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my glass mask   
venerdì 13 giugno 2008
A trent'anni
Qualche anno fa c'era una poesiola che avevo scritto, niente di che, diceva che "Non ero stata fra le urla di quell'Undicisettembre" eccetera, e concludeva che siccome nella mia adolescenza non avevo avuto problemi reali, un po' come tutti gli adolescenti "Ho dovuto immaginare le contraddizioni/ per mettermi in salvo".

A una certa età è normale. Ad un'altra, magari, no. Ad un'altra, se ancora ti crei dei problemi assurdamente giganti all'interno della tua testa, è perché non hai niente da fare nella vita.

Ad un'altra, se continui ad usare una persona come scusa per tutti i tuoi problemi, perché non ti laurei, perché ti fai le tizie di cui non ti frega nulla, è perché dovresti rimboccarti le maniche ed imparare una volta tanto che diciotto pagine di parole, belle parole, non creano un fatto.
A trent'anni non mi vieni a dire che se ti sei trombato questa tizia mentre venivi a chiedermi di tornare insieme non è perché sei incoerente ma perché lo facevi per fare un favore a me, per cercare di non disturbarmi. Sei grande abbastanza per dire la parola "sesso" e non usarmi come alibi.
Oppure, ancora, non lo sei. Ma questo adesso è un problema tuo.

A trent'anni uno dovrebbe anche essere grande abbastanza per non usare le persone come giocattoli dei suoi capricci, che finché fanno quello che vuoi sono perfette e adorabili e vuoi loro tanto di quel bene che non immaginano, e poi appena c'è un problema le elimini dalla tua vita senza neanche prenderti il disturbo di avvertirle, come una Campanellini qualunque. Senza preoccuparti di quanto puoi ferire una persona in questo modo.

Ma anche di queste due persone è fatta la mia vita.

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posted by sand @ 14:32:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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