51. M’innamoro delle cose. Scatole, mucche, leggere tra le righe, mojito, bucce di mandarino sul termosifone, arcobaleni, spigoli, fiabe, rughe, vento, papere, bollini degli imballaggi, moli, sole con la pioggia, sassi bianchi, braccia, sedermi per terra, Buthan, uomini che guidano bene, carillon, case sugli alberi, enigmistica, vestiti generosi con l’aria, vecchi, finestrini abbassati, stregatti, bolle, tè verde senza zucchero, ginocchia sbucciate, musical, palloni. 52. Cose che trovo stupide o fastidiose: caffè, midi, Studio Aperto, giovani scrittori maledetti, monumento a Padova per l’11/9, occhiaie, ostentazioni, gioielli della Brail, spazi chiusi, intingoli, Topolino, beige, notte senza buio, invidia, economia di vocabolario (cia’ raga!), musica tunz, musica cuorefioreamore, ragni, “So come ti senti”, chi molla le cose perché non sono facili, chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. 53. Ho avuto un’infanzia felicemente circondata più da maschi che da femmine, il che ha sviluppato in un certo senso il mio modo di pensare. 54. Hanno influenzato il mio modo di pensare: la mia infanzia (vedi 53), elena nel banco accanto al mio, il greco, il 17 maggio. 55. Sono stata un gatto nella mia vita precedente, e lo sarò nella mia vita futura. 56. Il momento della mia vita in cui mi sono sentita più grata in assoluto della vicinanza di una persona è stato per un certo modo di stringermi il braccio. 57. Il mio primo motto è “Bisogna essere vasti e diversi, ma fissi, come il mare” e lo diceva Montale. Il secondo è “L’estate paziente ritorna lo stesso”, e l’ho rubato alla Bandabardò. 58. Poche persone, dal 2001 in poi, hanno il permesso di sentirmi suonare. 59. Casa Howard (E.M. Forster). Doppio sogno (Schnitzler). Don Quijote de la Mancha (Cervantes). Cirano di Bergerac (Rostand). 60. A volte compro cose che non mi servono, magari perché hanno delle fragole disegnate sopra. O perché le userò in un mese ancora lontano ma che spero arrivi presto, per qualche novellesco significato.
Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per
piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle
pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare,
quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa,
l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane,
albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero,
i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole,
leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle
persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme,
perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui
il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti,
mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica,
la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche,
le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre
una ragione per ciò che fanno.
Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.
Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1,
la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz,
la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza,
l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia,
le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino,
il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino
è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone
che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei
meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono
ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile.
Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi
non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.