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my glass mask   
lunedì 26 maggio 2008
Tenersi stretti alla perturbabilità
Oggi la sietta si è fatta tagliuzzare. Ero un po' tesa, in più ho un coinqui che in questi momenti sparisce a gozzovigliare (è scomparso da alcuni giorni e non trovo testimoni del suo essere ancora in vita)! Ho chiesto a McM se mi lascia un po' d'imperturbabilità, ma se l'è tenuta stretta e così mi sono dovuta tenere stretta la mia perturbabilità, io.

Nel frattempo ho detto sì all'e.r. Ho sentito LaLaura e ho detto sì. In molti pensavano che non avrei accettato il contratto, alla fine. Lo pensavo anch'io.
Devo confessarlo, mi affascinava l'idea di avere un po' di tempo per me, per la fisioterapia, per gli esami. Però ci sono molte scelte in ballo nella mia vita, adesso, e indipendentemente dalle scelte che voglio fare, so quali sono quelle che non voglio fare.
Questa foto, io me la ricordo.

Le cose che ho sentito. Quelle che ho detto. I movimenti che ho fatto.
Sono questi, i momenti che non voglio ripetere. La foto esiste per non rischiare di dimenticarli mai, ed è stato rivederla che mi ha fatto decidere, più di ogni altra considerazione pratica. Quel giorno, quell'unico giorno fa indelebilmente parte di ciò che sono ora. La reazione che ho avuto dopo di allora, lo scatto di reni, è diventato il mio modo di vedere le cose.

So cosa significa sentire, in un momento, la totale mancanza di speranza che ti piomba addosso, la disperazione di non avere vie d'uscita. E conoscendolo non posso fare come Stalky, che affoga nella sua mancanza di prospettiva, come un adolescente si crea problemi enormi perché non ne ha di reali. Non voglio perdermi a girare su me stessa. Il fatto di aver detto sì all'e.r., non è per il lavoro; non è per i soldi: è per me. Per quello che sono, da quella foto in poi. Anche questo fa parte della mia perturbabilità.
Voglio vedere come va questo benedetto castello di giunchi, ora, perché il tempo è poco e non posso sprecarlo a lamentarmi e non cercare.

Quello sguardo, io me lo ricordo bene. E non voglio averlo mai più.



P.S. La sietta l'han tagliata bene, ora bisogna aspettare 15 giorni per sapere gli esiti. Però son contenta, perché quando sono andata a trovarla di tutti gli infermieri c'era lì Teo a prendersi cura di lei; Teo è un mio amico di fango, che è come dire d'infanzia ed è proprio bravo, ma conoscendolo non è che avessi dubbi.

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posted by sand @ 22:56:00  
1 Comments:
  • At 27 maggio 2008 alle ore 17:27, Anonymous Anonimo said…

    Brava...

    E non aggiungo altro in merito alla tua scelta...

    Non so in che occasione sia stata scattata quella foto, ma mi ricorda una immagine che ho di te, che nonostante le cose fra me e te siano cambiate, nonostante il bene e il male avuto non riesco a cancellare dalla mia memoria...


    Cmq sia, son contento per te!







    Lo Scrittore.

     
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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