Oceans...
my glass mask   
mercoledì 7 maggio 2008
Stelle filanti per la stanza
Serata altamente terapeutica. Fresca come il primo sorso di acqua e menta dell'estate.
Ero un po' giù per via di una delle mie piccole epifanie, quando ti senti vicina a qualcuno, a qualcosa e poi basta un attimo per scoprire che ci sono dei lati, dei momenti, di cui non fai parte e di cui non potrai far parte mai.
Ora io so che a questo punto il Babushka e mia madre (SE conoscesse questo blog.. ma ormai il Babu ne fa perfettamente le veci) stanno pensando ad una diverrrtentissima battuta sul mio egocentrismo, ah-ah-ah. Ma davvero, sono cose che mi colpiscono, perché è così facile trovare delle distanze o delle scorciatoie quando meno te l'aspetti. Per esempio stavo per mandare una mail a McM, prima, e poi ho pensato che probabilmente ormai la leggerebbe da casa.
Prima di perdermi in strane elucubrazioni torno sui miei passi. Issap issap issap. Ero mogia per questa metafisica distanza, che non si può dire sia nuova, ma è stata comunque una specie di scoperta improvvisa e mi ha fatto reinghiottire alcuni pensieri degli ultimi tempi.

Allora mi sono gettata a capofitto sul biglietto del babushka. Non nel senso che l'ho schiacciato col mio peso (a proposito, ho smesso di pesarmi quando mi sono resa conto che l'orologio ha iniziato ad essermi largo..)! Seguendo il paragone con una certa scena in Elizabethtown, questo biglietto è una specie di mappa d'affetto! Senza contare che ha anche il sacchettino coordinato, perché era un biglietto che meritava un fratello sacchetto. E non importano il mal di schiena, le dita piene di colla, la mia impazienza sull'essere precisi.
E' bello sporcarsi le mani. Guardarsi le mani ed averle piene di colore, d'inchiostro, di pezzetti di scotch.
Alzo la musica e soffio un altro po' di stelle filanti per la camera, con la scusa che mi servono aperte.

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posted by sand @ 17:16:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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