- mi ricordo la partita interminabile a frisbee con beppetesta in prato della valle - mia nonna che la domenica veniva a casa a farmi la polenta - elena che mi regala il suo biglietto del concerto di guccini a cui non ero potuta andare - stare seduti a quel tavolino a bassano come se dall’ultima volta fossero passati due minuti, ed io che non mi chiedo neanche per un attimo che cosa ci faccio lì - i giri in bicicletta al mare alle due del pomeriggio, immersa nel silenzio infinito - elio ed io che torniamo da padova e per strada troviamo l’uragano, lui si gira a guardarmi e dice “io torno indietro” - il corso di ballo in ufficio coi flamboyant - quelle favolose sangrie che cominciavamo a preparare dalla mattina per ogni compleanno di checco - roma termini sotto la pioggia, con il trolley che si sfasciava e le mani che si rompevano e tanta voglia di piangere - mi ricordo il terrazzo triplo, e mi ricordo la grecia - teo che a tredici anni mi presentava come cugina perché non gli rovinassi la piazza in vacanza - il finto pancione un sabato sera a castelfranco - mi ricordo quelle treccine afro che poi quando le ho sciolte hanno cercato di portarsi via anche tutti i capelli - marta ed io che saltiamo sopra il suo letto (che da quel giorno ha cigolato per sempre) ascoltando every you, every me per chissà quante volte di fila, a tutto volume, fino a rimanere senza fiato - quando ci siamo fatti buttare fuori dal girasole, perché “non era una bettola” - mi ricordo mark - il ballo scatenato a nizza assieme ai peruviani che suonavano - il ballo scatenato a bassano quando a sentire quel gruppo non c’era nessuno e poi sono arrivati tutti - mio papà che mi compra i regali anche se mia mamma non vuole, ed erano pistole ad acqua o fumetti bellissimi, oppure coni sparapalline
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.