(il post che avevo scritto martedì scorso, slittato per la ripida emergenza)
LETTERA DI DIMISSIONI
- McBesame che entra da me ballando e usando lo stetoscopio come il bastone in un musical. - Io che mi rovescio la vitamina C sui pantaloni quando entra McBesame. - La L che convince McBesame che dovrebbe consolarmi. - Un ped che si ruba le chiavi e io per sbaglio gli soffio quelle di casa quasi creando un incidente diplomatico con la moglie. - La segretaria che ogni giorno dedica 45 minuti del nostro tempo a descrivermi la sua nuova cucina, i problemi della sua nuova cucina, i colori della sua nuova cucina, le misure della sua nuova cucina, i profili della sua nuova cucina, gli sportelli della sua nuova cucina, le maniglie della sua nuova cucina, il tavolo della sua nuova cucina, i tappeti della sua nuova cucina, le lucine della sua nuova cucina, i ritardi della sua nuova cucina, gli operai della sua nuova cucina, le piastrelle della sua nuova cucina, i materiali della sua nuova cucina, le incertezze della sua nuova cucina, i cassetti della sua nuova cucina, i mobili della sua nuova cucina, il frigo della sua nuova cucina, la credenza della sua nuova cucina. Eccetera. Anche mentre mi rapiscono il Tomtom. Anche inframezzandoli con 10 minuti al giorno sul tavolo massiccio della sua vecchia cucina, le grandi sedie della sua vecchia cucina, gli scatoloni della sua vecchia cucina, le tende della sua vecchia cucina, ogni tipo di pentola della sua vecchia cucina, le somiglianze della sua vecchia cucina, gli annunci di vendita della sua vecchia cucina. Ecceterissima. - La macchina che dimentico di chiudere da più o meno quattro giorni. - Soprattutto, un altro ped che di colpo mi chiede di uscire, e io che non me l'aspetto neanche nei miei pensieri più remoti vado in confusione e ho la matura reazione di, nell'ordine: a) assumere sfumature violacee poi mescolate a tutti i colori dell'iride b) chiedermi in che senso me l'abbia chiesto (ebbene no, non ci arrivo!) c) balbettare un impegno d) dimenticare il nome dell'impegno e) cercare febbrilmente in agenda il nome dell'impegno f) descrivergli con un'inutile e concitata dovizia di particolari la natura dell'impegno (una fiera a Milano) g) mantenere il dubbio sulle sue intenzioni h) bere dell'acqua i) maledire la lontananza del Tomtom l) bere altra acqua m) impanicarmi col Babu e la Salvietta n) bere molta acqua o) chiedermi se la segretaria abbia sentito p) fare fuori una bottiglia d'acqua q) fare pipì - La Salvietta che a forza di sentire episodi del genere vuole comprarmi una telecamera da installare in ufficio.
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.