DdV:Basta, tu non mi consideri! Ti parlo e non mi ascolti, se sto zitta neanche ti accorgi che non sto parlando, non riusciamo a comunicare, co-mu-ni-ca-re, ti ricordi il significato di questa parola? Mi sento una scarpa vecchia, è evidente che non mi desideri più, e invece le altre, eh, lo so come le guardi, come ti volti, ho speso una fortuna per quel completino e non ti sei neanche preso la briga di guardarlo prima di spegnere la luce, e come se non bastasse la luce la spegni anche quando si tratta di guardarmi il cervello, non mi dici mai niente di te, non mi racconti cosa fai, come va al lavoro, non mi coinvolgi, ma io un cervello ce l’ho sai, quello che vorrei sapere è, mi stimi almeno un po’? Mi stimi?? No, voglio dire, rispondi: mi stimi? Neanche mi rispondi, vorrei tanto capire cosa sono diventata ai tuoi occhi, quale orr… no, adesso lasciami parlare, non interrompermi, parli sempre tu, dici sempre le stesse cose, e la birra e la stanchezza e il lavoro, si vede che lavori solo tu, io mi rilasso, si vede che io non ho niente da fare, sarà per questo che in casa non alzi un dito, anzi ad essere precisa non ti si alza proprio niente, a parte la tavoletta del bagno, chiaro, quella è così alta che non si può neanche riabbassare, una fatica disumana, poi come ci giochi a calcetto con gli amici se ti stanchi e non sei in forma? Perché gli amici, quelli mica si possono abbandonare, poverini, mica si può rinunciare alla serata di sbronza come se foste dei quindicenni, cosa importa se non mi porti mai fuori la sera, io posso stare a casa, “non essere sciocca noi passiamo un sacco di tempo assieme”, non mi fai più regali, mai una coccola, una carezza, una parola gentile, mai che tu mi dica se mi ami, mi sembra di stare con un ragazzino che vuole solo divertirsi e perdere tempo senza saper scegliere cos’è importante per lui, un ragazzino capriccioso che non vuole impegnarsi, non vuole guardarmi, non ha più interesse per me, come un vecchio. Ma non ti accorgi che non abbiamo più nulla da dirci, io sono senza parole, sono davvero senza parole, non so neanche più di che parlare con te, basta, basta. È finita!
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.