- mi ricordo le domeniche sera a sentire i 3 o’clock al greenwich fino all’una precisa - tendina ed io che senza accorgercene, nella foga del discorso, ci avventuriamo nel fango - tomicio che mi dice “ti porto a casa io”, e poi restiamo imbottigliati nel traffico e arriviamo dopo il treno - mi ricordo angelo al telefono con la sorellina quando le dice "gioia mia" - mi ricordo enrico che telefona e dice “siediti”, e poi dice “angelo” e io penso “ma no, mi ha appena chiesto di chiamarlo, ero solo in ritardo!” - coach che, quando mi sono messa con mauro, gli dice: “mi hai portato via l’argenteria di casa” - mi ricordo “ciao fiocchetti!” - leo che mi fa falsificare un gazebo - il ragno che ho ucciso per la prima volta in vita mia dopo che elvis mi aveva detto di suo padre - mi ricordo quel ballo in cucina - la prima volta in cui mi ha sfiorato la mano - la camicia di checco piena di vetri dopo l’incidente, e mentre lui dormiva lavavo piano le macchie di sangue e piangevo - i messaggi con la salvietta guardando house - i messaggi con ale su morgan - quando mi ha preparato da mangiare e ha stappato una bottiglia di vino, e poi ci siamo dimenticati sia del cibo che del vino che abbiamo finito molto più tardi, cercando i vestiti - aspirinache mi aspetta per partorire i micini - mi ricordo tutti i vestiti che aster mi ha rovinato quando passavo da marta - mi ricordo quando io e elenini abbiamo creato jack - fra che mi porta una conchiglia rosa dall’oceano - i pasticcini nel sacchetto e la piazzetta di san nicolò la notte in cui mi sono sentita dire “ci sposiamo?” - la notte in cui ferraro ha attraversato una porta a vetri chiusa, e noi di sotto pensavamo che qualcuno avesse rovesciato le pentole - la notte in cui ferraro ha acceso una fontana in salotto, e francesco gli è corso dietro con la scopa - la strada della paura, che non l’ho mai detto ma a me faceva paura sul serio
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.