- marta che mi scrive “a 24 anni continuo a pensare di non poter trovare un’altra amicizia come la tua” - i cento lottiani a padova, che sembravamo una gita - il motorino di alessandra, e la bici di mia mamma - l’odore che ha il mare di notte - io e marta che torniamo ubriache dal concerto di vinicio e proprio non riusciamo a camminare dritte - la cena del camposcuola di seconda media quando, sulle note di we will rock you, rovescio a terra tutte le gomme e caramelle del ristorante, con gable che mi guarda esterrefatto - quando, a 6 anni, per aiutare mio fratello gli ho rovinato un progetto grafico cui lavorava da settimane - la sera del mio compleanno in cui sono tornata a casa stanca, triste e infreddolita, e però erano lì, erano tutti lì, mi aspettavano e mi avevano portato ombretta - quando ad atene ho girato il pomello del comodino e ho scoperto che era una radio, e trasmettevano gigi d’alessio - quel concerto in cui, per tutta la durata di paranoid android, non ho fatto altro che fissare marco che cantava e quando è finita ho guardato marta con gli occhi sbarrati e lei ha detto “sì, l’ho capito che ti piace” - io che di ritorno dalle vacanze leggo a diletta il testo di farewell di guccini: siamo sedute su una panchina ai giardinetti, e tengo in mano quel foglio di quaderno - giocare a palla in centro a cittadella alle cinque del mattino con una scarpa mia e una di qualcun altro - amir che mi prende per mano e mi indica le stelle - mamma e papà che al mare la mattina andavano a fare una passeggiata e siccome tornavano quando io mi svegliavo passavano dal panificio a prendere le brioches - la canzoncina “novella e barin due cuori della chitarra” - quella sera in cui non volevo tornare a casa e non ho fatto altro che guidare, guidare, guidare - il capodanno dai fratelli brotto, con piva e filippo che litigavano ogni volta che io rivolgevo la parola a uno dei due, allora guardavo gilly per implorare aiuto - io elena e francesco quelle mattine di quinta superiore passate sul monte grappa - io mauro e coach a venezia, fuori da quel ristorantino che non saprei più trovare, in una sera fresca, tre bicchieri di vino rosso e due musicisti che suonano
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.