che anziché diventare abitudine col tempo diventa uno strapparsi via pezzi di pelle e di lacrime e di carne, ogni volta che te ne vai dopo essermi penetrato più a fondo.
Perciò, per oggi, in questo mio angolino senza realtà, lasciami questo ritornello senza importanza. Solo per oggi lasciami il mio capriccio di bambina a consolarmi e farmi accettare anche la lacrime, che non venivano le altre volte ma adesso arrivano, anche loro rovesce. Lasciami dire quanto voglio, senza che tu senta:
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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