Oceans...
my glass mask   
giovedì 24 gennaio 2008
La cosa che mi commuove di più
Credo siano i frammenti di umanità. Tutti, quelle debolezze minime che intravvedi quando scivola giù un angolo della maschera. Posso scoppiare a piangere per aver visto inciampare un signore dal finestrino dell'autobus, solo perché guardo la sua faccia e penso che magari in tutta la sua vita ha fatto un sacco di fatica, per qualcuno, per i figli, perché penso ai miei vecchi, a tutti i miei cari vecchi che mi hanno insegnato ad amare in tutti i modi che avevano, con tutta la semplicità e la fatica che potevano darmi, a me che di semplicità ne ho poca e di fatica , probabilmente, ancora meno.
Quand'ero piccola sono scoppiata a piangere un pomeriggio all'improvviso perché ero in macchina con i miei genitori ed ha cominciato a piovere, e ho visto passare un signore anziano in bicicletta - non aveva l'ombrello e correva veloce per non buscarsi qualcosa. Credo che i miei si chiedano ancora adesso perché quella volta abbia pianto così.
A parte che da quel momento in poi è quasi impossibile sorprendermi in un momento del genere, a meno di non essere una persona decisamente dentro alla mia vita. Orgoglio, si chiama. Stupido, anche, penso.
Comunque, l'ultima cosa che mi ha messo in questa situazione è stato il Quijote. Un momento di umanità semplice, contadina. Quella che avevamo anche noi in veneto, quella da toco de pàn. Un contadino lo sta riportando a casa malridotto per essere stato pestato da dei mercanti che lui credeva giganti malvagi (no, niente mulini).

"Tra questi discorsi ed altri simili, giunsero al borgo sull'imbrunire, ma il contadino aspettò che facesse un po' più sera, perché non si avesse a vedere cavalcare così malamente quel nobiluomo pesto."

Ecco.


Canzone del giorno: Talkin' bout a revolution - Tracy Chapman

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posted by sand @ 18:42:00  
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Amo i gatti, l'oceano, la rabbia, le ninnananne, i grandi animali che si spaventano o perplimono per piccoli animali, guardare le persone che passano per la strada, gli highlanders, la carta, i musical, Paperino, le rughe, appiccicare cose alle pareti, le fiabe, avere le dita sporche d'inchiostro, camminare scalza, le bolle di sapone, camminare, l'eroismo, scrivere, scarabocchiare, quello che sbrilluccica, l'acqua, l'acqua che si muove, l'acqua da bere, l'acqua che ruggisce, l'acqua che si arrabbia, l'acqua che spaventa, l'acqua quand'è forte, l'acqua quando vince, il silenzio, i libri, le sopracciglia, la poesia, i gelati alla frutta, Spike, il pane, albe e tramonti, gli abbracci, il lucernario di max per vedere le stelle, l'ironia, le corde vecchie della mia chitarra, tutto ciò che ha zucchero, i ricordi, biblioteche e librerie, le differenze, il crystal ball, i miei film mentali, il vento, le vecchie cassette, le parole, leggere tra le righe, gli amici, le scatole, Dr.House, i fiori, l'argento, dormire, il cartone, la latta, i treni, Felicity, le debolezze nelle persone, i maglioni giganti, prendere da sola i mezzi pubblici, l'impero romano, immaginare le storie che i passanti si trascinano insieme, perdermi, l'enigmistica, il profumo dell'erba appena tagliata, le altalene, i palloncini, il violino, la scena della Spada nella Roccia in cui il lupo spelacchiato prova ad inseguire Semola, la frutta, i pennarelli, Lorelai Gilmore, Paperinik, i miei casini, preparare regali e biglietti, mio fratello, Angel, il the verde senza zucchero, Spiderman, le cuffie, i folpi, i castori, i bastoni della pioggia, la mia bacchetta magica, la polvere innamorata negli occhi, le mie bestiole dei pomeriggi, Ombretta, sentire all'improvviso il profumo della crema pre-sole, le mucche, le papere, la nonna, i pistacchi, gli arcobaleni, fare regali, i pacchetti, il mojito, fare l'amore, Venezia, le persone che non hanno sempre una ragione per ciò che fanno.


Vorrei conoscere Giorgio Bocca; Tom Waits; Dylan; EM Forster; Guccini; Peter Parker; Sirius Black e Remus Lupin. Babbo Natale.


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Odio il caffé, gli errori ortografici, Studio Aperto, Minzolini al TG1, la slealtà, i midi, il modo di fare impostato, parlare per diminutivi (cià ragà il pa'...), il signor B., la musica tunz tunz, la musica cuore fiore amore, i giovani scrittori maledetti, il monumento a Padova per l'11/9, il freddo, le occhiaie, la tracotanza, l'estrema destra alla cieca, l'estrema sinistra alla cieca, le letterine, il menefreghismo dell'Italia per la scuola, l'invidia, le ostentazioni, le forzature, le pose, le lampade abbronzanti, i gioielli della Brail, il traffico, la notte senza buio, Topolino, il razzismo, il razzismo al contrario, gli spazi chiusi, il Grande Fratello, la scena della Spada nella Roccia in cui Semola-uccellino è imprigionato nella capanna di maga magò, l'ipocrisia, gli intingoli, il beige, gli atteggiamenti, i contatti formali. Le persone che dicono "So come ti senti". Le persone con cui non avevo contatti prima e nel 2006 venivano da me come se fossero sempre stati miei meravigliosi amici ("Come stai?", e pacca sulla splla). Chi molla le cose perché non sono facili. Chi disprezza le cose perché non sono ragionevoli. Chi cerca di tenermi ferma davanti ad un obiettivo fotografico. Chi si autodefinisce poeta. Chi si autodefinisce umile. Alzarmi alle sei. I ragni. Il pensiero lento. Il pensiero rigido. Accorgermi che qualcuno mi fissa per la strada. La meschinità. Chi non si meraviglia. La prosaicità, ovvero: chi non ha almeno un po' di polvere innamorata negli occhi. Non avere Marta.


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