Oceans...
my glass mask   
venerdì 27 giugno 2008
Generosa con l'aria
Oggi sono uscita dall'E.R. e il cielo s'era rannuvolato. Ho pensato, allora non è affezionato solo a me, sono contenta.
Perché il cielo si affeziona, certe volte. E piange un po' quando te ne vai.
Io avevo una gonna leggera, generosa con l'aria, che il vento mi portava dappertutto come una bandiera. Ma ero distratta, l'aria mi porta sempre in giro, seguo una foglia nel bel mezzo di un calcolo e i numeri non tornano più.. li cerco, magari, ma loro proprio non ne vogliono sapere.
Però respiro. Perché no?, mi chiedo. E mentre respiravo ho visto quella casa in rovina di cui non mi ero mai accorta anche se ci passo quasi di fianco ogni giorno.
Quando ero più piccola andavo spesso in posti del genere.. chissà quante volte ho rischiato la vita! Eppure certe pareti crollate, certi mattoni, il legno scrostato dal sole che scricchiola ad ogni tuo passo, sono irresistibili. Per non parlare dei vetri.. impolverati, frantumati, condensati in un'annosa immobilità. Non è la stessa cosa, guardare da lì. Non è lo stesso.

Ci sono cose che hanno un sapore.
Dire buon pranzo anche se sono le tre del pomeriggio, perché è importante che sia andato bene. Qualche vecchia foto. Oggi scrivevo in una mail che è bello crescere con dei vecchi, perché hanno un sacco di storie; e di torte. Che poi, se ci pensi, le storie e le torte hanno un sapore molto simile.

Stavo pensando a tutte queste cose, perché proprio mi sento grata di quello che ho adesso, le cose bislacche e quelle forti. Mi sento grata di questa voglia di allargare le braccia al vento, che a raccontarlo è scontato ma mentre le allarghi non è scontato mai. Mi sento grata dei ricordi di ginocchia sbucciate, sanno di agrumi. Mi sento grata delle cose che diventano importanti.

E mi sono chiesta.. ma chi non ha mai guardato fuori dalla finestra di una casa abbandonata, come fa?

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posted by sand @ 18:52:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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