Mi arrabbio di meno? Mi arrabbio lo stesso, ma non m'intestardisco come una volta perché, rispetto a una volta, ho qualcosa da proteggere? Perché ho qualcuno di più importante della mia cocciutaggine, qualcuno per cui fare il primo passo? Continuo a sedermi per terra, a guardare le formiche e parlare col mare. Diciamo che mangio meno caramelle, però ho meno occasioni per comprarle.. beh, e continuo ad avere più amici maschi che femmine, però le amicizie con le ragazze sono ancora le più esclusive. Continuo a fare figure di merda e, a quanto pare, ad attirare i matti del paese. Ammetto che difficilmente mi alzo dopo le 9, che metto spesso camicie. Ma anche quando spengo il pc, chiudo il libro, metto giù la penna, anche quando esco a vedere le ore del giorno non mi libero di certe cose. Sono fatta così da quando sono nata o forse è che non si può e basta, loro ti seguono e l'importante è starci sempre un passo avanti, mai uno indietro. Sono quel tipo che, metaforicamente, riempie sempre troppo il bicchiere, e poi lo rovescia in qualche modo. Esagero. Mi muovo troppo quando mi scattano una foto. Leggo un libro e mi si radica dentro, perché certi libri ce li avevi già dentro, prima di leggerli: dovevi solo vederli. Annuso di più, mastico di più, respiro l'erba e lascio i segni dei miei morsi. Piango per una storia e mi faccio assalire da un piccolo ricordo all'improvviso. Rido molto, ma rimango anche in quei momenti un brulichio di pensieri ininterrotto; vedo draghi e cavalli nelle nuvole, a volte rompo le dighe.Sono cambiata? Io sono quel tipo di persona che, se non ci vedremo per sei mesi, accumula momenti felici da usare a distanza. Sono quella dei soprannomi e delle bolle di sapone. Sono cambiata? Sono quella che è meglio non si vesta di bianco perché non sai dove potrebbe appoggiarsi, quella che se prova a dire una bugia le si accende un neon verde sulla fronte, quella che non può mentire coi sentimenti, non può restare per abitudine, non sa fermarsi solo perché è comoda. Sono cambiata? Forse sono cambiata. Non puoi pensare di attraversare certe cose, la perdita della persona che faceva più parte della tua vita o il momento in cui metti dolorosamente in discussione tutto quello che hai, come una metastasi, e uscirne indenne. Sarebbe stupido. Non puoi neanche pensare di crescere e uscirne indenne. Forse, anche, sono sempre stata molte cose. C'erano già. Il problema è quando la persona che avevi accanto voleva che tu fossi solo alcune di queste, quelle piccole, quelle fragili, per non perderti, perchè aveva paura. Sceglierti anziché lasciarti scegliere. Forse il suo modo di proteggerti era in realtà un modo per proteggere se stesso. Non è facile capire che lasciarti libera è un modo forte di amarti, dopo che ti hanno spiegato per una vita intera che amare fosse tenerti vicina. Ferisce. Però mi piace quello che sono. Mi piace il mio modo di muovermi anziché restare ferma, le sorprese, gli occhi che imparano. Ho dovuto imparare graffiando, piangendo, ho dovuto imparare e non è stato facile. Quale superficialità, egoismo, quale linearità ti permette di rinfacciarmelo? Io sono quella che continuerà a cercare di fare programmi e poi farà un sacco di casini mentre cerca di rispettarli. Sono quella che guarda i gatti come Alice e tocca emozionata i libri e non importa se lo ero e continuo ad esserlo, non importa se prima non lo ero, o se non lo vedevi, io sono quella che se è innamorata in estate preferisce le gonne, perché se all'improvviso ti viene voglia di fare l'amore, dimenticando chi sei, dove sei--
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.