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lunedì 27 ottobre 2008
Morte per caduta libera di libri sulla testa
Quando ho bisogno di mettere un po' di ordine nella mia vita, non dico quel tipo di ordine che ti fa fare piazza pulita ma quello che serve a capirti, di solito parto da qualcosa di concreto.
Spesso si tratta di prendere i pacchi di carta che si accumulano in camera mia e passare i fogli uno ad uno per eliminare quelli che non servono più. Ha un suo risvolto anche piacevole, perché così facendo ritrovo minuscoli ricordi preziosi, mi perdo a frugare tra le piccole cose che tanto contano ai miei occhi. Certo, magari diventa meno efficace al fine di liberarmi di tutte la cartacce, però ha un suo risvolto terapeutico. E' un modo piacevole di grattare via la ruggine.
Quando invece devo proprio riordinare il cervello, perché è importante, perché c'è qualcosa di importante cui far fronte o perché mi sveglio con dei lividi che non ricordo di essermi fatta la sera precedente, riordino la libreria.
Le librerie.
E' molto più traumatico come procedimento, devi fare scelte come "quali sono i libri più importanti", che andranno in luoghi comodi e visibili, vuoi più bene a questo Forster o a quel Kafka? Mamma Schnitzler o papà Whitman? Insomma, già questo per me che quando mamma e papà mi hanno regalato ognuno una palla nel giro di una settimana stavo per fare una crisi nervosa perché avevo paura di giocare più con l'una che con l'altra e che conseguentemente uno dei due ci rimanesse male, non è semplice!
Non è finita qui. Perché poi devi capire qual è il bene per ognuno dei tuoi libri. Sono come figliuoli: starà meglio di qui oppure di qui? Fa più al caso suo questo gruppo, oppure qui accanto ci perde? Devi scacciare l'ignavia e le indecisioni, devi riuscire a selezionare, a capire quali sono le cose importanti e concentrarti su quelle.
Certo che è una cavolata, parlando di una libreria (o di una serie di librerie.. fra mobili e mensole nella mia camera ne abitano una decina). Però è anche un allenamento. A cosa ti serve calciare mille volte al giorno una palla contro una porta non difesa da nessuno? A cosa ti serve girare a vuoto mille volte al giorno la mazza da baseball, se non ad essere pronta per il momento in cui avrai davanti il portiere, per capire come comportarti nel momento in cui ti lanciano la pallina?
Allora, perché ho rischiato la morte per soffocamento da polvere, per caduta libera di tomi sulla mia testa, per esaurimento nervoso da scelta su chi doveva stare in seconda fila?
Perché c'è qualcosa di importante.
Credo che ci sia, e anche se non so cosa, se non so quanto, so che c'è e per quanto sta a me ho intenzione come mai prima di non creare appigli che possano incrinarlo. Non voglio che il mio cervello crei vortici che mi impediscano di vedere bene le cose. Non adesso, non qui.
Voglio solo esserci. Giorno per giorno.

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posted by sand @ 15:35:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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