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giovedì 15 novembre 2007
Due piroghe
Funzionava tutto.
Funzionava tutto e poi più niente, ho un po' di panico adesso, di quelli da buco nello stomaco - stupido post. Però sapevo quello che volevo fare e sapevo su chi contare.. lo sapevo come poche altre cose nella vita. E poi è cambiato tutto e ok nella vita cambia tutto, però certe volte semplicemente ti pesa troppo e finisci a guardare uno schermo vuoto per un po'.

Perché adesso che qualcosa sta per finire scopro che non vorrei che finisse. E' passato un anno e mezzo, per me è stato una partenza ma anche un rifugio, e penso di aver sfruttato la parte della partenza ma non mi sento ancora pronta per abbandonare il rifugio. Ed è anche perché (altre persone, altro discorso) quando ci troviamo tutti in gruppo sono amici e sono belle persone, però penso che neanche mettendole tutte insieme riavrei quello che avevo con Marta.

Ho parlato con M qualche giorno fa, lui mi chiedeva chi avrei contato come Amica... l'ho contata. Non è vero.
E' morta.
Sabato sarà un anno e mezzo. Quindici anni insieme e poi è morta. Io sono scappata, 575 giorni che corro e sono scappata così lontano che non ho più neanche questo, perché adesso che M parte devo chiedere a lui, lui che non l'ha mai vista in vita sua, di fotografare per me quelle piroghe. Di portarmi quelle piroghe. E lui lo fa, lo fa e non mi chiede nulla.. per fortuna, certo, per fortuna; però se ci penso significa che non immagina neanche lontanamente il perché, oppure lo sa ed evita educatamente di parlarne, e tra il non immaginarla e il tenersi educatamente a distanza che cos'è peggio?
Mi manca.

Con O non va bene. Non funziona. Non basta.
C'è qualcosa, questa fatica continua, ansimare e prendere a pugni e sbattere la testa e dibattersi e gridare, e aggrapparsi con le unghie che alla fine diventa solo un graffiare; e allora mi guardo intorno e guardo lui, guardo lo spazio che dopo meno di un anno inizia a formarsi tra di noi e mi chiedo se il bene basti.
Poi è arrivato. Nel momento di maggiore incertezza qualcosa è arrivato e ha detto che gli sarebbe piaciuto chiedermi di aspettare, e quando hai bisogno di qualcosa da stringere perché ti sembra che tutto scivoli via non puoi non aggrapparti a una frase così.
Solo che in realtà non c'è. Lo so, che non c'è. O forse è solo che non lo capisco. Lui, in effetti, fa di tutto per non farsi capire.

Non credevo che sarei andata in panico all'idea che quest'anno e mezzo finisse. All'idea di dover di nuovo guardare in faccia questa realtà di Marta. E' come se tutto, fini e partenze, ne facesse parte, e non so da che parte voltarmi perché tutto me lo ricorda. Forse per questo ci rimango così male. Forse per questo mi manda in crisi l'idea che M parta. Non ho un gran rapporto con gli abbandoni ormai.
Mi sembra di non avere nulla.


Non è vero che sono incostante. Quando qualcosa per me è importante, me ne prendo cura. Forse è solo che non sono abbastanza.

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posted by sand @ 22:36:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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