Oceans...
my glass mask   
mercoledì 4 giugno 2008
Sul cornicione delle cose
"La fiesta era proprio cominciata. Sarebbe durata, giorno e notte, per una settimana. Sarebbero continuate le danze, sarebbe continuato il bere, non sarebbe cessato il rumore. Le cose che accaddero potevano accadere solo durante una fiesta. Alla fine tutto divenne irreale e sembrava che niente potesse avere conseguenze. Sembrava fuori luogo pensare alle conseguenze durante la fiesta. Per tutta la sua durata, avevi la sensazione, anche nei momenti di silenzio, di dover sempre urlare per farti udire. Era la stessa sensazione che provi durante un combattimento. Era una fiesta, e durò sette giorni."*

E' stata una specie di imboscata. Ha coinvolto i cani, i fiumi e perfino gli alberi, e adesso mi sembra di stare allo stesso tempo "sul cornicione delle cose" e al riparo. Non credevo fosse possibile senza barare, senza temere tutto il tempo il momento in cui finirà.
E' come se, in tutto questo rumore, fossi riuscita ancora una volta a distinguere ciò che non è rumore, non è polvere e sabbia, e gli stessi dando spazio. Che mi vien voglia di chiedere l'ora, solo per attaccare bottone con qualcuno e raccontargli che mi sento così bene che non ho nessuna paura di sussultare e anzi.
Dicono che mangio troppo poco, ma io adesso ho fame, ho proprio fame. Tutto il tempo.
Ho fame di errori da ripetere e di sole da prendere e di vino da assaggiare e di ginocchia da sbucciarsi correndo, e di certe mani. Certe mani, certe braccia, non è che siano semplicemente più forti di te, è che arriva un momento in cui ti accorgi che per nessun dolore al mondo varrebbe la pena di rinunciare a cercarle.
Questa è la mia fame. Che parte con tutta l'incoscienza, e la fiducia, e lo sai che te ne serviranno di bende!, ma il lato bello è che nel frattempo qualcosa è partito per venirti incontro. Non per la tangenziale. Ma cazzo, son le buche a creare l'album!

- Viva il Vino! Viva i Forestieri! - era dipinto sullo striscione.
- Dove sono i forestieri? - domandò Robert Cohn.
- Siamo noi i forestieri - disse Bill.*


*
Fiesta - Ernest Hemingway

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posted by sand @ 17:02:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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